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Sfide

Texas ko per il gelo: può accadere anche in Italia?

L’America, di solito assolata e bersagliata dal caldo, è stata travolta da un’ondata di gelo a febbraio 2021. Non accadeva da quasi 100 anni. Come proteggersi dalle emergenze dal cambiamento climatico?

Neve, gelo e blackout hanno messo Ko il Texas in queste ultime settimane di febbraio 2021. Lo Stato americano, legato alle immagini assolate di cowboy e cavalcate nel deserto riportate dalla filmografia più iconica, è diventato il simbolo dei disastri che il clima potrà provocare nel prossimo futuro. In uno Stato tradizionalmente caldo e soleggiato si è abbattuta una tempesta di neve e ghiaccio senza precedenti e le temperature sono scese di molti gradi sotto lo zero per un periodo prolungato, provocando enormi disagi ai cittadini. Non era successo nulla di simile negli ultimi cent’anni.

“Quanto accaduto in Texas ancora una volta dimostra che il cambiamento climatico causa eventi estremi mai osservati nel passato, mettendo alla prova le nostre infrastrutture energetiche. In Texas non è stato possibile evitare il distacco di milioni di consumatori che sono rimasti al buio e senza riscaldamento durante un’ondata di freddo estremo”, osserva Fabio Genoese, responsabile Strategy di Terna.

Mentre le temperature scendevano sempre di più, moltissime persone hanno acceso in contemporanea il riscaldamento domestico per cercare di proteggersi dal freddo anomalo che si è abbattuto sul territorio. La domanda elettrica è dunque salita oltre i livelli previsti in questa stagione. In parallelo, il gelo ha messo fuori servizio una grande parte del parco di produzione di elettricità, provocando uno squilibrio tra prelievi e immissioni nella rete elettrica. In sostanza le infrastrutture sono state colte impreparate quando il freddo e la neve hanno iniziato a mordere. L’Electric Reliability Council of Texas (ERCOT), la società che gestisce la rete elettrica dello Stato, è dunque stata costretta a interrompere a rotazione le forniture per cercare di stabilizzare il sistema ed evitare un blackout incontrollato.

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Le strade di Waco in Texas ricoperte di neve e rimaste completamente al buio, il 17 febbraio 2021 (Matthew Busch/AFP via Getty Images)

I politici repubblicani, con in testa il Governatore texano Greg Abbott, hanno dato la colpa di quanto accaduto alle fonti rinnovabili. In realtà secondo i dati forniti dalla stessa ERCOT, il blackout è stato dovuto soprattutto “a problemi al sistema del gas naturale”, che insieme al carbone e al nucleare, sostiene l’80% dell’energia che la rete elettrica texana produce nella stagione invernale.

Per comprendere appieno cosa è successo in Texas, bisogna tener conto di un altro aspetto fondamentale. Lo Stato ha una rete elettrica propria, quasi separata dagli altri stati nell’Est e nell’Ovest degli Stati Uniti. Questo significa che, a differenza di quanto accade nel resto degli USA, ma anche in Europa e in Italia, l’isolamento della rete non consente di bilanciare il sistema in presenza di guasti o momentanei sovraccarichi. Se la stessa situazione si fosse manifestata altrove, le grandi interconnessioni avrebbero potuto compensare almeno parzialmente il picco di domanda verificatosi a causa del freddo, evitando il distacco a rotazione. Il Texas inoltre non impone obblighi ai produttori di mantenere adeguati margini di riserva in grado di garantire l’approvvigionamento di energia elettrica e contribuire alla stabilità della rete in qualunque circostanza. Di fronte all’emergenza freddo lo Stato si è ritrovato senza armi.

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Negozi chiusi per la mancanza di elettricità ad Austin, in Texas (Montinique Monroe/Getty Images)

“Per evitare disastri simili nel futuro sarà fondamentale investire ulteriormente nella resilienza delle infrastrutture di rete. Inoltre, gli eventi dimostrano l’importanza di assicurarsi di adeguati margini di riserva, forniti da impianti di produzione e accumuli ma anche da una domanda sempre più flessibile”, spiega Fabio Genoese. “Tale riserva dovrà essere dimensionata tenendo in considerazione anche eventi climatici estremi, assicurandosi che questi margini di riserva siano effettivamente disponibili, per esempio attraverso adeguati contratti che premiano la disponibilità ma che prevedono anche penalità nel caso in cui questi operatori contrattualizzati non risultino disponibili. In altre parole: serve una assicurazione come il Capacity Market”.

La resilienza dei sistemi elettrici è diventata fondamentale per affrontare gli eventi meteorologici estremi che il cambiamento climatico ha già cominciato a causare in tutto il mondo. La vicenda texana dimostra che nessun operatore può farsi trovare impreparato, ma al contrario deve predisporre misure diventate fondamentali per la stessa sopravvivenza dei cittadini.

Proprio per questo motivo, il Piano Industriale 2021-2025 di Terna prevede investimenti per 8,9 miliardi di euro (+22% rispetto al piano precedente) per gestire la transizione energetica e garantire l’integrazione delle rinnovabili. La società ha stanziato 1,2 miliardi di euro per investimenti rivolti alla sicurezza e agli interventi necessari a garantire la stabilità dinamica del sistema elettrico e a rispettare gli orientamenti emersi dall’accordo sottoscritto alla Conferenza mondiale sul clima (COP21) di Parigi del dicembre 2015. Il Piano al 2025 prevede interventi mirati e soluzioni innovative volti a fronteggiare i rischi connessi al verificarsi di eventi climatici avversi, la cui frequenza si è intensificata a seguito dei cambiamenti climatici in atto, oltre a rafforzare la capacità di trasmissione e le interconnessioni con l’estero.