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Transizione

A che punto stiamo con l’ambiente? #2

Ciò che è successo questo mese nel mondo in cinque notizie: dalle anomale tempeste sulle alpi Marittime allo stato della Grande barriera corallina e alle microplastiche trovate sui fondali australiani.

Quello che è successo nel mondo ad ottobre in cinque notizie, per chi si occupa di ambiente, sostenibilità e transizione energetica.

1.

La meteorologa Véronique Ducrocq, specializzata nello studio dei fenomeni che caratterizzano le zone in prossimità del Mediterraneo, sostiene che le tempeste che si sono verificate dall’1 al 2 ottobre sulle Alpi Marittime sono state un caso eccezionale che avviene solitamente una volta ogni 100 anni. Quest’anno, però, è già la seconda volta che accade, e le piogge hanno raggiunto i 500 mm (ossia 500 litri per mq di superficie).

2.

Secondo un report pubblicato su The Royal Society, si sono registrati grandi cambiamenti nella struttura e nella dimensione della Grande barriera corallina: le regioni più colpite sono state quelle settentrionali e centrali, ma l’apparente stabilità delle altre zone non è destinata a durare a lungo a causa dei molteplici eventi disturbanti, dicono gli esperti.

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L'equipaggio della guardia costiera statunitense mentre collabora alla missione ICESCAPE – Impacts of Climate on Ecosystems and Chemistry of the Arctic Pacific Environment (Kathryn Hansen/Climate visuals)

3.

Uno studio dell’università dell’Alaska e dello United States geological survey ha riportato che i ghiacci situati tra l’estremo oriente russo e l’Alaska non hanno mai avuto dimensioni così ridotte da 5.500 anni.

4.

Il rapporto delle Nazioni Unite e del Centro di ricerca sull’epidemiologia delle catastrofi dell’Università di Lovanio mostra che negli ultimi 20 anni si sono susseguiti oltre 7000 disastri naturali, causando la morte di 1,23 milioni di individui. La questione più preoccupante riguarda le alluvioni, le frane, ma anche le ondate di siccità: in particolare, le alluvioni sono passate da poco più di 1000 nel periodo tra il 1980 e il ‘99 a oltre 3000 dal 2000 al 2019.

5.

Diversi esperti hanno analizzato i sedimenti di microplastiche situati sul fondale della Grande Baia Australiana, prendendo in considerazione sei zone a diverse profondità, e hanno scoperto una maggiore presenza di microplastiche rispetto a quanto era stato registrato in precedenza, pari a 14 milioni di tonnellate.