Per la prima volta nella storia di Santiago del Cile, dove vivono quasi 6 milioni di persone, sarà attivato un piano senza precedenti per il razionamento dell'acqua, a causa della grave siccità estiva che colpisce diverse aree del Paese da oltre 10 anni. Bisogna prepararsi «al fatto che potrebbe non esserci abbastanza acqua per tutti», ha detto il governatore della regione metropolitana della città, Claudio Orrego, precisando che la siccità in atto è strettamente legata al cambiamento climatico.
Le misure annunciate fanno riferimento a un sistema di allerta basato su quattro indicatori a cui corrispondono altrettante colorazioni, che vanno dal verde al rosso, e che tiene conto del livello delle acque dei fiumi Maipo e Mapocho, da cui provengono gran parte delle risorse idriche della capitale cilena.
In particolare il piano di razionamento impone che qualora il livello dell'acqua nei due fiumi scenda al di sotto di determinati valori, dovrà essere ridotta la pressione dell'acqua in varie zone della città. Inoltre in casi di emergenza il servizio idrico verrà sospeso a rotazione in alcune zone ogni 12, 6 o 4 giorni, per un lasso di tempo di al massimo 24 ore: tale interruzione, prevista dal livello di allerta "rosso", potrebbe riguardare circa un terzo dei residenti della città.