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Transizione

In nome del clima #18: anche il wasabi minacciato dal climate change

Ogni mese proviamo a sfatare alcune credenze diffuse sull’ambiente, il cambiamento climatico e la transizione ecologica. In questa puntata: le colture da cui si ricava il wasabi, la pasta verde e piccante tipica della cucina giapponese, non se la passano bene.

Il wasabi è una pianta di origine giapponese da cui si ottiene l’omonima pasta verde e piccante, tipica della cultura cucina nipponica e molto nota anche in Occidente. Cresce spontaneamente in montagna, al freddo e vicino a corsi d’acqua, ma è anche coltivata da diversi secoli: negli ultimi anni, tuttavia, le colture di wasabi sono state gravemente minacciate dall'aumento delle temperature, tanto che c’è il rischio che in futuro possa quasi completamente scomparire.

Nella maggior parte dei casi quello che si trova nei ristoranti occidentali e in commercio è un misto di wasabi e rafano tinto di verde, perché la pianta da cui si ricava la pasta che accompagna tipicamente il sushi è molto delicata e piuttosto complicata da coltivare: richiede infatti specifiche tecniche e condizioni climatiche per la crescita.

La prefettura di Shizuoka, a sudovest di Tokyo, è una delle zone principali in cui si coltiva questo prodotto agricolo. Secondo i dati del ministero giapponese dell'Agricoltura, delle Foreste e della Pesca, ripresi dal New York Times, negli ultimi dieci anni la quantità di wasabi prodotto nella prefettura di Shizuoka è calata di oltre il 50 percento, a causa del cambiamento climatico e delle attività umane, che hanno alterato le condizioni ideali in cui cresce il wasabi.

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Un prolungato aumento delle temperature in tutte il mondo causa una maggiore umidità e fa aumentare la portata delle precipitazioni in numerose aree del pianeta, a discapito delle colture (Cottonbrol/Pexels.com)

La pianta di wasabi necessita di temperature generalmente inferiori ai 20°C e impiega circa un anno per maturare. Le sempre più frequenti ondate di calore dovute al riscaldamento globale hanno fatto salire regolarmente le temperature sopra i 30°C, toccando in alcuni casi quasi i 40°C. Questo ha reso le piante di wasabi più vulnerabili al rischio di sviluppare muffe e malattie, per poi marcire, e allo stesso tempo è peggiorata la qualità dell'acqua - essenziale per lo sviluppo della pianta - a causa dell'inquinamento.

Per crescere in maniera ottimale la pianta di wasabi ha bisogno di piogge abbondanti e di un'irrigazione costante, come quella assicurata da fonti d'acqua naturali o canaletti di irrigazione: gli agricoltori temono che con il cambiamento climatico le piogge o i tifoni di particolare intensità possano provocare allagamenti e distruggere le piante, danneggiando ulteriormente la produzione.

Per fare fronte a questa crisi del settore, si stanno sperimentando nuove tecnologie con l'obiettivo di sviluppare artificialmente varietà di wasabi che resistano all'aumento delle temperature; operazioni di questo tipo richiedono però moltissimo tempo e strumentazione altrettanto sofisticata: potrebbe essere necessario dover aspettare fino a dieci anni per comprendere quali piante di wasabi saranno più resistenti al cambiamento climatico, senza poi avere la certezza che il loro gusto sia gradevole e adatto al mercato culinario.