3911
Insight

Le cinque cose da sapere quando si parla di UVAM

Cosa sono le “unità virtuali abilitate miste”, come possono consentire ad alcune risorse di partecipare al dispacciamento e perché l’Italia è tra i paesi europei più avanti sul tema.

1. Che cosa sono le UVAM e a che cosa servono

Una delle peculiarità di ogni sistema elettrico è la necessità di garantire istante per istante che l'energia richiesta dall'insieme dei consumatori (famiglie e aziende) sia sempre bilanciata dall’energia prodotta dalle centrali elettriche. Terna garantisce questo equilibrio attraverso un sistema di controllo altamente tecnologico, utilizzando un apposito mercato dove acquista i "servizi" necessari per assicurare costantemente la continuità e la sicurezza della fornitura di energia elettrica. A oggi i principali fornitori di questi servizi di flessibilità sono le grandi centrali elettriche a combustibili fossili. Con la progressiva decarbonizzazione del parco di produzione, in futuro serviranno anche nuove risorse di flessibilità (es. stabilimenti produttivi industriali, veicoli elettrici, scaldacqua residenziali, pompe di calore) per garantire l'adeguatezza e la sicurezza di un sistema elettrico sempre più ampio ed estremamente più complesso di oggi. Quattro anni fa sono partiti i cosiddetti "progetti pilota" di Terna per avviare questo processo e testare le caratteristiche delle nuove risorse: tra questi il progetto UVAM (unità virtuali abilitate miste) che dal novembre del 2018 consente di abilitare al mercato dei servizi, negli stessi aggregati, unità di consumo (settore terziario e domestico), di produzione e sistemi di accumulo. Le UVAM oggi sono abilitate a fornire servizi quali risoluzione delle congestioni, bilanciamento, riserva terziaria e secondaria.

3922
Con la progressiva decarbonizzazione del parco di produzione energetica serviranno sempre più risorse di flessibilità (Pexels.com/Pixabay)

2. Come funziona la remunerazione

La regolazione economica delle UVAM si distingue da quella per le grandi centrali perché prevede, oltre all’ordinaria remunerazione legata all’energia attivata (€/MWh), anche la remunerazione di disponibilità della risorsa (corrispettivo fisso, €/MW). La decisione di remunerare la disponibilità è motivata dal fatto che le risorse partecipanti, dal lato consumatori, sono principalmente stabilimenti produttivi industriali, disponibili a ridurre i propri prelievi di energia. Tali soggetti, per fornire flessibilità nel mercato dei servizi, devono sostenere costi fissi di investimento per installare e mettere a punto le apparecchiature necessarie a sviluppare il servizio e costi annuali di gestione dell’operatività (per esempio dotarsi di sale di energy management).

3. Quante UVAM ci sono in Italia

A dicembre 2021 risultavano qualificate più di 220 UVAM con una potenza di circa 1280 MW e con 1072 POD (Point of Delivery) coinvolti. In particolare nel corso del 2021 per la prima volta si sono qualificati anche impianti di accumulo, sia stand-alone che di piccola taglia abbinati ad impianti di fotovoltaico domestico. A seguito delle aste a dicembre 2021 risultavano assegnatari di capacità 17 diversi BSP (Balancing Service Provider), responsabili delle prestazioni dei servizi negoziati sul mercato dei servizi.

9940
In futuro anche risorse come gli stabilimenti produttivi contribuiranno a garantire l’adeguatezza e la sicurezza del sistema elettrico

4. Le prospettive future

L'abilitazione e l'utilizzo da parte dei TSO di risorse flessibilità per soddisfare i propri fabbisogni di servizi assumerà progressivamente un ruolo strutturale su scala globale. Si stima che al 2050 il demand response da settori industriale, terziario, residenziale e trasporti (essenzialmente per lo sviluppo di veicoli elettrici) in Europa possa arrivare a 150 GW.