A GAME CHANGER?
Gli impianti di cattura e stoccaggio attualmente attivi nel mondo hanno una capacità di assorbimento di 0,01-0,04 milioni di tonnellate all’anno, un dato distante dai 70 milioni di tonnellate all’anno necessarie entro il 2030 per raggiungere gli obiettivi climatici, secondo i dati dell’Agenzia internazionale per l’energia.
Anche se l’impatto attuale è lontano dall’essere decisivo nella corsa alla riduzione delle emissioni, già nel 2022 l’Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite stabiliva che “secondo tutti gli studi disponibili sono necessarie tecniche di rimozione dell’anidride carbonica per raggiungere la neutralità carbonica”. E anche se le emissioni globali dovessero subire un deciso calo, resterebbero tra 10 e 20 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno da eliminare, la tecnica della cattura potrebbe essere comunque d’aiuto.
Attualmente esistono due tipi di tecnologie, la cattura e la rimozione. La cattura riduce il volume totale di inquinamento all’origine, attraverso l’aspirazione, lo stoccaggio o il riuso già negli stabilimenti o nei siti di produzione. Uno dei metodi più utilizzati è la compressione della CO2 per estrarre l’acqua e stoccare la parte restante. Per lo stoccaggio a lungo termine, però, l'unica opzione è utilizzare depositi in profondità sottoterra: servono le condizioni geologiche ottimali, come per esempio l’arenaria, una roccia porosa, con uno strato di roccia più densa nei livelli superiori, come lo scisto che impedisce al carbonio di filtrare.
Il carbonio catturato può anche essere riutilizzato per realizzare altri prodotti, come prodotti chimici, carburante e cemento. Ma il beneficio climatico dipenderà da quanto a lungo il carbonio rimane intrappolato.
La rimozione, invece, fa riferimento a una serie di tecniche diverse che puntano a risucchiare l’inquinamento già presente in atmosfera. Alcune sono low-tech, come la piantumazione di alberi in massa o in ambiente sottomarino con fauna altamente assorbente. Altre modalità sono quelle usate da impianti come Mammoth, che dopo aver aspirato la CO2 la filtra usando agenti chimici e vapore e deposita la parte restante sottoterra.