Oggi più che mai la sicurezza energetica coincide con la sicurezza economica, politica e sociale dell’Europa intera. L’instabilità internazionale, aggravata dai conflitti e in particolare da quello ucraino, accresce i rischi di una crisi che l’Europa è chiamata ad affrontare rapidamente, accelerando la green transition e allo stesso tempo ampliando e modernizzando la rete delle sue interconnessioni.
Come la rete TEN-T dove corrono i treni veloci che uniscono le capitali dell’Unione, così le interconnessioni energetiche sono essenziali per ridurre i prezzi e aumentare la sicurezza degli approvvigionamenti. Non è un caso se nell’ottobre del 2024 dodici Paesi europei, tra cui anche l’Italia, hanno presentato alla Commissione europea un position paper attraverso il quale viene sostenuta l’esigenza di creare più interconnessioni energetiche tra i Paesi dell’Unione.
All’interno del position paper, sottoscritto dai ministri dell’Energia dei Paesi firmatari, si legge infatti che «l’interconnessione e la cooperazione transfrontaliera sono fondamentali per ridurre i prezzi dell’energia, facilitare la transizione energetica, far funzionare il mercato interno e accelerare la decarbonizzazione».
Nel caso dell’Italia, come degli altri Paesi del continente, un elevato numero di interconnessioni consente di importare energia quando i prezzi interni sono alti o quando la produzione è insufficiente a coprire la domanda di elettricità e questo permette di accedere a fonti di energia più economiche dai Paesi vicini, riducendo le fluttuazioni di prezzo e il rischio di blackout. Con l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili, solare ed eolico su tutte, che sono per natura intermittenti, la capacità di importare ed esportare energia diventa quindi cruciale per bilanciare la rete.