Sostenibilità
In prima linea

Nella sfida della transizione energetica la parola d’ordine è "prima l'ambiente"

Storie di Terna/ Eleonora Marchegiani, responsabile degli Studi Ambientali.

«Sono molto fortunata. Fare parte di un processo e poterlo cambiare in meglio...». Non solo lavoro, ma anche una grande passione è quella che muove Eleonora Marchegiani, responsabile degli Studi Ambientali di Terna. Grazie alla notevole esperienza acquisita negli anni, entrata dal 2005 nell'azienda, Eleonora racconta come la società che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale abbia messo la sostenibilità e l'attenzione all'ambiente al centro della sua attività. L'approccio sostenibile e la sensibilità ambientale di Terna trovano infatti espressione fin dalle primissime tappe di un'opera.

«La progettazione di nuove infrastrutture elettriche prevede diverse fasi, per arrivare alla definizione di un progetto che sarà inviato in iter autorizzativo: dagli studi d'inserimento delle nuove opere nel territorio fino alla valutazione dell'impatto ambientale». Gli effetti, diretti e indiretti, di ogni infrastruttura elettrica sull'uomo, sulla fauna, sulla vegetazione, sul paesaggio, oltre che sul patrimonio culturale e ambientale, sono raccolti nello Studio di Impatto Ambientale. L'obiettivo? «Ridurre al minimo gli impatti della rete sul territorio e sull'ambiente circostante», in particolare nella fase di pianificazione e progettazione di nuovi interventi e durante i lavori di cantiere, «analizzando e valutando attentamente tutti gli elementi legati alle componenti sociali e ambientali».

Eleonora Marchegiani

Eleonora Marchegiani al lavoro nella sede di Terna, di cui è responsabile degli Studi Ambientali, a Roma (foto Terna)

Sostenibilità, lotta al cambiamento climatico e attenzione all’ambiente sono temi diventati ancor più fondamentali negli ultimi anni, soprattutto per le aziende infrastrutturali. E Terna non fa eccezione, «realizzando infrastrutture sempre più sostenibili». Un percorso che parte da lontano: «Già da molti anni Terna ha integrato nella progettazione tutti gli aspetti ambientali, un cambio culturale davvero importante...».

Perché l’azienda è responsabile della trasmissione dell'energia elettrica in tutta Italia, attraverso lo sviluppo, la manutenzione e la gestione della rete elettrica ad alta tensione, e dell'attività di dispacciamento, che consiste nel gestire in tempo reale i flussi di elettricità sulla rete. Dunque, la rete, come tutte le opere infrastrutturali, ha un impatto visivo sul territorio, ma si tratta di «opere necessarie di servizio pubblico», spiega Eleonora.

E in diciotto anni di Terna, Eleonora ha davvero vissuto molti cambiamenti. «Terna si è proprio evoluta sotto questo aspetto. Dedichiamo moltissimo tempo alla valutazione degli interventi per la riduzione e la minimizzazione dell'impatto ambientale delle opere e della loro condivisione con il territorio, i cittadini e tutti gli enti coinvolti attraverso incontri informativi dedicati» sin dalle fasi iniziali. Ed è anche grazie a questa valutazione, elaborata da Studi Ambientali, che gli enti coinvolti possono avere contezza per esempio di quelli che sono gli ingombri di un'infrastruttura elettrica e di eventuali migliorie attraverso misure e sistemi di mitigazione e interventi compensativi aggiuntivi, «garantendo così la massima tutela e attenzione per l'ambiente circostante».

Sostenibilità

La sostenibilità è un driver strategico delle attività di Terna (foto Terna)

«È un processo piuttosto lungo – prima dell’avvio dell’iter autorizzativo possono essere necessari anche alcuni anni per i progetti più complessi – perché bisogna approfondire l’intero contesto territoriale in cui l’opera sarà realizzata, dal punto di vista sociale, paesaggistico e naturalistico. E arriviamo a redigere la documentazione ambientale, peculiare a seconda della complessità dell'opera». Ma non finisce qui. Nel percorso che parte dal progetto e va avanti anche dopo l'entrata in esercizio, Terna segue gli sviluppi di ogni opera con un team dedicato di professionisti interni specializzati in ingegneria, geologia, agronomia, scienze naturali e forestali con l'obiettivo di ottimizzare le scelte tecniche sotto diversi aspetti e mitigare quanto più possibile l’impatto delle infrastrutture sull'ambiente.

E se molti non sanno immaginare il proprio percorso professionale, a Eleonora è stato chiaro fin dall’inizio. «Volevo fare le valutazioni di impatto ambientale e ho studiato per questo». Anche quando l'ambiente non era ancora al centro del dibattito sociale e politico. «Quando sono entrata a Terna, le tematiche ambientali erano attività lavorative di Pianificazione Sviluppo Rete, una direzione che attualmente non è più presente. Negli anni è stata creata una suddivisione della direzione originaria, con una parte dedicata alla concertazione con il territorio e quindi relativa alla cosiddetta progettazione partecipata con gli stakeholder, e un'altra focalizzata maggiormente sull'ingegneria».

Poi, circa tre anni fa, quest’ultima è stata ulteriormente suddivisa in due macrosettori: Progettazione e Realizzazione. «Dove lavoro io, ci occupiamo della Progettazione e seguiamo anche la parte ambientale della Realizzazione». Perché questo consente di poter intervenire in via preventiva con misure correttive, andando ad arricchire il quadro conoscitivo per i piani successivi. «Ogni anno Terna pianifica un pacchetto di interventi di sviluppo infrastrutturale su tutto il territorio italiano, parliamo di circa 30 opere». Tra i più importanti che ha seguito Eleonora rientrano il progetto di razionalizzazione della rete elettrica nell’area di Reggio Emilia e il riassetto delle linee elettriche dell’alta tensione in Val d'Isarco. «Ogni progetto ha la sua storia, le sue peculiarità, le sue caratteristiche: ogni opera è una sfida».

«È un processo piuttosto lungo – prima dell’avvio dell'iter autorizzativo possono essere necessari anche alcuni anni per i progetti più complessi – perché bisogna approfondire l’intero contesto territoriale in cui l'opera sarà realizzata, dal punto di vista sociale, paesaggistico e naturalistico. Poi arriviamo a redigere la documentazione ambientale, peculiare a seconda della complessità dell'opera».

E non solo, c’è anche la componente relazionale. Oggi Eleonora è la responsabile degli Studi Ambientali e gestisce un team composto da 12 persone. «È un bel gruppo e speriamo di crescere ancora come numero, c’è veramente tanto da fare con molti progetti direttamente legati alla transizione energetica». Dietro le storie di successo ci sono persone coraggiose, appassionate, che condividono valori e un'idea di futuro.

«Mantenere una certa autorevolezza nelle decisioni da prendere e soprattutto nei tempi previsti, mantenendo le priorità, non è facile. Anche cercare di far crescere le risorse con cui si lavora. Se gli altri funzionano funzioni anche tu». E allo stesso tempo bisogna mantenere una «elevata competenza tecnica dedicata allo studio dell’approfondimento, che poi ti porta a dare un senso al perché hai intrapreso questa strada e agli obiettivi che vuoi raggiungere».

Ma cosa vuol dire lavorare per Terna? Nel suo ruolo di regista del sistema elettrico italiano e di abilitatore della transizione energetica, per realizzare un nuovo modello di sviluppo basato sulle fonti rinnovabili, rispettoso dell’ambiente, prima ancora «è fondamentale saper lavorare in team, che richiede dedizione, ascolto, capacità di confronto e la volontà di non abbattersi. Anche, quindi, enorme passione ma soprattutto bisogna crederci», enfatizza Eleonora.

«Lavorare per Terna è estremamente stimolante. Hai modo di fare parte di questa grande macchina, composta da tanti ingranaggi tutti interconnessi tra loro». Quello che continua a ispirare il suo lavoro, spiega, sono gli «scambi e le interlocuzioni continui con i colleghi, sia all'interno sia con le altre direzioni, ma anche i riscontri con gli enti che valutano e apprezzano la qualità dei progetti, con un'attenzione ambientale significativa. Ed è qui che comprendi di essere parte integrante del sistema Paese e di poter fare la differenza nel processo di transizione energetica. Richiede impegno e passione: in questo modo lavorare è la cosa più bella del mondo».

Traliccio Germoglio Eleonora Marchegiani

Da sinistra i professionisti di Terna Piero Berardi, Eleonora Marchegiani e Nicoletta Rivabene ai tempi del cantiere dell'elettrodotto a 380 kV Trino-Lacchiarella, che si contraddistingue per i caratteristici tralicci "Germoglio" disegnati dall'architetto Hugh Dutton (foto Terna)