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Insight

Infrastrutture per l’energia chiave della ripresa

Tra le priorità, per far decollare gli investimenti, c’è sicuramente la semplificazione delle procedure autorizzative: se ne è parlato all’ultimo webinar di Confindustria Energia.

La filiera energetica può diventare il volano della ripresa post Covid-19 e Terna è pronta a giocare un ruolo da protagonista. Ma le aziende, per cogliere fino in fondo la sfida, lanciano un nuovo appello al mondo politico perché venga avviato il prima possibile un piano di semplificazione e sburocratizzazione che aiuti le società a realizzare investimenti utili a contribuire alla ripartenza, favorire l’occupazione e a spingere sull’implementazione degli obiettivi del Green New Deal europeo. La transizione energetica è irrinunciabile, insomma, ma non si realizza dal nulla.

La pandemia che ha colpito l’Italia e il mondo ha già cominciato a mostrare il suo disastroso impatto sulle economie dei Paesi più colpiti, ma ha anche lasciato negli stessi un'urgenza di cambiamento che può trasformarsi in un’opportunità di sviluppo. L’accelerazione impressa alla digitalizzazione e la maggior consapevolezza relativa alla necessità di ricostruire puntando su modelli di crescita più sostenibili rappresentano le basi su cui fondare una ripresa economica che dovrà per forza di cose mettere al centro di tutto la transizione energetica.

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Il webinar di Confindustria energia “Infrastrutture energetiche per la ripresa dell’Italia e per lo sviluppo del Mediterraneo” si è tenuto il 22 luglio 2020

“È un’occasione unica e forse irripetibile per disegnare un nuovo futuro per il Paese mettendo al centro gli investimenti per una ripresa green orientata alla massima efficienza ed efficacia di tutti gli interventi”, ha affermato Giuseppe Ricci, presidente di Confindustria Energia nel corso del webinar “Infrastrutture energetiche per la ripresa dell’Italia e per lo sviluppo del Mediterraneo”. Un evento a cui hanno partecipato rappresentanti di istituzioni e imprese per confrontarsi sulle sfide che il settore dovrà affrontare allo scopo di favorire la ripartenza e sulle istanze di un’industria che sa di poter giocare un ruolo chiave, ma che per poterlo fare ha bisogno di una programmazione e di una visione sistemica.

Oggi il Paese ha bisogno di accelerare gli investimenti infrastrutturali per supportare una rapida uscita dalla crisi economica post pandemia. I nostri progetti di sviluppo per un sistema elettrico sicuro, efficiente e decarbonizzato rappresentano un immediato volano per l’economia italiana”, ha confermato l’amministratore delegato di Terna Stefano Donnarumma durante il suo intervento.

La posta in gioco è enorme. Secondo lo studio “Infrastrutture energetiche per l’Italia e per il Mediterraneo”, redatto da Confindustria Energia, nel periodo 2018-2030 la filiera energetica nazionale è in grado di mobilitare 110 miliardi di investimenti sulle infrastrutture primarie, con un impatto sul PIL pari a +0,8% medio nel prossimo decennio e un valore aggiunto di 350 miliardi di euro. Grazie a queste risorse si riuscirà inoltre a dare lavoro a 135mila persone all’anno fino a fine vita degli impianti, a favorire una riduzione annua di 75 mtCO2 prodotte, ma anche a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, trasformando l’Italia nel fulcro del Green Deal euromediterraneo.

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Tecnici Terna al lavoro (foto Terna)

Terna ha intenzione di fare la sua parte. La società che gestisce la rete elettrica nazionale ha in programma, entro il 2030, 14,5 miliardi di investimenti volti a favorire il dispacciamento di energia elettrica prodotta da rinnovabili non programmabili e promuovere l’efficienza energetica, cui si aggiungono ulteriori 4,9 miliardi di euro da destinare all’implementazione delle infrastrutture complementari quali i sistemi di accumulo e bilanciamento della rete. Per far sì che questi piani diventino realtà saranno però imprescindibili semplificazioni, iter autorizzativi più chiari e veloci, regole certe, integrazione e collaborazione tra i mercati.

“Oggi un progetto importante di Terna si conclude in circa 10 anni, di cui 7 di autorizzazioni e 3 di realizzazione”, ha spiegato Donnarumma, chiarendo in poche parole quali siano gli scogli da superare per favorire la ripresa. “Accorciare e rendere certe le tempistiche autorizzative è nell’interesse di tutti se vogliamo far ripartire il Paese: ogni miliardo di investimenti realizzato da Terna, infatti, genera circa 3 miliardi in termini di PIL e crea svariate centinaia di posti di lavoro”, ha continuato il manager commentando le misure del decreto Semplificazioni, considerate utili ma non ancora sufficienti.

Allo scopo di sviluppare un dialogo proficuo con le istituzioni “stiamo predisponendo alcune richieste e suggerimenti che nelle prossime ore trasferiremo agli uffici competenti”, ha detto Donnarumma, sottolineando soprattutto come “sui tempi credo sia fondamentale la perentorietà. Ci vogliono regole chiare, precise che vengano assolutamente rispettate. Questo darà la possibilità alle aziende di fare la corretta pianificazione”.

Il manager si è poi soffermato sulle recenti valutazioni fatte da Cassa Depositi e Prestiti, Terna e Snam sulla realizzazione di un eventuale piano di investimenti al Sud: “Un possibile intervento da 5 miliardi potrebbe generare sino a 10 mila posti di lavoro, tra diretti e indotto, proprio nelle regioni del meridione d’Italia che ne hanno più bisogno”. Ma puntare sulla transizione energetica non è importante solo per l’economia interna: “Terna giocherà un ruolo chiave nella transizione energetica anche grazie allo sviluppo delle interconnessioni con l’estero, che permetteranno al nostro Paese di rafforzare il proprio ruolo quale hub energetico del Mediterraneo”, ha sottolineato il CEO.

La posizione geografica dell’Italia, le sue caratteristiche climatiche rappresentano infatti un’opportunità unica per creare nuove collaborazioni con l’area euro-mediterranea, esportando il nostro modello energetico in Paesi con prospettive di sviluppo demografico ed energetico senza paragoni. L’OME (Osservatorio Mediterraneo dell’Energia) stima 1.900 miliardi di investimenti nell’area, di cui 900 per lo sviluppo energetico sostenibile nei territori della sponda Sud ed Est. Rafforzare le sinergie e favorire l’integrazione del mercato elettrico ed energetico diventa dunque fondamentale. Terna, dal canto suo, ha incluso nel proprio Piano di Sviluppo decennale il collegamento elettrico fra Italia e Tunisia entro il 2027 e ha spinto per la creazione di Med-Tso (Mediterranean Transmission System Operators) e di Med-Reg, cui la Commissione Ue ha chiesto di elaborare criteri per la definizione di Progetti d’Interesse Comune mediterranei, confermando il ruolo centrale dell’Italia nel “Green Deal euromediterraneo” tra l’Europa, il Nord Africa e il Medio Oriente.