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Insight

I Terna Innovation Zone e il futuro dell’innovazione. Parla Carla Napolitano

La responsabile Innovazione di Terna spiega come la strategia scelta stia guidando la trasformazione della rete elettrica italiana, rendendola un punto di riferimento per lo sviluppo nazionale ed europeo, grazie all'open innovation e alle collaborazioni internazionali.

L’innovazione è una leva strategica per il sistema Paese e i Terna Innovation Zone (TIZ), modello di open innovation lanciato da Terna, operatore di trasmissione e di sistema della rete elettrica nazionale, sono gli hub in cui le eccellenze internazionali, le collaborazioni tra istituzioni, enti accademici e startup si incontrano.

Carla Napolitano, Responsabile Innovazione del Gruppo Terna ha illustrato la strategia che sta dietro ai TIZ. Terna intercetta i trend tecnologici globali, gestisce la filiera dell’innovazione, dall’idea all’integrazione industriale, e con i suoi Innovation Zone – dalla Silicon Valley all’Italia, fino alla Tunisia – contribuisce attivamente allo sviluppo degli ecosistemi locali e alla cooperazione internazionale.

I Terna Innovation Zone sono un modello di eccellenza. Quali sono gli elementi chiave del progetto e come si integra con la missione centrale di Terna per la sicurezza e l’efficienza della rete elettrica italiana?

«I TIZ sono luoghi dove trasformiamo idee promettenti in soluzioni pronte per l’industria. Lavoriamo con partner di eccellenza per individuare tecnologie utili al sistema elettrico e le testiamo in condizioni controllate, fino al loro impiego su scala reale.
La nostra missione è creare impatti concreti: migliorare la resilienza della rete, aumentare l’efficienza operativa e accelerare la transizione energetica. Per farlo, combiniamo fonti di innovazione interna – idee delle nostre persone e progetti di intrapreneurship – con collaborazioni esterne, ad esempio tramite il modello di “venture client”, diventando i primi clienti industriali di soluzioni sviluppate da startup e imprese innovative».

Come si articola il rapporto tra i Terna Innovation Zone e i diversi territori? In che modo gli ecosistemi locali influenzano la strategia di innovazione di Terna?

«Ogni TIZ risponde alle caratteristiche del territorio in cui nasce. Operiamo su quattro pilastri: scouting tecnologico (intercettiamo trend e opportunità), co‑innovazione (costruiamo progetti con partner locali e internazionali), sostegno all’ecosistema (diamo impulso a startup e PMI diventando primi clienti) e impatto sulle competenze (lavoriamo con università e scuole per attrarre e far crescere talenti). Il risultato è un circolo virtuoso: il territorio beneficia di nuove competenze e occasioni di sviluppo e Terna accelera l’adozione di tecnologie rilevanti per la rete».

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Giuseppina Di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna, all’inaugurazione del TIZ di San Francisco (foto Terna)

Come si sceglie il territorio in cui creare un Terna Innovation Zone?

«Valutiamo la presenza di infrastrutture strategiche e il potenziale dell’ecosistema locale. Oggi abbiamo quattro TIZ attivi: Silicon Valley (San Francisco), il riferimento globale per le tecnologie emergenti; Tunisi, un’iniziativa con forte valenza sociale, avviata in parallelo al progetto Elmed di interconnessione elettrica tra Europa e Nord Africa; il TIZ Adriatico (Ascoli Piceno), che è collegato all’infrastruttura Adriatic Link e a un ecosistema imprenditoriale in crescita; Torino, un polo con vocazione europea, laboratori su mobilità elettrica e robotica, e un ruolo centrale nel cleantech. Il nostro obiettivo è connettere ecosistemi “avanzati” ed “emergenti” in una rete di innovazione globale, organizzando anche forum pubblici e studi tematici per coinvolgere le comunità».

Quale strategia entra in campo nei Terna Innovation Zone per intercettare le tecnologie emergenti e le tendenze globali, e come valutate il loro potenziale impatto sul sistema energetico?

«Partiamo dai fabbisogni del business e dalle priorità strategiche del Gruppo. Da lì avviamo lo scouting, analizziamo le soluzioni, selezioniamo i partner e impostiamo progetti di sperimentazione. Il percorso è chiaro: prova in laboratorio, test sul campo, dimostrazione su scala e integrazione nei processi operativi. Ogni iniziativa è misurata con indicatori di performance e report di impatto: questo ci consente di decidere rapidamente cosa scalare e cosa migliorare, mantenendo alta la qualità dei risultati per il sistema elettrico».

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Carla Napolitano, Responsabile Innovazione del Gruppo Terna nel corso del Terna Innovation Zone Forum di Torino (foto Terna)

Il dialogo con le startup è un pilastro della vostra strategia, così come quello con PMI, università, istituzioni e altre aziende e da questo punto di vista i Terna Innovation Zone sono un ottimo esempio di open innovation. Può raccontarci di un caso di successo o di una collaborazione particolarmente significativa che ha portato a un’innovazione concreta e misurabile all’interno di Terna?

«Un esempio virtuoso è la collaborazione con Eoliann, una startup italiana di climate tech che utilizza dati satellitari e algoritmi di machine learning per prevedere la probabilità, l'intensità e l'impatto degli eventi climatici estremi. Questa startup torinese è stata individuata da una delle nostre strutture dedicate all’Ecosystem and Scouting. Contemporaneamente, era emerso un business need interno legato alla resilienza della rete e alla gestione del rischio ambientale. La collaborazione con Eoliann è stata ulteriormente rafforzata dal team Investimenti di Terna che, tramite lo strumento del corporate venture capital (investimento in equity), ha posto un focus sulla startup per accelerarne gli sviluppi tecnologici di interesse del Gruppo. Questo caso rappresenta un modello di successo di collaborazione integrata nato direttamente dall’ecosistema che sarebbe poi diventato un TIZ».

Terna, come operatore di rete, ha la necessità di rimanere all’avanguardia a livello internazionale. Quali sono le principali sfide e opportunità legate all’internazionalizzazione della vostra strategia di innovazione e come collaborate con gli ecosistemi internazionali?

«Il sistema elettrico europeo sta attraversando la trasformazione più significativa dell’ultimo secolo: dall’integrazione massiva di rinnovabili all’elettrificazione di industria e città, fino ai rischi di sicurezza fisica e cyber e alla crescente volatilità climatica. Nessun operatore di trasmissione può affrontare queste sfide da solo: la scala e la cooperazione sono una condizione necessaria per resilienza e competitività del sistema europeo. È proprio qui che nasce la TSO Innovation Alliance: un’iniziativa tra Transmission System Operator che intende accelerare l’innovazione di sistema, rendendo l’evoluzione delle reti elettriche un tema visibile e prioritario nell’agenda globale, anche in risposta alla frammentazione che ha finora frenato l’interesse di startup, investitori e centri di ricerca. Il nostro obiettivo è fare massa critica e parlare con una voce europea, in linea con le raccomandazioni sul rafforzamento tecnologico e con gli indirizzi del pacchetto UE per la digitalizzazione e l’interoperabilità delle reti».

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Torino, riunione di kick off della TSO Innovation Alliance (foto Terna)

La TSO Innovation Alliance rappresenta un importante passo avanti nella collaborazione tra gestori di rete. Qual è il ruolo di Terna in questa alleanza e quali benefici concreti, in termini di innovazione, può portare questa sinergia a livello continentale e nazionale?

«Siamo partner alla pari in un’alleanza che nasce con un obiettivo semplice e ambizioso: accelerare l’innovazione grid‑centric. La prima pietra operativa è un Venture Client Program multilaterale co‑disegnato e co‑gestito dagli otto TSO: priorità tematiche condivise, una call europea unica, team di design misti, PoC (Proof of Concept) condivisi, un ambiente dati comune e un percorso di validazione industriale multi‑rete pensato per la scalabilità, così che le soluzioni ottengano credibilità immediata e potenziale di adozione a livello europeo. Questo approccio riduce duplicazioni, aumenta l’impatto, accelera la maturazione tecnologica e rende i TSO più attrattivi per startup, investitori, centri di ricerca e Big Tech. L’alleanza ha una traiettoria evolutiva: costruire una European GridTech Platform che connetta hub, laboratori, testbed, piattaforme dati e attori GridTech lungo l’intero ciclo dell’innovazione – dall’idea alla scala – basata su dati, asset ed expertise condivisi, co‑sviluppo e co‑investimento. Il percorso 2025‑2028 è chiaro: dalla fondazione e primo programma “venture client”, alla costituzione della governance e ai piloti sulla resilienza con dataset condivisi, fino al lancio della piattaforma dati comune e alla rete europea di laboratori interconnessi».