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Transizione

La Svizzera dovrà raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, per legge

Il 59,1% delle elettrici e degli elettori elvetici ha detto "sì" a una nuova legge sul clima che vincola il paese alla neutralità climatica, con la riduzione progressiva dell'uso di combustibili fossili e l'accelerazione della transizione verso le rinnovabili.

Nel 2021 in Svizzera era stato bocciato un referendum che avrebbe introdotto misure per limitare le emissioni di anidride carbonica, il principale gas responsabile dell’effetto serra e del riscaldamento globale. Di recente invece, tramite un altro referendum che si è tenuto il 18 giugno, il Paese ha approvato una norma che impone al Paese di ridurre l'utilizzo di combustibili fossili e di raggiungere entro il 2050 la neutralità carbonica, che prevede di rimuovere dall’atmosfera una quantità di anidride carbonica pari a quella che viene immessa nell'atmosfera. In particolare il sì ha trionfato con il 59,1%, a fronte di un'affluenza di circa il 42% degli aventi diritto.

La neutralità carbonica è un obiettivo che sempre più Paesi e aziende stanno cercando di raggiungere per contrastare il cambiamento climatico e rispettare così l’accordo sul clima di Parigi del 2015. Questa misura non si riferisce a rimuovere dall’atmosfera soltanto l’anidride carbonica, ma anche agli altri gas serra, come il metano e il protossido d'azoto disperso dai fertilizzanti. Inoltre, non tutti i gas serra contribuiscono allo stesso modo al riscaldamento globale: il "peso" del metano, ad esempio, è 25 volte superiore a quello dell’anidride carbonica, anche se resta nell’atmosfera per molto meno tempo.

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La norma approvata dal referendum svizzero nasce dalla cosiddetta "Iniziativa per i ghiacciai", che prevedeva una serie di misure drastiche per contrastare la crisi climatica che ha causato, tra il 2001 e il 2022, la riduzione di circa un terzo dei ghiacciai svizzeri. La nuova legge impone l'aumento della produzione di energia rinnovabile e, al contempo, la riduzione delle importazioni di petrolio e gas. Per i settori che non possono fare a meno di emettere gas serra, come l'agricoltura e gli inceneritori di rifiuti, sono invece previste tecnologie di prelievo e stoccaggio di CO2.

I detrattori della norma, sostenuta da quasi tutti i principali partiti svizzeri, affermano che comporterà un incremento dei costi legati all'energia, oltre a problemi di approvvigionamento, sottolineando che la Svizzera già oggi importa circa il 70 percento dell'energia consumata nel Paese. Il referendum ha portato anche all’introduzione di un'aliquota fiscale minima del 15 percento per le grosse multinazionali.