Posa cavo sottomarino Terna
Transizione

Capire l'importanza dei cavi sottomarini

I sabotaggi che hanno coinvolto varie infrastrutture di questo tipo evidenziano sia la loro vulnerabilità sia la loro importanza strategica per le connessioni internazionali.

La Commissione europea ha recentemente presentato un piano d’azione per proteggere i cavi sottomarini, cioè le infrastrutture che, attraverso il mare, trasportano, tra le altre cose, energia elettrica e quasi tutto il traffico Internet mondiale — due elementi fondamentali per l’economia globale e non solo. L’iniziativa si è resa necessaria dopo una serie di sabotaggi alle infrastrutture sottomarine avvenuti nel Mar Baltico e nel Mare del Nord.

Già nel 2017, l’allora parlamentare britannico Rishi Sunak – che in seguito sarebbe diventato primo ministro del Regno Unito dal 2022 al 2024 – firmò un rapporto dedicato ai problemi di sicurezza dei cavi sottomarini, mettendo in evidenza i rischi ad essi legati. Nel documento veniva sottolineato, tra le altre cose, che la posizione di questi cavi non è segreta, che il diritto internazionale non prevede una tutela specifica e che danneggiarli non richiede particolari competenze o risorse, poiché anche le normali attività di pesca possono provocare guasti significativi. La loro vulnerabilità è accresciuta dal fatto che spesso percorrono tratti marini profondi e difficilmente monitorabili. Ogni anno si registrano decine di guasti ai cavi sottomarini, in gran parte a quelli dedicati alle telecomunicazioni – i più numerosi e anche i più sensibili all’attività dei pescherecci e al trascinamento delle ancore.

Sui fondali marini, tuttavia, non scorrono solo i cavi che trasportano il traffico Internet, ci sono anche quelli utilizzati per lo scambio di energia elettrica, tra gli altri; sono meno diffusi, ma altrettanto strategici: un danneggiamento, anche parziale, può causare interruzioni significative nella fornitura di energia e contribuire all'aumento della dipendenza da fonti più costose e inquinanti. Per questo motivo, Bruxelles ha scelto di intervenire, promuovendo un coordinamento comune che coinvolga sia i governi nazionali sia le aziende del settore tecnologico.

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A tal proposito, la vicepresidente della Commissione europea per la sovranità tecnologica, Henna Virkkunen, di recente ha evidenziato la necessità di prevedere un approccio integrato basato su quattro assi principali: prevenzione, rilevamento, risposta e recupero, e deterrenza. L’obiettivo è creare – almeno a livello europeo – una rete di cavi sottomarini più resiliente e in grado di reagire tempestivamente a eventuali danni o sabotaggi.

Il piano dell’Unione Europea, in sostanza, mira a garantire maggiormente la continuità dei servizi essenziali – tra cui la trasmissione di energia, tra le altre cose – anche in caso di incidenti, attraverso una serie di investimenti mirati. La Commissione, inoltre, intende promuovere l’uso dei cosiddetti “cavi intelligenti”, dotati cioè di sensori capaci di rilevare vibrazioni o variazioni di temperatura, individuando in tempo reale eventuali anomalie lungo l’intero percorso. L’idea è quella di disporre di una rete di sensori sottomarini in grado di segnalare tempestivamente attività sospette, migliorando la capacità di risposta delle forze navali. Inoltre, Bruxelles punta a integrare i dati dell’Agenzia europea per la sicurezza marittima — che monitora i movimenti delle navi — con quelli provenienti dai satelliti Galileo, il sistema europeo di navigazione satellitare, e Copernicus, il programma dell’UE per l’osservazione della Terra, con l’obiettivo di creare un sistema di sorveglianza unificato per ciascun bacino marino.

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In questo contesto, l’Unione Europea intende anche promuovere la cosiddetta “diplomazia dei cavi”, un approccio strategico che mira a rafforzare la cooperazione con Paesi che condividono gli stessi principi di sicurezza e trasparenza nella gestione delle infrastrutture sottomarine. Tale diplomazia non riguarda soltanto i cavi in fibra ottica destinati alle telecomunicazioni, ma si estende anche e soprattutto ai cavi per la trasmissione dell'energia elettrica, al fine di favorire lo sviluppo di un mercato energetico europeo integrato e sicuro anche nei bacini marini.

I cavi che trasportano elettricità via mare — anche noti come "interconnessioni elettriche offshore" — svolgono un ruolo chiave nella transizione energetica dell’Europa. Attraverso queste infrastrutture, ad esempio, è possibile trasmettere l’energia prodotta dai parchi eolici del Mare del Nord verso le aree industriali dell’Europa centrale, o trasferire energia tra Paesi a seconda delle necessità stagionali: collegando le reti elettriche di diversi Paesi, permettendo quindi di bilanciare domanda e offerta di energia, e di integrare nel sistema elettrico una quota crescente di fonti rinnovabili.

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