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Insight

Nel 2024 è stato superato il limite degli 1,5 °C previsto dall'accordo di Parigi sul clima. E adesso?

Da un lato c'entra il fenomeno climatico El Niño, dall'altro le continue emissioni di gas serra che derivano dalle attività umane. Record registrato anche a gennaio 2025.

Nei mesi scorsi l'Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite aveva anticipato che con ogni probabilità il 2024 sarebbe stato l’anno più caldo mai registrato, superando il 2023 – che fino oggi deteneva il record. Di recente Copernicus, il programma di collaborazione scientifica dell’Unione Europea che si occupa di osservazione della Terra, ha confermato la previsione.

La notizia è stata ripresa da quasi tutti i media internazionali, e ha destato molte preoccupazioni, soprattutto perché il 2024 è il primo anno in cui è stato oltrepassato per una così lunga durata il limite degli 1,5 °C previsto dall'Accordo di Parigi sul clima – cioè il più importante trattato internazionale per contrastare il riscaldamento globale. Il superamento di tale soglia era dato per scontato da diverso tempo, anche perché l’ultimo decennio è stato il più caldo mai registrato, ma l'obiettivo degli 1,5 °C resta comunque importante – per lo meno a livello formale.

A questo dato si aggiunge l'aggiornamento che Copernicus ha condiviso sul mese di gennaio 2025, il più caldo a livello globale, con una temperatura media dell'aria superficiale di 13,23 gradi centigradi, 1,75 in più rispetto alla media stimata del 1850-1900, periodo di riferimento dei livelli preindustriali, e 0,79 gradi in più rispetto alla media di gennaio tra il 1991 e il 2020.

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Il superamento temporaneo della soglia di 1,5 °C, infatti, non significa che l’Accordo di Parigi non abbia più senso di esistere. Il limite è riferito al decennio in corso e ha come obiettivo di arrivare al 2030 con una media dell’aumento di temperatura che non oltrepassi quella soglia. Resta il fatto che con gli attuali andamenti è molto probabile che venga mancato l’obiettivo. Il superamento degli 1,5 °C implica che aumenterà la probabilità di registrare eventi atmosferici estremi. Ondate di calore, uragani, inondazioni e siccità diventeranno ancora più frequenti e intensi, con tutte le conseguenze del caso, come il prevedibile aumento dei flussi di persone legati alle migrazioni climatiche.

Il limite di 1,5 °C era stato fissato come l'obiettivo più ottimista dall’Accordo sul clima di Parigi. È quindi una soglia più "politica" che scientifica, e con un forte valore simbolico. L’importanza di non superare gli 1,5 °C si rese più evidente nel 2018 quando un rapporto dell’ONU mise a confronto tale limite con quello di 2 °C, per mostrare quali sarebbero state le differenze: mezzo grado in più aumenterebbe ulteriormente il rischio che si verifichino sempre più spesso eventi atmosferici disastrosi. L’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) ha comunque sottolineato che l'obiettivo più ottimista dell’Accordo di Parigi si potrà considerare sfumato solo se la temperatura media globale sarà superiore di 1,5 °C rispetto all’epoca preindustriale per almeno vent'anni.

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Sull’aumento della temperatura media globale del 2024 hanno contribuito anche gli effetti del fenomeno climatico El Niño. Questo insieme di eventi atmosferici, che si verifica periodicamente nell’oceano Pacifico, ha un impatto significativo sul clima di gran parte del Pianeta, causando, tra le altre cose, un incremento delle temperature e una diminuzione delle precipitazioni. El Niño aveva interessato soprattutto il 2023, ma alcuni suoi effetti residui hanno influenzato parte del 2024. A questo si sono aggiunti i continui effetti delle emissioni legate al consumo di combustibili fossili.

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Copernicus ha calcolato che l’aumento della temperatura media globale per il 2024 è stato di 1,6 °C, e le altre agenzie internazionali che si occupano di analizzare l’andamento del clima hanno registrato valori analoghi. Secondo il programma dell’Unione Europea, il 2024 è stato di 0,12 °C più caldo rispetto al 2023 e di 0,72 °C più caldo rispetto alla media del periodo 1991-2020. Tutti i mesi da gennaio a giugno del 2024 sono stati più caldi degli stessi mesi negli anni precedenti – per lo meno da quando si raccolgono questi dati. Nello specifico, il riferimento per valutare l’andamento della temperatura media globale sono gli ultimi decenni dell’Ottocento, quando i livelli di industrializzazione erano molto bassi e di conseguenza l’immissione nell’atmosfera di grandi quantità di anidride carbonica – cioè il principale gas serra – derivante dalle attività umane era scarso. La causa primaria dell’aumento della temperatura media globale è infatti l’accumulo di gas serra, dovuto soprattutto all’utilizzo dei combustibili fossili.