Per tenere acceso il Paese, a volte, servono connessioni particolari. Connessioni che oltrepassano le distanze e le barriere fisiche per trasportare elettricità da una stazione elettrica all’altra, invisibili, sotto il livello del mare: servono i cavi elettrici sottomarini. Si tratta di infrastrutture lunghe decine, centinaia di chilometri, che permettono lo scambio di energia tra diverse zone del mercato elettrico italiano, e non solo. Si aggiungono alle linee aeree e a quelle interrate per quanto riguarda il trasporto dell'elettricità, e possono servire per collegare due sponde della terraferma anche molto lontane tra loro, che altrimenti non avrebbero punti di contatto.
Il loro “lavoro” è trasportare corrente elettrica ad alta tensione; la trasmissione può essere in corrente alternata, quando la distanza da coprire è più corta, o in corrente continua, se i chilometri aumentano ed è necessario ridurre le perdite di trasmissione. Le loro estremità sono direttamente collegate alle stazioni elettriche della rete nazionale. Nel caso di collegamenti in corrente continua, vi è interposta una stazione detta "di conversione" dedicata alla trasformazione della corrente da continua in alternata e viceversa.