Una crescita economica e demografica del pianeta basata su combustibili fossili come negli ultimi decenni non è più sostenibile. Il cambiamento del modello energetico impone un impegno a livello globale per una progressiva e rapida decarbonizzazione e l'efficientamento di tutti i settori energetici. Il settore elettrico è al centro di questo processo, grazie all’efficienza intrinseca del vettore elettrico e alla maturità tecnologica delle FER (fonti di energia rinnovabili). Proviamo a spiegarvi perché, in quattro punti.
La crescita del pianeta impone un impegno a livello globale. Un impegno che consiste in una progressiva e rapida decarbonizzazione e nell’efficientamento di tutti i settori energetici.
1. La sfida
Ad oggi l’elettricità, sebbene si collochi al terzo posto per copertura dei consumi energetici finali (circa 1/5 del totale), è caratterizzata da una penetrazione di fonti rinnovabili pari al 35%, molto superiore alla quota FER sui consumi complessivi del paese. Nonostante questi risultati, la strada per la decarbonizzazione è ancora lunga e gli obiettivi da raggiungere nei prossimi anni rimangono estremamente sfidanti. I target fissati dalla proposta del PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) prevedono, oltre al completo phase out dal carbone entro il 2025, che nel 2030 le FER coprano oltre la metà dei consumi lordi di energia elettrica (55,4%). A tale scopo entro il 2030 sarà necessaria l’installazione di circa 40 GW di nuova capacità FER, fornita quasi esclusivamente da fonti rinnovabili non programmabili come eolico e fotovoltaico.
2. Quali sono gli impatti sulla gestione della rete?
L’incremento delle FER, fonti di energia per loro natura non programmabili, la dismissione degli impianti termoelettrici e i cambiamenti climatici imprevedibili per origine e forza hanno impatti significativi sulle attività di gestione della rete in termini di possibili disservizi, regolazione della tensione e adeguatezza del sistema. In questo contesto la sfida di un operatore di reti di trasmissione (TSO, Transmission System Operator) come Terna è quindi garantire, in ogni istante, il bilanciamento tra produzione e domanda di energia elettrica così da assicurare il trasporto dell’energia lungo la filiera in modo sicuro, adeguato, efficiente costante e affidabile.
3. I fattori abilitanti della transizione energetica
Per realizzare una completa transizione del settore elettrico è necessario un set di azioni condivise tra tutti gli stakeholder su quattro fronti principali: gli investimenti di rete per il potenziamento delle grandi linee infrastrutturali del paese (dorsali Nord-Sud e Sud e isole) insieme alle interconnessioni con l’estero e agli interventi per la resilienza del sistema; corretti segnali di prezzo di lungo periodo per promuovere investimenti in impianti termoelettrici di nuova generazione e nei sistemi di accumulo; l’evoluzione e l’integrazione dei mercati dei servizi di dispacciamento e europei e infine l’innovazione e la digitalizzazione della rete di trasmissione.
4. Addio al carbone… ma quando?
Il completo phase-out dal carbone in Italia è programmato entro il 2025 in linea con gli standard fissati a livello europeo e internazionale. Per raggiungere l’obiettivo, oltre allo sviluppo di circa 12 GW di energie rinnovabili, il sistema elettrico italiano ha bisogno di nuova capacità termoelettrica efficiente per sostituire quella di cui si prevede la dismissione (in primis quella alimentata a carbone). Inoltre, sarà necessaria anche l’installazione di circa 3 GW di nuova capacità di accumulo, sia idroelettrico che elettrochimico. Per realizzare queste opere sarà indispensabile comprimere i tempi di autorizzazione delle infrastrutture di rete (soggette anche ai tempi di approvazione dei Piani di Sviluppo) e di nuova capacità produttiva, in particolare termoelettrica e di accumulo idroelettrico.