Negli ultimi anni moltissimi giovani di tutto il mondo si sono rivolti ai tribunali per questioni relative al clima: nei Paesi Bassi, su iniziativa del 21enne Damian Rau, la Corte suprema ha ordinato al governo centrale di fare di più contro il cambiamento climatico per rispettare i diritti umani.
E ancora: sei giovani portoghesi – di età comprese tra i 9 e i 22 anni –, con il sostegno dell’organizzazione non profit Global Legal Action Network, si sono rivolti alla Corte europea per i diritti dell’uomo accusando 33 stati di aver violato i diritti umani, per non avere preso sufficienti misure volte a evitare l’aumento delle temperature medie globali. Se i governi chiamati in causa non riusciranno a ottenere la non-ammissibilità giuridica del caso, dovranno dimostrare che le loro politiche non sono discriminatorie nei confronti delle generazioni a venire e spiegare con quali provvedimenti hanno tenuto conto dei loro interessi futuri.
In Germania, invece, grazie alla ventiduenne Sophie Backsen sarà cambiata la legge sulla riduzione delle emissioni di gas serra, perché la Corte costituzionale l’ha ritenuta non sufficientemente ambiziosa e rigida. L’organo tedesco ha stabilito che a una generazione non dovrebbe essere permesso di «consumare buona parte del bilancio di anidride carbonica sostenendo un onere relativamente leggero, se questo lascia le successive generazioni di fronte a un onere radicale e le loro vite esposte a un'estesa perdita di libertà», facendo quindi riferimento all’impegno che sarà necessario, nei prossimi decenni, per ridurre le emissioni di gas serra se non si prenderanno provvedimenti più ambiziosi nel breve periodo.