La transizione energetica solleva due temi importanti. Il primo è numerico: gli impianti rinnovabili sono molti, di piccole dimensioni e diffusi sul territorio, il che implica una maggiore difficoltà di gestione rispetto al passato. Il secondo riguarda la discontinuità delle fonti, perché vento e raggi solari non sono sempre disponibili. Come faremo allora a raggiungere l’obiettivo del 100% di energia green entro il 2050?
Per contribuire a risolvere questo dilemma l’Europa ha dato vita al progetto Osmose, realizzato nell’ambito del programma Horizon 2020. In prima fila per l’Italia c’è Terna, la società di gestione della rete di trasmissione elettrica, che sta conducendo una serie di esperimenti tra la Puglia e la Basilicata. Il programma è partito all'inizio del 2018 e la fase di studio si è da poco conclusa: entriamo ora nella fase di sperimentazione sul campo, che proseguirà fino a ottobre-novembre. La conclusione del progetto è prevista tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022.
«Il nostro obiettivo è studiare metodologie e strumenti per fare in modo che la produzione da rinnovabili sia effettivamente utilizzabile sulla rete. Per integrare le rinnovabili è necessario aumentare la flessibilità della rete e del sistema elettrico nel suo complesso», ossia la sua capacità di adattare l’offerta alle variazioni della domanda, spiega Luca Orrù, responsabile del progetto per Terna. Del resto, l’acronimo Osmose sta proprio per “Optimal System Mix of Flexibility Solutions for European Electricity”.