Il futuro dell’elettricità passa dall’accumulo dell’energia. Le fonti rinnovabili stanno diventando sempre più rilevanti all’interno del fabbisogno energetico italiano, in virtù delle politiche sulla diminuzione delle emissioni di anidride carbonica adottate dall’Italia nell’ambito di diversi accordi internazionali. Tuttavia la strada verso la decarbonizzazione non è affatto semplice: alcune fonti sostenibili infatti, pur essendo presenti in enorme quantità — pensiamo ad esempio all’energia emanata dal sole — sono difficili da sfruttare.
Il futuro dell’elettricità passa dall’accumulo dell’energia. Per questo i progetti di Terna sono decisivi: l’energia rinnovabile, ossia “non programmabile”, deve e può essere trattenuta, quindi programmata.
Queste fonti rinnovabili sono definite non programmabili perché il loro utilizzo non può essere programmato in base alla richiesta energetica momentanea. A questo gruppo, oltre al solare, appartengono l’eolico, le biomasse, l’energia geotermica e quella idrica. Pensiamoci: nella nostra casa abbiamo bisogno di acqua calda, ma le nuvole hanno impedito per tutto il giorno al pannello solare presente sul tetto di ricevere energia: come possiamo ovviare a questo problema? La risposta è nei sistemi di accumulo, che creano le condizioni per cui questo tipo di energia può essere stoccata e ridistribuita in modo programmato. Se proiettiamo questo esempio a livello nazionale, capiamo subito quanto sia importante sviluppare un sistema efficiente di sfruttamento anche di queste risorse, distribuite e rinnovabili. E a questo scopo, sono stati recentemente lanciati nella penisola italiana due progetti di accumulo dell’energia, fortemente innovativi per soluzioni e tecnologie adottate.
Il primo è stato avviato in Sicilia e Sardegna: si chiama Storage Lab ed è un laboratorio unico al mondo per varietà di tecnologie disponibili (supercapacitor, batterie lithium based, batterie ZEBRA, batterie redox al vanadio) e per la natura innovativa dei sistemi di controllo. Qui Terna ha sperimentato le principali tecnologie di accumulo sul mercato, perlopiù di tipo power intensive — che erogano cioè, per tempi brevi, elevate potenze — concentrandosi sulla loro performance, durata e caratteristiche tecniche in situazioni e in condizioni operative diverse (normali e estreme).
Il secondo progetto si chiama Large Scale e prevede la gestione di batterie energy intensive, cioè con un elevato rapporto tra energia accumulata e potenza installata, in tre diversi impianti sul territorio campano. Queste piattaforme hanno l’obiettivo di garantire il massimo utilizzo degli impianti eolici riducendo le congestioni di rete legate a un’eccessiva produzione eolica rispetto alla capacità di trasporto delle linee. Oltre a disporre di batterie di ultima generazione, gli impianti sono dotati di un particolare sistema di controllo, in grado di interfacciarsi con gli impianti periferici e con il sistema centrale.
In base agli impegni internazionali di decarbonizzazione, la quota dei consumi complessivi coperti da energia rinnovabile dovrà crescere nel 2030 al 30% (dal 18% del 2017). In particolare, sempre entro il 2030, i consumi elettrici dovranno essere coperti da rinnovabili per circa il 55%. La strada per sfruttare al meglio le energie rinnovabili è ancora lunga ma i sistemi di accumulo, rendendo di fatto programmabili nello spazio e nel tempo queste risorse, sono una delle soluzioni fondamentali per il successo di questa transizione.