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Transizione

COP27: istruzioni per l'uso

Le cose da sapere prima di seguire l'annuale conferenza sul clima, che comincia il 6 novembre in Egitto.

Dal 6 al 18 novembre in Egitto si tiene la 27esima conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, la COP27. È considerata un evento molto importante per portare avanti la riduzione delle emissioni di gas serra, soprattutto in termini istituzionali. COP sta per “Conferenza delle Parti” e per “parti” si intendono i paesi che hanno firmato la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, nata nel 1992 per contrastare a livello globale la crisi climatica. La Conferenza delle Parti si è svolta ogni anno dal 1995, quando fu organizzata a Berlino (COP1), fatta eccezione per l’edizione 2020. I principali protagonisti delle COP sono le delegazioni dei governi dei paesi del mondo, di cui fanno parte politici e consulenti esperti di vari temi. Ci sono poi i rappresentanti delle Nazioni Unite e vari tipi di osservatori, provenienti da Ong o da Oig (organizzazioni intergovernative), nonché la stampa di tutto il mondo. In media alle COP partecipano ogni anno circa 25mila persone, ma quest’anno sono attesi almeno 40mila delegati.

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A partire dalla seconda metà del Novecento la temperatura media globale è aumentata di 1.2°C (Unsplash.com/Li-An Lim)

I negoziati e gli incontri tra delegati si terranno nella cosiddetta Zona Blu, ospitata nell'International Convention Center di Sharm el-Sheikh sul Mar Rosso. Oltre a questi sono in programma numerosi eventi, organizzati dai governi e dagli osservatori accreditati. C’è poi la Zona Verde, che con i suoi 22mila metri quadrati permetterà al pubblico di confrontarsi e partecipare a varie iniziative. Lunedì 7 e martedì 8 novembre è in programma il vertice dei capi di stato e di governo, il "Summit di attuazione per il clima", a cui parteciperà anche la neo-presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni. Ma contrariamente a quanto si possa pensare «nel corso delle conferenze i negoziati non sono portati avanti sempre in sale plenarie con i delegati di tutti i paesi presenti», fa notare Federico Brocchieri, divulgatore e membro del gruppo tecnico negoziale dell’Italia e dell’Unione Europea, nel breve saggio I negoziati sul clima. Le discussioni davvero importanti avvengono infatti in incontri più ristretti, a cui i giornalisti non sono ammessi. «La ragione per cui si prediligono contesti informali per affrontare questioni complesse sta nella maggior riservatezza di queste sessioni, che spesso vedono l’assenza degli osservatori e la presenza di un numero limitato di delegati», spiega Brocchieri: «In sintesi, si riesce a parlare con più franchezza».

Anche se il processo con cui si prendono le decisioni non è lineare queste diventano ufficiali solo quando sono approvate nella sessione plenaria finale. Eppure non da tutte le COP escono accordi rilevanti, perché per raggiungerli serve un intenso lavoro di trattative preliminari – per lo più tecniche – che si svolgono nel corso di vari summit. Le COP dove furono presi i più importanti accordi internazionali sul clima si sono svolte nel 1997 e nel 2015, e produssero rispettivamente il Protocollo di Kyoto (COP3), raggiunto dopo 3 Conferenze, e l’Accordo di Parigi (COP21), ottenuto dopo 9 anni di confronti. La COP di quest’anno ruoterà attorno a sei argomenti chiave: Transizione giusta; Sicurezza alimentare; Finanza innovativa per il clima e lo sviluppo; Investire sul futuro dell'energia; Sicurezza idrica; e infine Cambiamento climatico e sostenibilità delle comunità vulnerabili. Durante il summit dell’anno scorso a Glasgow, nel Regno Unito, sono state affrontate molte decisioni cruciali, anche a causa delle pressioni del post-pandemia. La conferenza di quest’anno è considerata meno urgente, ma è ancora necessario fare progressi per attuare la decisione prese nel corso della COP26. Ad esempio una delle priorità è rendere pienamente operativo il cosiddetto Santiago Network, pensato per garantire strumenti e assistenza tecnica alle economie vulnerabili: si prevede che in Egitto si raggiungerà un accordo sui termini esecutivi del progetto.

Sharm El Sheikh COP27 logo
Il logo della 27esima conferenza internazionale sul clima, che si terrà a Sharm el-Sheikh sul Mar Rosso

La COP27 è già stata oggetto di diverse critiche alla vigilia, per via dello scarso rispetto dei diritti umani da parte del Paese ospitante, l’Egitto. La celebre attivista Greta Thunberg ha firmato una petizione per chiedere la liberazione dei prigionieri politici egiziani, e ha fatto sapere che non parteciperà all’evento. Per «molte ragioni», dice, ma soprattutto perché «lo spazio per la società civile quest’anno è molto limitato». Ne ha parlato durante la presentazione del suo nuovo libro, The climate book, a Londra: secondo lei le conferenze internazionali sul clima «non stanno davvero funzionando», se non come occasione per organizzare imponenti manifestazioni ambientaliste.

I Paesi ricchi devono firmare un «patto storico» con i poveri sul clima, altrimenti «saremo condannati», ha avvertito il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, intervistato dal Guardian alla vigilia del vertice. Il divario tra Paesi ricchi e Paesi in via di sviluppo deve essere colmato se l'umanità vuole avere una speranza di evitare le peggiori devastazioni del collasso climatico, ha detto il numero uno dell'Onu: «Non c'è modo di evitare una situazione catastrofica se il mondo sviluppato e quello in via di sviluppo non sono in grado di stabilire un patto storico perché, al livello attuale, saremo condannati», ha aggiunto il diplomatico portoghese.

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Agli attuali ritmi di emissione di gas serra nell'atmosfera, secondo le Nazioni Unite la temperatura media globale aumenterà di 4°C entro il 2100 (Unsplash.com/Ronan Furuta)