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Sfide

Città ecologiche

La crisi climatica in atto è ormai evidente. Quali sono le soluzioni green che le moderne amministrazioni pubbliche adottano nella politica di tutti i giorni per rendere le proprie città più ecosostenibili?

Più infrastrutture per gli spostamenti a piedi e in bicicletta, più alberi, più energia rinnovabile. Sono solo alcune, tra le molte attività possibili che una città può sviluppare per migliorare e diventare più ecosostenibile. Con l’attuale crisi climatica, la reazione parte anche dagli agglomerati urbani, grandi o piccoli. Non servono solo giardini tra i grattacieli e accenni di mobilità sostenibile, quanto piuttosto progetti ambiziosi con l’obiettivo di migliorare davvero il futuro che si profila all’orizzonte adeguando tecnologie e urbanistica alle esigenze crescenti della popolazione. Alcune città hanno già dato il via ad alcuni interventi nella direzione giusta, per diminuire l’impatto sull’ambiente e arricchire al tempo stesso la qualità della vita dei propri abitanti.

Singapore è tra queste, in anticipo sui tempi. Risale infatti al 2012 la creazione del parco Gardens By The Bay, 250 acri di verde con all’interno 18 alberi artificiali che si estendono fino a 50 metri d’altezza e i cui telai in acciaio ospitano 162.900 piante di oltre 200 specie. Splendidamente funzionali ed ecologicamente meravigliosi, tutti i “supertree” sono attrezzati per raccogliere l'acqua piovana, e alcuni sono dotati di celle fotovoltaiche, che riproducono la clorofilla degli alberi reali e catturano l'energia solare. Gardens By The Bay rappresenta uno dei tanti modi in cui una città può aumentare la propria impronta ecologica, senza rinunciare ad architetture spettacolari nel proprio skyline.

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Il parco Gardens By The Bay di Singapore è uno degli esempi più riusciti di architettura ecologica (Unsplash.com/Victor)

Shenzhen, in Cina - una città affollata di 12 milioni di persone e vulnerabile alle inondazioni - ha dato vita a un progetto per trasformare i suoi tetti in giardini. La motivazione, semplice ma efficace: i giardini possono contribuire a trattenere il 65% dell'acqua piovana e aiutano anche ridurre l'inquinamento attraverso l'immissione di anidride carbonica.

Ma i giardini moderni non devono per forza trovarsi su una superficie orizzontale. Quelli pensili sono diventati quasi più diffusi e più importanti nella lotta per mantenere le nostre città verdi. Complice il poco spazio rimasto a terra e i progressi della coltivazione idroponica, le pareti di grattacieli e simili sono state occupate da flora e fauna. A Milano il Bosco Verticale, a Londra la stazione della metropolitana di Edgware Road Tube Station incorpora nella sua struttura un giardino verticale creato dalla società britannica Biotecture.

L'aggiunta di verde alle città porta più di un beneficio: migliora la qualità dell'aria, lo stato d'animo dei passanti e può anche creare una maggiore resilienza alle più calde temperature estive stimolando l'evapotraspirazione, un processo in cui l'evaporazione dell'acqua dalle foglie delle piante riduce la temperatura dell'aria circostante.

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A Milano il Bosco Verticale contribuisce ad arricchire il verde in città, senza rinunciare all'estetica (Unsplash.com/Daniel Seßler)

Il caldo è infatti uno degli ultimi grandi problemi che le metropoli si sono trovate ad affrontare. Nell'ultimo decennio le estati sono state sempre più calde, con ondate di calore lunghe settimane a causa dell'inquinamento. Una risoluzione totale del problema è complicata, soprattutto in scala cittadina, ma esistono sistemi per tamponare la situazione. I rivestimenti o i materiali di colore bianco applicati, non solo sui tetti, ma anche sulle pareti e persino sulle strade, possono riflettere più energia solare lontano da un edificio. A New York, i volontari della Cool Roofs Initiative hanno rivestito più di 500.000 m² di tetti di un bianco riflettente, riducendo la quantità di CO2 prodotta di 2.282 tonnellate all'anno.

Il “cool roof” è un sistema collaudato di raffrescamento passivo, grazie al quale gli edifici sono grado di riflettere la radiazione solare mantenendo fresche le superfici esposte ai raggi, semplicemente utilizzando materiali ad alta riflettanza solare e ad alta emittanza termica - ovvero la capacità di emettere calore sottoforma di radiazione infrarossa mantenendo il tetto fresco anche sotto il sole. A Los Angeles, città nota come isola di calore urbano, l'amministrazione locale ha deciso di applicare lo stesso principio dipingendo le strade con una vernice di colore bianco ad alto potere riflettente. E a proposito di strade, il bianco non è l’unico colore possibile. Nei Paesi Bassi, già nel 2014, è stata inaugurata una pista ciclabile ricoperta di pannelli solari.

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Le energie rinnovabili sono fondamentali per contrastare la crisi climatica e rendere più ecosostenibili le grandi metropoli (Unsplash.com/Asia Chang)

L’energia rinnovabile è un capitolo fondamentale quando si parla di ecosostenibilità delle città. Da questo punto di vista, l’Italia si difende bene. Secondo il report Ecosistema Urbano: Best Practices 2019 sono 27 i capoluoghi di provincia che già oggi grazie al mix delle fonti rinnovabili riescono a coprire il 100% (o anche molto di più) dei consumi elettrici delle famiglie residenti. Si tratta di un calcolo teorico basato sulla produzione stimata delle diverse tecnologie in rapporto ai consumi medi delle famiglie italiane, ma dà comunque l’idea di come già oggi, con le tecnologie disponibili, sia possibile produrre energia sufficiente per alimentare i diversi fabbisogni dei territori. A Gorizia, per esempio, un ruolo fondamentale nella produzione energetica è giocato dalla presenza di un impianto a bioliquidi per la produzione di energia elettrica da 36 MW, oltre che da più di 7 MW di solare fotovoltaico, 6 MW di idroelettrico e di biomasse; un mix che rende teoricamente autosufficiente, dal punto di vista elettrico, la città.

Anche per quanto riguarda l’inquinamento l’Italia si sta muovendo nella direzione giusta, vietando l’uso dell’auto in certe aree o in certi giorni. Il caso di Milano è quello più significativo: dopo aver istituito l’Area C, che coincide con la Cerchia dei Bastioni, è nata anche l’Area B, che comprende tutto il centro urbano e vieta l’ingresso ai veicoli più inquinanti. E se la prima, tra il 2012 e il 2017, ha già fatto un buon lavoro per la diminuzione di traffico, incidenti e CO2, la seconda consentirà di ridurre le emissioni di PM10 da traffico di circa 25 tonnellate. Anche Modena negli ultimi anni ha restituito alla collettività un’area storica come Piazza Roma grazie alla pedonalizzazione, cancellando il parcheggio che prima dominava l’area.

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L'inquinamento è una delle problematiche maggiori delle grandi città e rende l'aria spesso irrespirabile.(Unsplash.com/Holger Link)

Diminuire le auto porta poi di riflesso l’aumento dei trasporti pubblici e della mobilità sostenibile. A Firenze dal 2017 è possibile arrivare in tram al centro storico direttamente dall’autostrada del Sole, in soli 23 minuti: un progetto che contribuisce alla riduzione della pressione del traffico - pullman turistici e automobili - all’interno della città, incentivando intanto l’uso del mezzo pubblico nell’area fiorentina. Degno di nota è anche il format Bicipolitana, concepito a Pesaro. Una rete di ciclopercorsi che si ispira allo schema di una metropolitana, con linee di diversi colori, e che ha modificato gli stili di mobilità all’interno del Comune, dove ora circa una persona su tre si sposta in bici. Attualmente le 11 linee della Bicipolitana si sviluppano per 90 chilometri e altre sono in via di realizzazione, in futuro forse anche in altre città.

Un altro tema importante è la raccolta differenziata e la gestione dei rifiuti. In Italia la tariffa rifiuti pesa in media 304 euro l’anno a famiglia. A Treviso, invece, si pagano solo 185 euro grazie alle ottime performance della città e dei suoi cittadini nella gestione della differenziata e del recupero. Il modello della città non prevede nessuno spreco e si basa sul paradigma dell’economia circolare e sul principio “chi inquina paga”: più spazzatura si produce, più cresce la bolletta. Vicenza invece ospita la Cooperativa sociale Insieme, dove il riciclo si inserisce nei bisogni sociali più stringenti: ricollocare nel mercato del lavoro vecchie e nuove categorie di lavoratori. Grazie a questo approccio, con 4 negozi dell’usato, 2 centri di preparazione al riutilizzo e 12 centri di raccolta provinciali in gestione, oltre a dare una seconda chance a 500 tonnellate di rifiuti, la Cooperativa riesce a dare occasioni formative a lavoratori svantaggiati. Il tutto tracciando il flusso di rifiuti e potenziali beni, contrastando così modalità spesso illecite e facendo del bene anche e soprattutto alla città.