Il Loch nam Breac Dearga è un piccolo lago situato qualche centinaia di metri sopra il più famoso lago di Loch Ness, in Scozia, e secondo diversi esperti potrebbe essere il punto di partenza per permettere al Regno Unito di raggiungere la neutralità carbonica. Un obiettivo, questo, che sempre più Paesi e aziende stanno cercando di centrare, al fine di limitare gli effetti del cambiamento climatico. In linea con l’accordo sul clima di Parigi del 2015 il pianeta dovrebbe arrivare alla neutralità carbonica entro il 2050. Quando si usa questa espressione, così come il suo sinonimo “emissioni zero”, si intende una condizione in cui per ogni tonnellata di CO₂ (o di un altro gas serra) che si diffonde nell’atmosfera se ne rimuove altrettanta. In sostanza, si arriverà alla neutralità carbonica quando sarà possibile rinunciare ad aggiungere gas serra nell’atmosfera oltre la quantità che riusciamo a togliere.
Pompaggi elettrici: il progetto britannico per raggiungere la "net zero" passa dal mitico Loch Ness
Il Regno Unito sta pensando a un ambizioso sistema di accumuli idroelettrici nella Valle di Great Glen, nel nord della Scozia: con un impianto da 2 GW saranno abbattute del 10% le emissioni del Paese.
Ma in che senso il Regno Unito sta valutando di riuscire a raggiungere questo importante obiettivo partendo da un anonimo lago nella parte settentrionale della Scozia? La topografia della valle di Great Glen, dove si trovano sia il Loch nam Breac Dearga che quello di Loch Ness, offre le condizioni ideali per il corretto funzionamento dei sistemi idroelettrici a pompaggio, che di fatto sfruttano grandi bacini idrici per immagazzinare energia. Si tratta di una tecnologia utilizzata per accumulare energia elettrica e stabilizzare la rete, cosa particolarmente utile quando si ha a che fare con fonti rinnovabili intermittenti, come l'energia eolica o quella solare. Il loro funzionamento si basa su un ciclo di pompaggio e rilascio dell'acqua tra due bacini, uno situato a un'altitudine superiore e l'altro a un'altitudine inferiore.
Durante i periodi in cui c'è un surplus di energia nella rete, l'energia elettrica in eccesso è utilizzata per pompare l'acqua dal bacino inferiore a quello superiore. In questo modo, l'energia viene immagazzinata sotto forma di energia potenziale gravitazionale nell'acqua del bacino superiore. Viceversa, quando la domanda di energia aumenta o la produzione di energia rinnovabile diminuisce, l'acqua è rilasciata dal bacino superiore. Scendendo, l'acqua passa attraverso una turbina che converte l'energia potenziale in energia meccanica, poi in energia elettrica, che infine è immessa nella rete di distribuzione. In sintesi, questi sistemi fungono da "batterie naturali", contribuendo a stabilizzare la rete elettrica e a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Sono infatti una importante risorsa di flessibilità per il sistema elettrico.
In un Paese come il Regno Unito – che sta aumentando l'uso dell'energia eolica per generare energia elettrica, colmando in parte il ricorso ai combustibili fossili – la presenza di uno stoccaggio energetico sul lungo periodo ottenuto da fonti rinnovabili farebbe realmente la differenza per il raggiungimento della neutralità carbonica. Questo vale soprattutto quando l’eolico non è abbastanza. Attualmente, infatti, tale gap viene per l’appunto compensato attraverso i combustibili fossili.
Per favorire la transizione energetica del Regno Unito e arrivare alla neutralità carbonica, è stato lanciato il progetto Glen Earrach Energy, un'iniziativa energetica su larga scala che sfrutta le potenzialità dei sistemi idroelettrici a pompaggio. L’obiettivo del progetto – che rappresenta una delle proposte più ambiziose nel settore dell'energia rinnovabile del Regno Unito – è creare un impianto idroelettrico a pompaggio nella valle di Great Glen, sfruttando il dislivello di 475 metri presente tra il Loch nam Breac Dearga e quello sottostante di Loch Ness. Con una capacità prevista di 2 gigawatt (GW), si prevede che sarà uno degli impianti a pompaggio più efficienti del Paese.
L'ambizioso progetto idroelettrico Glen Earrach Energy potrebbe rappresentare un punto di svolta per il Regno Unito, facendo diventare il Paese una "superpotenza dell'energia verde", favorendo la stabilità energetica interna e l'esportazione di energia verso altri paesi.
Si stima che a partire dal 2030 il progetto contribuirà a ridurre l'impronta di carbonio della rete elettrica del Regno Unito del 10 percento; inoltre, si prevede un risparmio di circa 2 miliardi di sterline nei costi operativi della rete elettrica nei primi 20 anni di attività. Inoltre l’impatto ambientale sull’area circostante in teoria sarà minimo: i progettisti hanno assicurato che i cambiamenti nel livello dell'acqua del Loch Ness non provocheranno danni all’ecosistema e alla biodiversità. Ma ci sono comunque altre sfide da affrontare: i costi iniziali dei progetti idroelettrici a pompaggio, ad esempio, sono molto elevati, e i tempi di costruzione sono lunghi.
Tuttavia, se l'iniziativa andrà a buon fine potrebbe diventare un punto di riferimento per altri progetti idroelettrici a pompaggio in Europa. Il Regno Unito sta infatti cercando di colmare il divario rispetto a Paesi come la Cina, il Giappone e gli Stati Uniti, tra gli altri, che stanno investendo massicciamente in tecnologie di accumulo di energia, al fine di sopperire ai limiti delle energie rinnovabili. Il futuro energetico britannico sembra quindi dipendere sempre più dallo sviluppo di questi ambiziosi progetti idroelettrici, che potrebbero contribuire in modo significativo a ridurre le emissioni di carbonio e a garantire una fonte di energia affidabile e sostenibile per le generazioni future.