Francesco Salerni Industrial Program Management Office 25102023 all Terna
Sfide

Sostenibilità e innovazione per una transizione energetica giusta e inclusiva. Parla Francesco Salerni

Per la prima volta nella sua storia, Terna ha integrato il Piano di sostenibilità nel Piano industriale puntando a una "just transition", equa e inclusiva per tutti gli stakeholder. Non può però esserci una transizione energetica senza una contestuale transizione digitale che la accompagni e la sostenga. Ne abbiamo parlato con Francesco Salerni, direttore Strategia, Digitale e Sostenibilità.

Per creare valore nel tempo, un’azienda deve concentrarsi non solo sulla gestione finanziaria e su investimenti mirati, ma considerare anche il contributo della sostenibilità, intendendola come un pilastro fondamentale della propria strategia. Terna, la società che detiene e gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale, ha fatto propria questa sfida con un impegno senza precedenti nel suo Piano di sostenibilità 2024-2028, ora integrato nel Piano industriale. Un approccio che, da un lato, equipara gli obiettivi ESG (environmental, social e governance) agli obiettivi industriali e finanziari e, dall'altro, mette in risalto l'importanza di realizzare una just transition, ovvero una transizione energetica e digitale che sia giusta e inclusiva. Perché «dove investiamo e come investiamo sono due aspetti altrettanto importanti», spiega Francesco Salerni, direttore Strategia, Digitale e Sostenibilità del Gruppo Terna.

La sostenibilità è un driver di investimento sempre più importante per le imprese. Allo stesso tempo, non può esserci sostenibilità senza innovazione, cioè senza una crescita parallela delle tecnologie digitali. La cosiddetta twin transition, che integra la transizione energetica con quella digitale, si presenta come un imperativo ambientale ed economico che non può prescindere da un processo equo e inclusivo verso la decarbonizzazione. Attraverso l'uso delle tecnologie digitali «possiamo accelerare e migliorare questo obiettivo senza escludere nessuno», sostiene Salerni. Per realizzare appieno questa doppia transizione sono necessarie competenze tecniche avanzate e un approccio agile e innovativo per preparare i lavoratori a gestire l’evoluzione del sistema elettrico.

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<p><span dir="ltr">Il Centro Nazionale di Controllo del sistema elettrico di Terna a Roma, completamente rinnovato nel 2024 a sessant'anni dalla nascita (foto Terna)</span></p>

A complemento di questa visione Terna inaugurerà nei prossimi mesi la Fondazione Terna con un triplice obiettivo: promuovere la cultura energetica, contrastare la povertà energetica e migliorare l'accesso al mercato del lavoro nel settore dell'energia. Questo impegno testimonia la volontà dell'azienda di contribuire all’affermazione di un paradigma sostenibile, inclusivo ed equo, che consideri attentamente anche l'impatto sociale delle proprie iniziative.

IL PIANO DI SOSTENIBILITÀ 2024-2028 PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA DI TERNA È INTEGRATO NEL SUO PIANO INDUSTRIALE. QUALI SONO GLI ASPETTI PRINCIPALI E DISTINTIVI?

«Quando parliamo di integrazione intendiamo che i due aspetti su cui è basato il nostro lavoro sono contemperati: il business deve essere sostenibile. Per un'azienda come la nostra, ma vale per tutte le aziende, questo significa che non esiste valore che non sia sostenibile. Avere integrato il Piano di sostenibilità che consideri i tre aspetti ESG - ambientali, sociali e di governance - dimostra al mercato, agli stakeholder e a tutte le persone che lavorano in Terna, che il Piano di sostenibilità ha la stessa dignità del Piano Industriale. In sintesi: dove investiamo e come investiamo sono due aspetti altrettanto importanti.

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Un momento del Capital Markets Day di Terna per la presentazione agli analisti del Piano Industriale 2024-2028. Al centro del tavolo dei relatori l'AD e DG di Terna, Giuseppina Di Foggia; alla sua sinistra il CFO del Gruppo, Francesco Beccali, e alla sua destra il responsabile Investor Relations di Terna Omar Al Bayaty (foto Terna)

Dal punto di vista strutturale, questa esigenza è perfettamente coerente con il Codice di Corporate Governance di Borsa Italiana, approvato nel gennaio 2020, in cui si parla per la prima volta, in maniera formale, di successo sostenibile per un'azienda. Quindi, della necessità di creare valore nel lungo termine che sia di beneficio sia per gli azionisti sia per tutti gli stakeholder. Il Piano Industriale raccoglie gli obiettivi di investimento, i progetti e i target posti dall’Europa e recepiti dall’Italia, e di conseguenza adottati da un’azienda come la nostra. Insieme a questi, integriamo gli obiettivi ESG».

«Quella che abbiamo definito nel Piano Industriale la doppia trasformazione energetica e digitale, la cosiddetta "twin transition", procede insieme alla "just transition", una transizione equa e inclusiva, con l'obiettivo congiunto di creare valore nel tempo, cioè un valore trasformativo, l’unico capace di generare un successo sostenibile di lungo periodo».

Francesco Salerni direttore Strategia, Digitale e Sostenibilità di Terna

IN CHE MODO LA JUST TRANSITION, CHE CONSIDERA IN TERMINI DI IMPATTI TUTTI I VOSTRI REFERENTI, È DUNQUE CONNESSA ALLA TWIN TRANSITION, ENERGETICA E DIGITALE?

«Parto da un'esperienza personale: vengo dal mondo delle telecomunicazioni e da poco sono approdato nel settore dell'energia elettrica. Perché parliamo di transizione equa? Nell’ambito delle telecomunicazioni una questione annosa è quella del digital divide, ovvero il divario digitale. Questo significa che ci sono aree del Paese e fasce di popolazione escluse da servizi essenziali come la banda larga. Escluderle da questo servizio essenziale significa negare loro l'accesso a opportunità disponibili altrove. Non avere una connessione in banda larga significa, per esempio, non poter avviare un'attività imprenditoriale o, per il singolo cittadino, non poter accedere ai molteplici servizi online normalmente disponibili. Nel caso dell’energia il divario è diverso: l’energia arriva in tutto il Paese, ma il suo costo può creare uno svantaggio competitivo per le imprese nazionali rispetto a quelle di altri Paesi. Per i cittadini, il costo elevato dell’energia può significare difficoltà o impossibilità ad accedere a servizi essenziali, impattando sulla qualità della vita. Just transition significa assicurarsi che la transizione energetica, che mira alla decarbonizzazione, avvenga in modo equo e inclusivo. Anche attraverso il digitale possiamo realizzare questo obiettivo più rapidamente e meglio, senza creare esclusioni. Per farlo, tenendo insieme gli interessi degli azionisti, degli stakeholder e della popolazione aziendale, utilizziamo come punto di partenza le evidenze dell’analisi di materialità, una metodologia comunemente accettata che ci consente di identificare i principali elementi su cui puntare l’attenzione e su cui fare una valutazione in termini di rischi che vanno monitorati e mitigati, di opportunità da cogliere e valorizzare, e di impatti da considerare per evitare che le nostre azioni possano contribuire o accentuare fenomeni di esclusione».

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La transizione energetica e digitale permetterà alla rete elettrica di essere sempre più connessa, smart, sicura, resiliente, efficiente e sostenibile, a beneficio di tutto il sistema (foto Terna)

LA STRUTTURA DEL NUOVO PIANO DI SOSTENIBILITÀ È STATA RIVISTA ALLO SCOPO DI INNALZARE L’AMBIZIONE DEGLI OBIETTIVI ESG PREESISTENTI E DI INDIVIDUARNE DI NUOVI. CE NE PUÒ EVIDENZIARE GLI ASPETTI PIÙ INNOVATIVI?

«Riteniamo che Terna sia "green by nature" e "social by purpose". Mi spiego. Ci definiamo "green by nature" perché in virtù del nostro ruolo di TSO (transmission system operator, ndr), trasportiamo il vettore, quello elettrico, che è stato identificato come il vettore del futuro per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Essere "green by nature" in questo momento significa, fra le altre cose, ridurre le emissioni di CO₂ in atmosfera e rafforzare l’impegno verso un’economia circolare, riducendo i rifiuti e gli sprechi derivanti dalle nostre attività e promuovendo, per quanto possibile, il riutilizzo delle risorse. La descrizione "social by purpose" indica invece che portiamo avanti le nostre attività prestando attenzione alla salute e alla sicurezza delle nostre persone e dei dipendenti delle ditte appaltatrici e subappaltatrici, allo sviluppo inclusivo del nostro capitale umano e alla tutela dei diritti e alle legittime istanze dei nostri stakeholder, con un impegno continuo di ascolto verso le comunità locali, con cui abbiamo una costante interlocuzione, poiché ciò che realizziamo ha un impatto sul territorio e sulle comunità. Questo è in parte un elemento di novità per come lo abbiamo estrinsecato e in parte un elemento di continuità. Interveniamo anche con azioni compensative ogni volta che portiamo opere sul territorio. Un esempio recente è il restauro del parco archeologico proposto alla regione Sicilia in occasione del lancio del Tyrrhenian Link (l'opera più importante del Piano Industriale di Terna, ndr), in modo da lasciare un’opera che valorizzi nel tempo la ricchezza dei nostri territori. Per quanto riguarda l’aspetto, altrettanto significativo, della sicurezza dei lavoratori, anche questo non è un elemento di novità, ma l’accentuare e misurare gli obiettivi in quest'area lo è. I nostri lavoratori affrontano due tipi di rischi: i lavori in altezza, perché lavorare sui tralicci significa lavorare a decine di metri d'altezza, e i lavori sotto tensione, perché i nostri tecnici operano mentre la rete è in funzione per non creare disservizi al Paese.

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Un team di tecnici Terna impegnati in attività di lavori sotto tensione per la manutenzione della rete di trasmissione elettrica nazionale (foto Terna)

Molto spesso - e qui ci riferiamo a un approccio che è un mix tra top-down e bottom-up - le richieste di nuovi dispositivi e misure di sicurezza sul lavoro provengono da chi lavora sul campo. La sicurezza dei lavoratori richiede, oltre a un training continuo, anche un ascolto interno costante tra le squadre operative e chi pianifica le misure di sicurezza. Misurare i target è un elemento nuovo del Piano di Sostenibilità e renderli evidenti agli investitori è un impegno serio per l’azienda. Un esempio su tutti è l’incidenza percentuale delle perdite di gas SF6 sul totale dell’installato: dopo anni in cui il target era fermo allo 0,45% abbiamo previsto, nel corso dei cinque anni di Piano, un suo progressivo abbassamento fino ad arrivare allo 0,36% del 2028. Tornando alla sicurezza dei lavoratori, il modo migliore ed efficace di gestirla è quello che abbiamo creato con le squadre sul campo, in cui i lavoratori più giovani, con maggiore forza fisica e resistenza, sono affiancati dai lavoratori più anziani, con maggiore esperienza e più consapevoli dei possibili rischi da affrontare. E qui si crea un mix esperienziale che contribuisce a minimizzare i rischi sul lavoro.

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Una squadra di lavoratori Terna durante l'attività di sostituzione conduttori per i tralicci (foto Terna)

Tutto questo lo abbiamo strutturato e quantificato. È una novità per come abbiamo espresso il nostro Piano e per come lo abbiamo spiegato ai nostri stakeholder. La strutturazione del Piano si basa su quattro principi: la transizione energetica, che è il nostro primo obiettivo, ovvero la riduzione dell’impronta ambientale; la catena del valore sostenibile, in cui ottimizziamo l’approccio circolare dei processi operativi; la creazione di valore condiviso, cioè il rafforzamento della “social license”, con il sostegno delle comunità tramite un’interlocuzione diretta; e, infine, la crescita sostenibile, che tiene conto delle leve di innovazione e digitalizzazione che sono funzionali al nostro core business, il business elettrico, nel rispetto dell’ambiente».

PER PERSEGUIRE UNA TRANSIZIONE INCLUSIVA, TRA LE PRINCIPALI NOVITÀ DEL PIANO DI SOSTENIBILITÀ C’È ANCHE L’ISTITUZIONE DELLA FONDAZIONE TERNA… CI PUÒ DIRE QUALCOSA DI PIÙ SU QUESTA NUOVA INIZIATIVA?

«Questa iniziativa è stata approvata dal Consiglio di Amministrazione contemporaneamente all’approvazione del Piano Industriale. È un progetto di cui siamo particolarmente orgogliosi, ed è attualmente in fase di formale costituzione. Se guardiamo al mondo dei Transmission system operator (TSO) europei siamo una delle poche aziende che ha deciso di impegnarsi maggiormente in attività di responsabilità sociale. In particolare, ci concentreremo su tre filoni: formazione, disuguaglianze e pari opportunità. Quando parliamo di formazione, ci riferiamo alla cultura energetica, insegnare come utilizzare l’energia in modo consapevole è fondamentale. Metteremo in atto iniziative a partire dalle scuole elementari, medie inferiori e superiori con l'obiettivo di educare i giovani su cosa sia l’energia, il suo valore e l’importanza di un suo utilizzo consapevole. Il secondo filone riguarderà il contrasto alla povertà energetica che mira a ridurre le disuguaglianze. Crediamo che la Fondazione sia lo strumento più adeguato a pianificare attività di responsabilità sociale. La Fondazione ci permetterà di coordinare ancora meglio le azioni, collaborando con imprese e organizzazioni non profit già attive in questo settore, con cui possiamo cooperare con risorse umane, programmi e supporto finanziario. Le pari opportunità riguardano le azioni che intendiamo mettere in campo per migliorare l’accesso al mercato del lavoro nel settore energetico, considerando le difficoltà legate alla disponibilità di ingegneri e tecnici, una carenza che si riscontra non solo in Italia ma in tutta Europa. Promuoveremo una consapevolezza su come contribuire a migliorare l’ambiente e il sistema Paese, incoraggiando l’ingresso in determinati settori e discipline. Chiaramente con un occhio attento a quelle che sono le disuguaglianze di genere, un tema centrale nel Piano di sostenibilità».

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<p>Professionisti di Terna al lavoro in una delle sedi dell'azienda che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale (foto Terna)</p>

COME IL PIANO DI SOSTENIBILITÀ 2024-2028 DI TERNA SI ALLINEA AGLI OBIETTIVI GLOBALI DI SVILUPPO SOSTENIBILE NEL PERSEGUIRE UNA TRANSIZIONE ENERGETICA EQUA E SOSTENIBILE?

«I Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite sono il faro e il benchmark con cui ci si misura quando si definisce un piano. È interessante notare che gli SDGs sono fissati per il 2030, così come il primo step significativo verso la decarbonizzazione, stabilito dall’Unione Europea nel Fit-for-55, che mira a ridurre le emissioni nette di gas serra del 55% rispetto ai livelli del 1990. Il 2030 sarà un anno cruciale per valutare quanto sia stato realizzato degli SDGs; quindi, entro sei anni avremo l’occasione di fare un bilancio.

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<p><span dir="ltr">Attività di trapianto e monitoraggio (effettuata da sub professionisti) per la tutela delle praterie di Posidonia Oceanica (foto Terna)</span></p>

Gli obiettivi a cui teniamo particolarmente, perché strettamente collegati al nostro business e sui quali possiamo quindi agire, sono il 7, "Energia pulita e accessibile"; il 9, "Industria, innovazione e infrastrutture" e il 13, "Agire per il clima". A seguire, ma comunque significativo, c'è il 17, "Partnership per gli obiettivi", che dà un ulteriore impulso in termini di accelerazione e di crescita della qualità complessiva delle nostre azioni».

«In generale, possiamo affermare che il Piano industriale e quello di Sostenibilità sono allineati agli SDGs e insieme rappresentano il metro per valutare se stiamo procedendo verso una transizione equa, raggiungendo una sintesi ottimale tra obiettivi ambientali, sociali e di governance».

Francesco Salerni direttore Strategia, Digitale e Sostenibilità di Terna

«Puntiamo inoltre, come già sottolineato, a uso efficiente delle risorse naturali, riduzione delle emissioni di CO2 e riciclo dei rifiuti. Dal punto di vista sociale, ci impegniamo per l'istruzione di qualità, la parità di genere e il rispetto dei diritti umani, considerando anche i nostri progetti e fornitori internazionali. Infine, la buona governance implica il contrasto alla corruzione e la trasparenza nel reporting. Tutto ciò è racchiuso nel nostro Rapporto integrato, che unisce il reporting finanziario a quello di sostenibilità. Questo approccio esiste da anni e siamo stati pionieri nella redazione del Rapporto integrato, anche prima che diventasse obbligatorio per legge. Da quest'anno, non solo la reportistica è integrata, ma è lo stesso Piano di sostenibilità a essere integrato nel Piano industriale. In altre parole, dopo aver integrato il rendiconto dei risultati, abbiamo integrato anche la fase di pianificazione che ne costituisce la necessaria premessa. Sia il "fare" che il "documentare" andranno dunque insieme con l’inclusione nella nostra pianificazione strategica di una prospettiva di sostenibilità».