Il mondo intero si trova davanti a una grande sfida. E l'unico modo di vincerla è quello di accelerare sulla transizione ecologica e digitale. Per farlo, bisogna puntare su tecnologia e innovazione. «Per questo Terna ha destinato circa 1,2 miliardi di euro di investimenti, dei 10 miliardi di euro complessivi del Piano Industriale 2021-2025 "Driving Energy", alla digitalizzazione e all'innovazione», spiega Massimiliano Garri, direttore Innovation & Market Solutions di Terna. Con lui abbiamo parlato dei progetti che la società che gestisce la rete elettrica nazionale sta portando avanti in materia di innovazione, ma anche dell'autunno "speciale" che si è appena concluso. Un autunno che ha sperimentato temperature ben più alte della media storica e che ha visto Terna impegnata a partecipare a eventi importanti come lo Smau, Maker Faire e una missione nella Silicon Valley. Il tutto con un solo obiettivo: rendere più efficiente, resiliente e sicura la rete.
Il direttore "Innovation and Market Solutions" di Terna traccia un bilancio sulla stagione trascorsa tra riconoscimenti, fiere internazionali e una missione speciale nella Silicon Valley. Ma sono i nuovi progetti il segno che il cambiamento culturale intrapreso dall'azienda è ormai un processo irreversibile.
L’Italia è impegnata nei processi di transizione ecologica e digitale, e in questo percorso l’innovazione è considerata fondamentale per riuscire a centrare gli obiettivi sfidanti che il Paese si è dato. Cos'è l’innovazione per Terna?
«Più che di innovazione in senso stretto è giusto parlare di un percorso verso i nostri obiettivi di innovazione. Il primo è quello di rendere l'innovazione un servizio a disposizione di tutti. Noi teniamo sempre a ribadire che l’innovazione non viene fatta dai singoli, ma dall’intera azienda. Non ci sarà mai una persona sola che innova e gli altri che aspettano che qualcun altro pensi a svilupparla. La funzione di innovazione all’interno di una corporate deve creare cultura, approcci e servizi necessari a innovarsi. Oggi fare innovazione significa anche creare un approccio sistemico, aperto a un contributo esterno che arrivi da un campo che non è il tuo. Si tratta della cosiddetta "open innovation" che rappresenta un aspetto diventato ormai fondamentale».
Sotto il profilo dell’innovazione gli ultimi mesi per Terna sono stati molto impegnativi. Nel giro di pochi mesi avete partecipato al Maker Faire a Roma, allo Smau a Milano e siete arrivati fino alla Silicon Valley per lo Scaleup Summit organizzato da Mind the Bridge. Possiamo provare a tracciare un bilancio di quelli che sono i trend e temi principali che avete incontrato nel vostro “tour autunnale”?
«Il concetto di innovation data service di cui abbiamo appena parlato è proprio quello che ci ha portato allo Smau e ci ha permesso di ottenere un riconoscimento per il nostro approccio, per il nostro tentativo di abilitare la corporate a fare innovazione. È stato uno step importante perché ci ha consentito di lavorare per un anno e mezzo a contatto con i colleghi delle varie strutture. Anche il Maker Faire rientra all’interno del nostro approccio integrato all'innovazione. Un evento che ci ha aiutato a comunicare e a far capire cosa facciamo. Io sono un videogiocatore, un nerd (ride, ndr.). Quindi ho avuto un’idea: usiamo un videogioco per fare capire cosa fa Terna. Al Maker Faire abbiamo reso disponibile un gioco orientato ai ragazzi che ha ottenuto un grande successo. I giovani si sono divertiti, si sono sfidati per vedere chi otteneva il punteggio più alto e, mentre lo facevano, grazie a un linguaggio e un modo di comunicare totalmente nuovo, hanno imparato qualcosa in più su Terna. Giocavano e si avvicinavano alle tematiche di cui ci occupiamo. E devo dire che i ragazzi si sono dimostrati anche i più bravi a capire da subito che per aumentare il loro punteggio avrebbero dovuto puntare più sulle risorse rinnovabili che su quelle fossili, gli adulti hanno fatto più fatica. Esattamente come nella vita reale».
Il terzo step è stato la missione nella Silicon Valley…
«Anche in questo caso il viaggio in California è stato impostato per rendere un servizio ai clienti. Lo abbiamo organizzato in modo da fare capire ai colleghi delle diverse strutture cosa significa fare innovazione in un mondo totalmente diverso dal nostro. Basti pensare che lì sono le corporate a doversi conquistare il tempo delle startup e non il contrario. Per farli venire a parlare con noi abbiamo dovuto convincerli della bontà del progetto che Terna porta avanti».
È l’esatto contrario di quello che avviene in Italia…
«Esatto. Per chi viene dall’Italia si tratta di un approccio del tutto nuovo. Anche perché bisogna capire che nella Silicon Valley le startup misurano il tempo in quarti d’ora, noi lo misuriamo in anni. La loro vita dura due anni, poi o si passa alla fase successiva o si fallisce. Da noi è molto diverso, si va avanti per anni. Siamo venuti in contatto con un mondo diverso dal nostro e siamo riusciti ad approfondire temi molto interessanti: la fusione nucleare, la formazione in ambito esperienziale, la produzione di cavi con tecnologie innovative. Abbiamo dialogato con startup che si occupano di intelligenza artificiale e di previsione dei dati di consumo. Tutto questo è servito a individuare potenziali collaborazioni. Non a caso siamo in contatto con tre startup che sono risultate particolarmente interessanti e speriamo di poter approfondire con loro alcuni dei temi che ci sono più cari. Abbiamo anche approfittato del viaggio per visitare la Stanford University, raggiungendo il collega che sta curando un progetto di ricerca sulla transizione energetica che Terna sta portando avanti in collaborazione con questa prestigiosa università. Terna ha inoltre una persona che lavora a San Francisco, la collega Oriana Calò, che cura i rapporti locali con l’ecosistema di innovazione, ma anche quelli istituzionali con il consolato o con InnovaIt».
Come si inserisce il vostro piano di innovazione in questo contesto?
«Terna ha destinato circa 1,2 miliardi di euro di investimenti, dei 10 miliardi di euro complessivi del Piano Industriale 2021-2025 "Driving Energy", alla digitalizzazione e all’innovazione. Si tratta di un impegno importante che la società ha intrapreso per due motivi fondamentali. Il primo è semplice: la digitalizzazione e l’innovazione della nostra rete hanno bisogno di innovazione tecnologica perché altrimenti perdiamo l’occasione di migliorarci e di essere sempre più efficienti a parità di investimento. Sfruttando la tecnologia si lavora meglio e di meno, si riducono i rischi per i lavoratori, si garantisce più qualità. Senza digitalizzazione e tecnologia non possiamo pensare di raggiungere gli obiettivi sfidanti che ci siamo posti. L’altro motivo riguarda invece il cambiamento culturale che l’azienda deve portare avanti, perché l’innovazione deve consentire di sviluppare nuovi modi di lavorare, nuovi modelli di collaborazione, nuove modalità di gestione delle attività. Affidarsi all’innovazione, alla robotica è l’unica via per accelerare lo sviluppo della nostra attività. Faccio un esempio: Terna ha organizzato la mostra fotografica “Driving Energy” che è stata resa disponibile sul metaverso. Entrare in quel mondo e trovare gli avatar delle persone che guardavano la mostra insieme a me in un mondo virtuale è stato meraviglioso. Si è trattato di un’occasione unica per capire come questi nuovi linguaggi possono aiutarci a crescere».
Quali gli ultimi progetti e iniziative intraprese?
«Cito le ultime due in ordine temporale, perché sono anche molto rilevanti, sempre nell'ottica di questo processo culturale in corso. Di pochi giorni fa è la notizia della costituzione di Terna Forward, una nuova società dedicata all’innovazione tecnologica anche attraverso investimenti di corporate venture capital, con un importo iniziale di 50 milioni di euro. Uno "special purpose vehicle" che ci permetterà di investire anche nelle startup e nelle piccole, medie e grandi imprese ad alto potenziale innovativo e di crescita. Il 13 dicembre si è invece tenuto il pitch day della seconda edizione di Terna Ideas, il nostro programma di corporate entrepreneurship che ci dà davvero enormi soddisfazioni, sia per la qualità delle idee presentate sia per la partecipazione: a questo giro si sono iscritti in 250! Le migliori idee avranno ora l’opportunità di divenire progetti concreti, accedendo a un percorso di accelerazione integrato nei processi di innovation, creando valore per l’azienda e non solo. Per il 2023 abbiamo infatti deciso di fare un passo in avanti lanciando una nuova piattaforma di Terna Ideas, aperta anche a startup e pmi innovative, una novità che ci consentirà di coinvolgere sempre più realtà tecnologiche italiane e rafforzare ulteriormente il nostro approccio di open innovation per la transizione energetica, di cui siamo i principali abilitatori».