Prende forma il grande polmone digitale dell’energia rinnovabile prodotta, accumulata e scambiata con chi in quel momento ne ha più bisogno. Ci regalerà (lo sta già facendo) un sistema elettrico più economico da gestire, più sicuro per tutti, più flessibile nelle sue capacità di risposta al mutare delle richieste dei cittadini e delle imprese, perfino più “democratico” perché capace di usare, al servizio della rete, anche i piccoli impianti di autoproduzione che stanno proliferando soprattutto grazie alle rinnovabili. Miracoli, che in realtà sono frutto della tecnologia e del mercato, della produzione elettrica distribuita, dei sistemi di accumulo a batterie e della voglia di Terna - il gestore della rete elettrica in alta e altissima tensione - di accelerare nelle soluzioni messe a disposizione dall’evoluzione tecnologica.
Anni di sperimentazione sulle tecnologie con l'obiettivo di mettere a punto le soluzioni anche sul fronte delle regole di mercato e dei meccanismi contrattuali. E ora il via, quello vero. Con un successo persino inatteso. Si è chiusa infatti con non poche sorprese l’asta con la quale Terna ha aggiudicato in dicembre, tra i primi al mondo, 250 megawatt di accumuli al servizio della flessibilità della rete elettrica nazionale nell’ambito del progetto pilota Fast Reserve, dedicato alla sperimentazione di un nuovo servizio di regolazione ultrarapida che si sposa ottimamente con le caratteristiche delle batterie, sia singolarmente sia abbinate a impianti di generazione.