«Vorrei che notaste che non indosso la cravatta», faceva notare Pedro Sánchez durante una conferenza stampa nel luglio del 2022. «Risparmiare energia con un piccolo gesto è qualcosa che possiamo fare tutti quanti [...]. In questo modo, contribuiremo al risparmio energetico così necessario nel nostro Paese», osservava il primo ministro spagnolo. La Spagna in effetti è colpita più di altri dagli effetti del riscaldamento globale, che durante la scorsa estate ha portato ondate di caldo anomalo in numerosi centri urbani. La cosa interessante è che le amministrazioni locali si stanno adoperando per sperimentare l'uso di tecnologie non convenzionali per difendersi dal cambiamento climatico, in aggiunta ai piani e alle politiche più tradizionali e di ampio respiro. Lo si è visto ad esempio a Siviglia e a Gran Canaria, dove tecniche usate in passato sono state riscoperte e attualizzate per contribuire a fare fronte alla crisi climatica in corso.
Le autorità locali di Siviglia, nel sud della Spagna, cercavano da tempo soluzioni per contrastare le conseguenze di un ulteriore aumento delle temperature, dovute per l'appunto al riscaldamento globale. Nella capitale della regione dell'Andalusia in estate si toccano di frequente temperature di 40°C, cosa che rende la città una delle più calde in Europa. Una tecnologia che si è scelto di adottare qui, e che è diffusa anche in altri Paesi caratterizzati da un clima particolarmente secco, deriva direttamente dai cosiddetti "qanat", speciali pozzi sviluppati nell'antica Persia oltre 1.000 anni fa.