Scegliere alimenti sostenibili, prendere meno aerei o installare i pannelli solari rientra nell’ambientalismo delle azioni quotidiane e individuali – il cosiddetto “performative environmentalism” –, e viene spesso sottostimato da accademici e attivisti, per cui l’unica azione con conseguenze concrete sulla lotta al cambiamento climatico è quella dei governi e delle organizzazioni internazionali. Secondo questa tesi, porre l’attenzione sui doveri delle persone e delle scelte individuali dei consumatori, invece che su quelli dei governi e delle grandi multinazionali, avrebbe persino effetti controproducenti.
Per Annie Lowrey, che sull’Atlantic ha intervistato diversi esperti in merito, sarebbe invece vero il contrario: la giornalista statunitense non crede che l’ambientalismo individuale e quotidiano possa avere effetti negativi, perché le scelte sostenibili dei singoli, per quanto piccole e irrilevanti, possono portare a importanti decisioni politiche; produrrebbero infatti imitazione e abitudini collettive, favorendo la costruzione di società ed economie più vicine alla questione ambientale grazie all’introduzione di leggi in tal senso.