Dai droni per monitorare le infrastrutture ai robot che scorrono sui cavi elettrici per le operazioni di manutenzione più ardite e pericolose. Dalle soluzioni di intelligenza artificiale per prevenire i guasti e pianificare al meglio gli interventi al progetto di costruire le parti di ricambio all’istante, perfino sul posto, con le stampanti 3D. Da progetti che creino il terreno per le future comunità energetiche alle nuove sinergie operative con i servizi di telecomunicazioni diffusi nel territorio. La missione? Più efficienza, più sicurezza per il sistema e naturalmente meno costi per liberare risorse da dedicare ai nuovi investimenti. Comunque ingenti: per accelerare la trasformazione digitale Terna ha mobilitato 900 milioni nel suo nuovo piano quinquennale.
La carta da giocare? Sicuramente quella della strategia organica. Muoversi in anticipo, sperimentare, collaborare con le migliori intelligenze. Prestando attenzione, grande attenzione, a non cadere in qualche facile equivoco. “Perché pensare all’innovazione come all’idea di qualcuno o di qualche struttura che la diffonde in azienda può essere addirittura pericoloso. Così come importare soluzioni e tecnologie innovative, anche le migliori, può non servire. Si rischia di fare dell’innovazione un fenomeno elitario, persino inefficace”. Il mondo elettrico che verrà “ha bisogno di un intero ecosistema dell’innovazione che sviluppi costantemente valorizzando quello che in realtà è sempre stato il patrimonio quotidiano di tutta l’azienda e fornendo nuove soluzioni anche dall’esterno”.