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Sfide

Quando l’innovazione si fa sistema. Parla Massimiliano Garri

Massimiliano Garri, responsabile Innovation & Market Solutions di Terna, crede in un modello distribuito e aperto che coinvolge l’intera rete aziendale nei processi di innovazione della rete diffusa.

Dai droni per monitorare le infrastrutture ai robot che scorrono sui cavi elettrici per le operazioni di manutenzione più ardite e pericolose. Dalle soluzioni di intelligenza artificiale per prevenire i guasti e pianificare al meglio gli interventi al progetto di costruire le parti di ricambio all’istante, perfino sul posto, con le stampanti 3D. Da progetti che creino il terreno per le future comunità energetiche alle nuove sinergie operative con i servizi di telecomunicazioni diffusi nel territorio. La missione? Più efficienza, più sicurezza per il sistema e naturalmente meno costi per liberare risorse da dedicare ai nuovi investimenti. Comunque ingenti: per accelerare la trasformazione digitale Terna ha mobilitato 900 milioni nel suo nuovo piano quinquennale.

La carta da giocare? Sicuramente quella della strategia organica. Muoversi in anticipo, sperimentare, collaborare con le migliori intelligenze. Prestando attenzione, grande attenzione, a non cadere in qualche facile equivoco. “Perché pensare all’innovazione come all’idea di qualcuno o di qualche struttura che la diffonde in azienda può essere addirittura pericoloso. Così come importare soluzioni e tecnologie innovative, anche le migliori, può non servire. Si rischia di fare dell’innovazione un fenomeno elitario, persino inefficace”. Il mondo elettrico che verrà “ha bisogno di un intero ecosistema dell’innovazione che sviluppi costantemente valorizzando quello che in realtà è sempre stato il patrimonio quotidiano di tutta l’azienda e fornendo nuove soluzioni anche dall’esterno”.

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Massimiliano Garri, responsabile Innovation & Market Solutions di Terna (foto Terna)

La sfida della rete diffusa. Massimiliano Garri è da qualche mese responsabile Innovation & Market Solutions del gestore della rete di trasmissione elettrica nazionale. La postazione nel ponte di comando che sovrintende e guida il futuro tecnologico ma anche organizzativo del popolo di Terna sul territorio. Garri viene dalla consulenza e ha attraversato le imprese. Deve affrontare per il grande operatore di rete le opportunità ma anche le criticità tecnologiche di una fase di transizione non sempre facile: il mercato che si sviluppa, gli operatori che si moltiplicano, le energie verdi parcellizzate sul territorio con tutte le loro criticità di gestione. “Basti pensare che nella rete italiana di Terna 10 anni fa esistevano circa 800 punti dai quali veniva immessa l’energia nel sistema, oggi sono diventati circa 1 milione e la crescita continua velocemente”.

Un modello inclusivo, distribuito, aperto. In tutto ciò Garri ha un criterio guida: la visione di sistema. Il sistema è quello del coinvolgimento orizzontale dell’intera azienda sui processi di innovazione. “Non c’è, non deve esserci, chi fa innovazione e chi non la fa. È un metabolismo operativo”. Ma sistema vuol dire anche apertura verso una rete più articolata possibile di partnership mirate, non solo in Italia ma anche nel mondo, Silicon Valley in primis. Non per assorbire ma, appunto, per collaborare, scambiare, moltiplicare la resa. “Secondo un modello inclusivo, distribuito, aperto ai grandi istituti universitari ma anche alle startup in Italia e all’estero. E soprattutto concreto”.

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Un esempio di apparato digitale montato sui tralicci di Terna per la raccolta e il monitoraggio dei dati (foto Terna)

Questo modello, prima condiviso e poi operativo, abbraccia quindi le competenze di Terna (unità impianti, direzioni territoriali ma anche le factory, in ambito di system operator e transmission operator) fino a coinvolgere startup, mondo accademico e territori: dagli innovation hub nelle città italiane ai grandi istituti pubblici come l’Enea, fino a santuari planetari come la Stanford University. “Quella che io chiamo cultura dell’innovazione è una cultura fatta di creatività e imprenditorialità ed è soprattutto un processo, in cui è necessario un pensiero laterale ma anche un piano d’azione molto preciso. Il motto più condivisibile? Fail fast, fail often”, dice Garri, convinto che nel futuro presente delle smart city, dei big data e della mobilità elettrica servano, certo, le partnership esterne ma anche “un’importante valorizzazione del capitale intellettuale (intellectual property) già esistente in azienda, che ha un potenziale enorme con altissime competenze tecnologiche”.

La strategia 70/20/10. Un modello che Garri ama ricondurre a uno schema 70/20/10 che ricorda, ma solo funzionalmente, il celebre modello formativo sviluppato a metà degli anni ’80. “Il 70% di risorse da impiegare - spiega Garri - per trovare modi nuovi per svolgere le attività e migliorarne il risultato”. L’esempio calzante quello dell’utilizzo dei droni e dei robot nella manutenzione degli asset elettrici. Il 20% secondo una logica sfidante, “push”, per rispondere alle esigenze del business rispondendo a stimoli “in prossimità””. Un esempio? La stampa in 3D dei pezzi di ricambio. “Il 10% dev’essere dedicato alla discontinuità, le soluzioni “di rottura”, per sviluppare la creatività guardandoci intorno e portare veri stimoli di innovazione. È questa, forse, la parte più difficile”. L’esempio riguarda una grande rivoluzione che arriverà, o forse addirittura partirà, dai clienti finali del sistema elettrico: lo sviluppo di comunità elettriche di produzione e consumo “anche completamente indipendenti dal sistema”. Con tutte le implicazioni per le regole tecniche e di mercato che dovranno essere ridefinite per consentirne l’esistenza e lo sviluppo.

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Sopralluogo dei tecnici di Terna con l'utilizzo di un drone (foto Terna)

Guidare le scelte. Trasversali, interdisciplinari, capaci di anticipare i grandi trend senza però cedere alle sirene di qualche preveggenza che potrebbe rivelarsi fuori fase. Così è per l’indubbia convergenza tra i mondi dell’energia e delle telecomunicazioni, per i quali c’è chi pronostica perfino un matrimonio organico in piena regola. “I due mondi stringono sinergie e alleanze, ma ognuno rimarrà con i suoi caratteri distintivi sia nella missione sia nell’operatività”, taglia corto Garri. “Sinergie delle telecomunicazioni con le infrastrutture di Terna, così capillarmente diffuse nel territorio e ormai permeate da una fitta rete di fibra ottica? Certamente sì, con grandi vantaggi per la collettività”.

Coraggio nell’anticipare, ma serve realismo. Ecco perché l’innovazione deve concentrarsi sulla capacità di realizzazione. Guardare alle tecnologie e ai trend, elaborare idee e valutare soluzioni, realizzare progetti in tempi rapidi e secondo un approccio basato su MVP (Minimum Viable Product). Dei 90 progetti oggi in ambito delle attività di innovazione di Terna più della metà riguardano il miglioramento nella gestione degli asset e l’esercizio del sistema elettrico. “Il cambiamento climatico, l’elettrificazione dei consumi, la mobilità elettrica, la sostenibilità. Sono sfide che come Terna dobbiamo non solo affrontare ma guidare, anche grazie alla tecnologia e all’innovazione, in un’ottica di sistema e di generazione di benefici per tutta la comunità”.