Scenaristi 2022 esterno Terna
In prima linea

Transizione energetica: giovani analisti disegnano il sistema del futuro

L'ultimo Documento di descrizione degli scenari (Dds), propedeutico ai piani di sviluppo delle reti di trasmissione dell'energia elettrica e di trasporto del gas, è frutto del lavoro di un team di giovani, preparati e motivati per la costruzione di un futuro più sostenibile.

La lotta ai cambiamenti climatici richiede uno sforzo continuo nel tempo per ridurre le emissioni di CO2. Terna, gestore della rete di trasmissione elettrica nazionale, è impegnata in prima linea nella sfida della transizione energetica e, più in particolare, nel portare avanti lo sviluppo sostenibile e il processo di decarbonizzazione del sistema energetico. A tal fine, insieme a Snam lo scorso agosto, ha pubblicato il consueto Documento di descrizione degli scenari (Dds) propedeutico alla predisposizione dei piani decennali di sviluppo delle reti di trasmissione dell’energia elettrica e di trasporto del gas. Il report è frutto del lavoro di un team di giovani, preparati e motivati per la costruzione di un futuro più sostenibile: ormai gli strategist e gli analisti di Terna hanno una media di 30 anni e sono in grado di affrontare al meglio le sfide della transizione energetica, ma soprattutto si sentono parte del processo di trasformazione. Sono loro il motore che trascina il cambiamento per il loro futuro.

Ne abbiamo parlato con Fabio Genoese, head Strategy di Terna da oltre tre anni, di nazionalità italo-tedesca, che guida una squadra composta da dieci persone con cui condivide la sua passione per l’energia. «Un team di giovani, tra i 30 e i 40 anni, tutti appassionati anche perché sono temi che li riguardano in prima persona».

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Il team Scenari di Terna: da sinistra Nunzia Riccio, Lidia De Nuccio, Livio Giorgi, Fabio Genoese (responsabile Strategy), Gianluca Rimini, Aurora Manicardi, Francesca Raffo e Pierluigi Di Cicco (responsabile Scenari e Modelli) (foto Terna)

Con la fiammata inflazionistica iniziata con la pandemia, alimentata dalla crisi energetica prima e dalla guerra in Ucraina dopo, il settore energetico ha dovuto affrontare in pochissimo tempo una serie di sfide “epocali” e il loro impatto sul percorso di cambiamento. Una crisi che potrebbe perdurare anni con riflessi notevoli sulle nostre società. Eppure, se il periodo storico ci ha insegnato qualcosa è proprio la necessità di abbandonare i vecchi schemi e «pensare a un mondo diverso», sottolinea Genoese. E per fare fronte a questa evoluzione Terna punta sui giovani talenti con la loro sensibilità ambientale, capacità di adattamento e voglia di mettersi in gioco. «Per i giovani è più facile avere un’apertura al cambiamento», ma anche «delineare scenari futuri dei mercati dell’energia».

Tornando al documento per raggiungere gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050, gli operatori delineano cinque scenari: due al 2030 e tre al 2040. «Un arco temporale funzionale alla pianificazione delle infrastrutture perché in base a come cambia il mix energetico, nel nostro caso, come operatori di rete costruiamo la nuova rete elettrica».

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Il Centro nazionale di controllo di Terna, a Roma (foto Terna)

Per quanto riguarda la pianificazione, in questo contesto, «è stato molto sfidante rispetto gli anni precedenti, proprio a causa della crisi energetica. Descrivere l’evoluzione del sistema energetico è interessante non solo dal punto di vista ambientale ma anche economico», soprattutto alla luce del drastico aumento del prezzo dell'energia che si ripercuote sulle bollette di famiglie e imprese. Per gli esperti di Terna non c’è dubbio: «Le rinnovabili sono la vera alternativa al gas russo». Tutti temi che riguardano da vicino anche le nuove generazioni, e questo spiega anche perché Terna punta ad attrarre giovani talenti al servizio del complesso processo di transizione verso le energie rinnovabili. «Pensare a un mondo diverso è essenziale per descrivere gli scenari. Serve l'aiuto di tutti per metterli a terra, ma per pensarli è necessario avere un team di giovani».

Nella costruzione dello scenario con orizzonte 2030 per centrare gli obiettivi del pacchetto Fit for 55, che prevede entro il 2030 una quota pari al 65% di rinnovabili sul fabbisogno elettrico complessivo, l'Italia deve installare «70 gigawatt di nuova capacità rinnovabile» e sviluppare circa 95 gigawattora di accumuli, di cui 71 GWh da impianti di grande taglia. «Corrisponde a un tasso di installazione di quasi 10 GW all’anno. Negli ultimi anni abbiamo fatto più o meno 1.000 megawatt all’anno. Nel 2022 forse ne faremo circa 2/3mila». Tale obiettivo è stato raggiunto attraverso un mix equilibrato delle fonti rinnovabili tecnologicamente mature (sole e vento), degli accumuli (pompaggi e batterie), delle infrastrutture di rete e le tecnologie digitali che consentono di massimizzare il valore estraibile dagli asset fisici, e dalle tecnologie efficienti per gli usi finali che si basano sul vettore elettrico (auto elettriche, pompe di calore, sistemi di cottura a induzione).

Si tratta di un obiettivo «sfidante», osserva Genoese, ma «raggiungibile» sia dal punto di vista tecnico sia dalla «volontà del mercato», considerando che Terna ad oggi ha già ricevuto oltre 250 GW di richieste di connessione di nuove Fer (energia prodotta da fonti rinnovabili).

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Gli analisti fuori dalla sede centrale di Terna, a Roma: da sinistra Livio Giorgi, Aurora Manicardi, Gianluca Rimini, Fabio Genoese, Lidia De Nuccio, Pierluigi Di Cicco, Francesca Raffo, Nunzia Riccio (foto Terna)

«Per confronto poi c'è uno scenario Late Transition, elaborato sia al 2030 che al 2040 in cui non raggiungiamo i nuovi target europei ma quelli del vecchio Pniec (Piano nazionale integrato per l’energia e il clima). Dunque arriveremo al Fit for 55 con diversi anni di ritardo (circa 5-10 anni)». La differenza principale rispetto al Pniec, illustra Genoese, è che «nel vecchio piano le rinnovabili erano collocate soprattutto al Nord, adesso con l'aggiornamento sono concentrate più a Sud (soprattutto grazie a una maggiore disponibilità solare ed eolica)».

Poi ci sono gli scenari con orizzonte 2040 «ma sono più indicativi che scenari dettagliati: il Distributed Energy Italia (DE-IT) e il Global Ambition Italia (GA-IT)». Entrambi gli scenari, partendo dal Ff55, definiscono degli obiettivi non vincolanti e intermedi verso il raggiungimento del “net zero” al 2050. Nel primo si ipotizza una penetrazione più̀ spinta del vettore elettrico con conseguente necessità di una quantità̀ più̀ elevata di fonti rinnovabili non programmabili, di accumuli elettrici e di elettrolizzatori che contribuiranno a contenere l’overgeneration.

Mentre nel secondo, gli obiettivi di policy vengono raggiunti grazie all'azione congiunta del contenimento dei consumi, dello sviluppo di energie rinnovabili e all’utilizzo di tecnologie di Carbon Capture, Utilization & Storage (CCUS) per la cattura delle emissioni di processo industriale e di combustione. In tale scenario la quota di termoelettrico programmabile rimane più̀ elevata e le esigenze di contenimento delle emissioni del settore sono affidate all’utilizzo di combustibili verdi, come il biometano, e all’utilizzo della CCUS.

Il solare e l’eolico sono dunque i due principali candidati protagonisti del futuro green del paese. Ma perché? Negli ultimi mesi la scena è stata caratterizzata da cambiamenti climatici estremi che hanno comportato una maggiore frequenza di fenomeni metereologici di intensità elevata e di difficile prevedibilità. Un sistema che si basa su una forte produzione rinnovabili dovrebbe essere più a rischio poiché dipende da fonti intermittenti. «A differenza del solare e dell’eolico il sistema idroelettrico risente di una maggiore stagionalità. Gli anni piovosi si alternano con i periodi di siccità. Viceversa l’intermittenza di sole e vento è principalmente su base giornaliera e settimanale. Pertanto, per contrastare la loro intermittenza, sono sufficienti accumuli giornalieri e settimanali».

Ma per disegnare la rete di domani, imprimendo un’accelerazione alla transizione energetica e garantendo l’integrazione delle rinnovabili, occorrono giovani menti che si dedichino ai “mestieri dell’energia”, tra le «figure più richieste dal mercato in questo momento. Ma se vuoi fare parte di questo processo il posto migliore per viverlo è Terna» che, in quanto «regista e abilitatore della transizione ecologica, ti consente di vedere l’insieme delle cose, che altre aziende non possono fare occupandosi solo di un pezzo della catena del valore».

I giovani sono i driver di questo cambiamento. «Andando avanti ci ricorderemo della nostra esperienza, della nostra crescita, proprio perché avremo la possibilità di toccare con mano l’effetto del nostro operato». Iniziare da giovane «consente di contribuire al cambiamento del nostro sistema», alla costruzione del futuro e delle nuove opportunità. La sfida è imponente e ha bisogno di risorse, uno sguardo al futuro, competenze e creatività. In poche parole, ha bisogno di giovani e di pensare in grande.

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Fabio Genoese, responsabile Strategy di Terna (foto Terna)