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Sfide

Hackathon Sustainable Materials: verso i materiali del futuro

Una finale green and digital per il contest di Terna e UniSMART sui materiali tecnologicamente avanzati per fare la differenza nella rete elettrica del futuro mirando a una transizione energetica sostenibile.

Terna è da sempre in prima linea per l’innovazione e la ricerca, soprattutto quando sono coinvolti i giovani. È da questo impegno che nasce l’ultimo hackathon promosso in collaborazione con UniSMART, la fondazione dell’Università di Padova, e rivolto a studenti universitari, ricercatori e dottorandi dei corsi di laurea STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics).

Una sfida focalizzata sulla generazione di nuove idee e approcci innovativi secondo i principi della sostenibilità industriale, economica e ambientale, in questo caso nell’ambito degli Advanced Materials: materiali dalle proprietà o prestazioni “superiori”, in grado di fare la differenza nella rete elettrica del futuro. In questa categoria rientrano infatti tutti i materiali tecnologicamente avanzati, con proprietà utili a realizzare applicazioni più economiche ed efficienti dal punto di vista della transizione energetica. Una base di partenza per affrontare al meglio la progressiva trasformazione delle infrastrutture elettriche in chiave sostenibile.

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I partecipanti all'Hackathon Sustainable Materials organizzato da Terna in collaborazione con UniSMART, dal 23 al 27 novembre 2020 (foto Terna)

Il contest si è svolto tutto in modalità digitale, tra brainstorming e sessioni formative, dal 23 novembre fino alla finale che si è tenuta il 26 novembre in diretta ZOOM con la presenza di Stefania Ratti e Simona Sapio, rispettivamente "Head of Innovation planning, governance & Hub management" e "Head of Talent Acquisition & Employer Brand" di Terna. Cinque i team selezionati – Smart_Sustainability, Ecolution, EnTra, DC/AC, Tutti Fermi –, con i progetti ritenuti migliori rispetto alle prerogative della sfida: alto profilo tecnologico e attinenza all’economia circolare, in linea con uno o più SDG (i "Sustainable Development Goals" delle Nazioni Unite).

Il gruppo Smart Sustainabilty si è focalizzato sulla tecnologia Beacon, come metodo di prevenzione per gli incidenti durante le operazioni di soccorso in elicottero in zone dove sono presenti linee elettriche dell'alta tensione. I Beacon sono infatti trasmettitori radio a bassa frequenza che una volta posizionati sui piloni, sfruttando la tecnologia Bluetooth Low Energy, permettono di mandare segnali a ricevitori presenti sugli elicotteri evitando possibili collisioni.

La squadra Ecolution ha proposto l’utilizzo di materiali innovativi nell’ambito dell’energy storage in grado di abbattere i costi di produzione e di trasporto e con caratteristiche di conducibilità adatte ai dispositivi elettrici. I ragazzi di EnTra si sono concentrati sulle problematiche derivanti dalla costruzione di infrastrutture sul territorio, a partire dai materiali inquinanti utilizzati. La loro risposta è stata il “cemento dei faraoni”, un cemento (già utilizzato ai tempi della costruzione delle piramidi) totalmente sostenibile in quanto prodotto da materiali di scarto.

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La squadra di studenti dell'Università di Padova che ha presentato le idee vincitrici all'hackathon "Sustainable Materials" (foto Terna)

Tutti Fermi ha sviluppato l’idea di alcune microcapsule in grado di riparare i microdanni sulle guaine isolanti dei cavi interrati. Sfruttando la tecnologia dell’autoriparazione queste capsule, una volta incorporate alle guaine danneggiate dei cavi, possono rilasciare diclopentadiene, un agente che fondendosi al materiale delle guaine permetterebbe di prevenire situazioni di rottura.

Ad assicurarsi la vittoria (e un premio in denaro di 3.500 euro) sono stati però gli studenti del team DC/AC, grazie a due soluzioni innovative per il coating di tralicci e cavi. Il progetto si è sviluppato a partire dalla volontà della squadra di creare un sistema in grado di ridurre l’impatto ambientale dei tralicci e allo stesso tempo contrastare gli eventi climatici estremi. Da qui, l’idea di sfruttare dei rivestimenti “intelligenti” a seconda delle necessità. Per quanto riguarda i tralicci, gli studenti hanno proposto un coating per trasformare le strutture in fotocatalizzatori, ovvero catalizzatori in grado di degradare le molecole organiche inquinanti (come quelle derivanti dal traffico autostradale) grazie alla luce solare. L’altro rivestimento riguarda i cavi e si tratta di un coating che garantisce la stessa attività fotolitica e anche super idrofobicità, permettendo all’acqua di scivolare via dal conduttore senza creare danni. Entrambi i coating sarebbero poi applicabili tramite una vernice in polvere, che non prevede l’utilizzo di collanti chimici. In pratica, una soluzione non inquinante che rende il progetto green al 100% e perfetto per il sistema elettrico del prossimo futuro.