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Transizione

Veneto: cronaca di una cooperazione di successo

Il dialogo tra territorio e sviluppo delle rete elettrica è un modo vantaggioso per comprendere esigenze e sensibilità di un territorio. Per Terna diventa un obbligo inderogabile durante momenti difficili.

Una delle prerogative di Terna è il dialogo con il territorio, al fine di identificare le soluzioni tecniche più adatte allo sviluppo della rete elettrica tenendo in alta considerazione le necessità e le sensibilità locali. Questo approccio emerge chiaramente nel Piano di sviluppo della Rete di trasmissione nazionale, che contiene gli interventi previsti dal gruppo per i dieci anni successivi e lo stato di avanzamento di quelli iniziati negli anni precedenti. Delle volte però accadono eventi naturali inaspettati, i cui effetti possono portare a un’evoluzione dei piani iniziali con l’obiettivo di andare incontro ai bisogni dei cittadini e all’incognita di variabili imprevedibili come il clima. È il caso della forte perturbazione che ha colpito il Triveneto nel novembre 2018, provocando danni per quasi tre miliardi di euro. È stata una delle peggiori alluvioni di sempre sul suolo italiano: record nelle precipitazioni e nelle raffiche di vento, milioni di metri cubi di legname sradicati. Proprio lo schianto di questi alberi è stato la causa di numerosi problemi alla rete elettrica, con intere zone che si sono ritrovate senza energia per il crollo dei piloni e dei tralicci.

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Il territorio del Triveneto colpito dalla perturbazione (foto Terna)

Nella situazione di emergenza Terna è intervenuta immediatamente per il ripristino della corrente nelle zone battute dal maltempo. Ma si è anche aperta una riflessione tra le amministrazioni dei territori colpiti e l’azienda: è possibile rendere gli interventi previsti da Terna ancora più sostenibili, ricercando soluzioni innovative e allo stesso tempo sicure e non invasive per l’ambiente? Proprio sotto questa garanzia è nato l’accordo tra Terna e la Regione Veneto, a firma dell’amministratore delegato e direttore generale Luigi Ferraris e del presidente Luca Zaia.

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La firma dell'accordo tra il presidente della Regione Veneto Luca Zaia e l'amministratore delegato di Terna Luigi Ferraris (foto Terna)

Il Veneto diventerà quindi un laboratorio dove Terna avrà modo non solo di sperimentare soluzioni tecniche uniche e innovative, da replicare poi nell’intero territorio italiano, ma anche di creare una vera sinergia tra il gestore della rete e la regione. Che cosa prevede dunque l’accordo? Prima di tutto una serie di interventi di riassestamento e razionalizzazione delle rete ad alta e altissima tensione, attraverso la dismissione delle vecchie linee aeree e la creazione di moderne linee interrate. Il maggiore di questi interventi è la realizzazione in cavo interrato dell’elettrodotto a 380 kilovolt Dolo-Camin, un grande progetto di riqualificazione della linea elettrica Venezia-Padova, risultato dall’ascolto dei comuni e dei comitati locali, per un investimento di oltre 400 milioni di euro in cinque anni. Sempre in cavo interrato l’intervento nella media Valle del Piave tra Polpet e l’attraversamento del fiume (a 220 kilovolt), e quello tra Cortina e Auronzo di Cadore (a 150 kilovolt). È prevista inoltre una nuova stazione elettrica a Volpago, con la creazione di 26 chilometri di nuovi collegamenti, sempre interrati, e la demolizione di 51 chilometri di linee aeree.

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All’insegna dell’innovazione i "corridoi verdi", la prima esperienza di questo genere su vasta scala in Italia e in Europa, grazie anche alla collaborazione del Corpo forestale.

Nei tracciati delle linee già esistenti verranno piantate delle specie vegetali a crescita controllata, in modo che i rami non vadano a danneggiare la linea in caso di collisioni (come è accaduto durante gli episodi di maltempo).

Altri interventi riguardano l’installazione di dispositivi di riduzione dei rischi di rottura conduttori per il formarsi di manicotti di ghiaccio, vero e proprio flagello delle linee elettriche sottoposte alle temperature più dure, e ad altre forme di monitoraggio del degrado della rete.

L’investimento continua, e si sposta dal materiale alle persone e alla loro formazione: sarà costruito a Scorzè un nuovo centro di eccellenza che lavorerà grazie ad accordi con le varie università in Veneto per la ricerca e sviluppo nel settore elettrico delle nuove tecnologie, attraverso il finanziamento di borse di studio e premi per tesi di laurea. La dimostrazione che, quando istituzioni e aziende lavorano negli interessi dei cittadini e del territorio, si possono ottenere risultati importanti, in grado di tutelare la sicurezza e allo stesso tempo sviluppare competenze.