Rimane sempre difficile capire quanto qualcosa sia cambiato nel corso degli anni, se non ci fermiamo un attimo a osservare il passato con un occhio più ampio.
Negli ultimi anni, il mercato elettrico è cambiato molto. Capire come e per quali motivi (attraverso i dati) è fondamentale per affrontare le sfide future della transizione energetica.
Se applichiamo questo ragionamento al mercato elettrico, possiamo vedere come il rapporto tra l’Italia e l’energia elettrica sia evoluto nell’ultimo secolo, ottenendo una fotografia della storia del paese e del suo sviluppo, grazie ai dati raccolti dall’ufficio statistico di Terna e compilati attraverso una lunga serie di fonti storiche.
Prendiamo ad esempio la richiesta di energia elettrica italiana. Il livello si mantiene molto basso fino agli inizi del Novecento, comincia lentamente a crescere fino alla flessione corrispondente all’immediato dopoguerra, per poi esplodere negli anni del boom economico, il miracolo italiano che lanciò il nostro paese come una delle economie più sviluppate al mondo. Da allora la richiesta di energia non ha mai smesso di crescere di anno in anno, salvo poi fermarsi negli ultimi periodi con le crisi economiche che hanno colpito l’occidente.
Come è stata soddisfatta questa richiesta? Storicamente il nostro paese ha affrontato la richiesta energetica usando le fonti termoelettriche tradizionali, che infatti subiscono un’impennata speculare a quella della richiesta energetica nel corso degli anni.
Le fonti idroelettriche invece si sviluppano lentamente fino ad assestarsi al livello di 50.000 gigawattora, con un picco di 60.256 nel 2014 (la produzione geotermica invece cresce ancora più lentamente).
Nella fine degli anni 2000 cresce esponenzialmente la produzione di energia rinnovabile da fonti solari ed eoliche, complice la maturazione di queste tecnologie e gli incentivi statali per l’installazione di pannelli solari.
Dall’inizio degli anni '60 alla fine degli anni '80 del Novecento c’è anche un breve parentesi di energia nucleare: l’Italia infatti in quel periodo aveva ben quattro centrali nucleari attive (nelle località di Caorso, Latina, Sessa Aurunca e Trino), che nel picco massimo producevano 8.758 gigawattora.
Nuove sfide attendono il nostro mercato elettrico. Il processo di transizione energetica è già iniziato: guardando agli obiettivi di decarbonizzazione previsti dagli accordi internazionali possiamo aspettarci che il livello delle energie rinnovabili continui a salire nel corso degli anni, parallelamente a una diminuizione dell’utilizzo delle fonti termoelettriche tradizionali da petrolio e gas naturale.