I dati, la loro gestione, sono il nuovo petrolio. E non è affatto detto che debbano essere una prerogativa “da uomini”, come invece spesso oggi accade. Se da un lato l’economia globale, quella che muove soldi e potere, è sempre più incentrata sulla disponibilità e l’analisi di dati, è anche vero che finora, per motivi culturali, questa opportunità è stata sfruttata quasi solo dal genere maschile: sono gli uomini che prediligono le materie informatiche, sono loro che arrivano più facilmente ai vertici. Ma c’è un progetto della LUISS che ha l’ambizione di trasferire il concetto di “quote rosa” dalla politica alla pratica. Si chiama GROW (acronimo di Generating Real Opportunities For Women) e offre l’opportunità alle studentesse dei vari master della LUISS Business School di prendere dimestichezza, a prescindere dal loro background, con il mondo dei dati. “Vogliamo concretamente avvicinare le ragazze ad ambiti e professioni, anche dirigenziali, che finora sono stati a prevalenza maschile”, spiega Angela Argentieri, tutor dell’ateneo romano.
Prima del Covid queste attività avvenivano in presenza, ad esempio con il cosiddetto shadowing, vale a dire la possibilità data alle studentesse di diventare “l’ombra” di top manager di grandi aziende italiane, cioè di affiancarli per un periodo per “rubare” loro il mestiere. GROW, nato nel 2016, ha visto negli anni praticamente raddoppiare le adesioni, da 90 a 170. Nell’ambito di questo programma c’è Data Girls, un challenge a cui quest’anno ha partecipato anche Terna, insieme ad altre tre aziende: Iren, Italgas e WindTre. E proprio il team selezionato da Terna si è aggiudicato la vittoria finale. Ma vediamo con ordine tutte le tappe di un progetto che ha per obiettivo di preparare i-le manager di domani e di aprire le porte all’innovazione.