Pamela Mastroddi e Eugenio Giacomoni sono dipendenti di Terna. Lei si occupa di Risorse umane, lui di Acquisti e appalti. In comune, oltre all’azienda, hanno il fatto di essere genitori e avere iscritto i propri figli, lo scorso settembre, all’asilo nido "miniwatt" che il gestore della rete di trasmissione nazionale ha inaugurato nel 2021 nella sua sede centrale di Roma. Si chiama welfare aziendale e si sposa perfettamente col nuovo paradigma lavorativo: c'è lo smart working, certo, ma anche il ritorno alla normalità e la possibilità di fare lo stesso tragitto casa-lavoro anche per portare i piccoli dagli educatori. Il progetto dell'asilo in sede rientra nella visione di Terna su come cambia il lavoro, non solo a causa della pandemia ma anche in vista di una crescente flessibilità. Conciliare ritmi di vita e attività professionale, aumenta la soddisfazione dei dipendenti e, di conseguenza, la loro efficienza sul lavoro.
La comodità più grande, secondo Giacomoni, è proprio quella dell’orario, che copre l’intera giornata lavorativa, «dando modo a me di stare tranquillamente in ufficio fino alla fine del turno, e a mia moglie di occuparsi di tutto il resto, compresi gli altri due figli che abbiamo». L’asilo nido di Terna è aperto dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 17.30, ha posto per una ventina di bambini divisi in tre fasce di età: piccoli (6-12 mesi), medi (13-24 mesi) e grandi (25-36 mesi). Il servizio è a pagamento, ma con un canone assolutamente sostenibile: «Il prezzo è molto inferiore rispetto a un nido privato e la qualità offerta lo vale tutto», osserva Mastroddi.