9990
Transizione

L'estate italiana della siccità

Il problema della siccità, soprattutto nel Nord, si va estendendo e non si prevedono miglioramenti a breve termine perché non si attendono né grandi precipitazioni né significative diminuzioni delle temperature.

La siccità in Italia continua, soprattutto nella Pianura Padana. Lungo il fiume Po la situazione è particolarmente grave: dopo che il livello dell'acqua era tornato a salire grazie alle piogge dei mesi scorsi, in tutti i punti del fiume in cui si registra la portata (la quantità d'acqua trasportata per unità di tempo) sono stati registrati valori pari o inferiori ai minimi storici, dovuti a temperature generalmente superiori alle medie stagionali e a precipitazioni inferiori. Il più grande fiume italiano sta attraversando «la peggior crisi da 70 anni ad oggi», riporta AdBPo (l'Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici dell'Autorità di bacino distrettuale del Po) definendola «epocale». Lo stesso vale per gli affluenti del Po provenienti dagli Appennini, così come per le falde sotterranee del Piemonte e della Lombardia.

Con la fine del periodo in cui ci si potevano aspettare piogge primaverili – che ci sono state ma non da attenuare gli effetti di mesi senza precipitazioni – e il notevole aumento delle temperature delle ultime settimane (sono stati registrati fino a 2 °C in più rispetto alle medie stagionali nella Pianura Padana) si prevede che la siccità durerà tutta l'estate 2022 e, per far fronte alle sue conseguenze, il Consiglio dei ministri convocato il 4 luglio 2022 ha approvato la dichiarazione dello stato di emergenza nelle regioni del bacino del Po e delle Alpi orientali: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna.

9979

La situazione più grave resta quindi quella del bacino del Po, tuttavia il problema non riguarda solo le regioni del Nord del Paese: in generale tutte le regioni che si affacciano sul mar Tirreno oggi stanno subendo gli effetti della siccità. In Lazio, ad esempio, i livelli dei fiumi Tevere e Liri, così come dei laghi di Bracciano e di Nemi, si sono significativamente ridotti; per questo Acea Ato 2, la società che gestisce i servizi idrici a Roma e nel Lazio centrale, è stata costretta a richiedere alla Regione il permesso di aumentare i prelievi d'acqua dalla sorgente del Pertuso (una delle fonti dell'Aniene), per non dover interrompere le forniture nell'area dei Colli Albani.

Le precipitazioni sono diminuite in maniera preoccupante anche in Toscana, a fronte di un aumento delle temperature medie: la portata del fiume Arno è pari al 27 percento della media, tanto che l'Anbi (Osservatorio dell’Associazione nazionale dei consorzi di bonifica, di irrigazione e di miglioramento fondiario) lo definisce «ormai torrente». In Campania c'è rischio di siccità legato ai bassi livelli dei corsi d’acqua, mentre in Basilicata, Puglia e Calabria le alte temperature delle ultime settimane hanno causato una forte evaporazione nelle riserve d’acqua artificiale.

Le precipitazioni che si sono verificate in Italia tra la fine di marzo e la fine di maggio non sono state sufficienti per portare la situazione a una soglia di criticità più bassa, cioè a scongiurare gli effetti della prolungata mancanza di piogge sulle forniture d’acqua e sull'agricoltura. La siccità infatti è causata da condizioni climatiche relative al lungo periodo, e spesso non si risolve con ripetute piogge di carattere temporalesco ma incostanti: quando il terreno è secco e compatto a causa della mancanza d'acqua, come in questo periodo, in caso di piogge troppo intense non è in grado di assorbire tutta l'acqua, e una parte rilevante viene dispersa.

10039

La stagione primaverile, che si sperava potesse ridurre il deficit accumulato, ha invece confermato la previsione negativa risultando anch'essa povera di piogge, con valori che la pongono al terzo posto dietro solo al 2003 e al 2017. È vero che con l'avvicinarsi dell'estate le temperature aumentano, ma quest’anno già dalla seconda metà di maggio sono state registrate temperature più alte del solito, tali da causare un aumento straordinario dell'evaporazione dell'acqua presente nel suolo, mettendo sotto stress gli ecosistemi.

Nella Pianura Padana si coltiva più del 30 percento della produzione agricola nazionale, e la siccità potrebbe causare grossi problemi al settore, soprattutto per le coltivazioni di girasoli, mais, grano e cereali, oltre a quelle di foraggio per l'alimentazione degli animali. La situazione potrebbe ulteriormente peggiorare con la grandine, che durante i mesi caldi spesso accompagna le poche perturbazioni, aggravando i danni già arrecati dalla siccità ai raccolti. Sul medio e lungo periodo si stima che le aree irrigue italiane verranno colpite per il 40 percento da siccità categorizzata come «severo-estrema», segnala l'Osservatorio Siccità.

9972

«Si può già dire addio al pomodoro tardivo così come a molte orticole, la cui coltivazione, vista la mancanza di acqua necessaria per irrigare, non può neanche essere avviata», ha segnalato la Confederazione italiana agricoltori (CIA), che prevede una riduzione tra il 30 e il 40 percento per le coltivazioni di meloni e cocomeri, e del 50 percento per quelle di mais e soia. Non si prevedono miglioramenti a breve termine, dato che non sono attese grandi precipitazioni né significative diminuzioni delle temperature; soprattutto in ambito agricolo – il settore più colpito dal problema – molto dipenderà dalle strategie di risparmio idrico che saranno portate avanti nei prossimi mesi: nella migliore delle ipotesi si avranno per l'appunto rese più basse, nella peggiore non si riuscirà a garantire del tutto il processo di raccolta.