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Insight

Più rinnovabili per contenere il prezzo dell’energia

L’amministratore delegato di Terna Stefano Donnarumma è intervenuto a un webinar di “MoltoEconomia”, delle testate del gruppo Caltagirone, per parlare di Pnrr e transizione ecologica.

«Tra 15-20 anni pagare le bollette di luce e gas sarà equivalente a pagare una tassa sui rifiuti». Le parole di Stefano Donnarumma, amministratore delegato di Terna, si inseriscono nello scenario della transizione energetica e non a caso sono state al centro del suo intervento nel corso di #Italia 2030. La Rivoluzione Obbligata., il webinar ospitato il 2 dicembre 2021 da MoltoEconomia delle testate del gruppo editoriale Caltagirone (Messaggero, Mattino, Gazzettino, Corriere Adriatico, Quotidiano di Puglia).

L’appuntamento era dedicato ai grandi cambiamenti che dovrà affrontare il mondo dell’energia, e più in generale il Paese, per fare fronte ai cambiamenti climatici globali e alla necessità di adattare i modelli di sviluppo a nuovi parametri più sostenibili. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) prevede infatti un forte avanzamento nella produzione elettrica da fonti rinnovabili, in linea con i target del Next Generation Eu.

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(Johan Bos/Pexels.com)

Il presente, intanto, vede salire le bollette degli italiani per effetto dei forti rialzi dei prezzi internazionali del gas importato dall'estero, da cui dipendiamo per il 70% del nostro fabbisogno. E nuovi aumenti (anche del 50% sulla fornitura di gas) sono previsti per gennaio 2022 dopo quelli già scattati lo scorso ottobre. Il futuro, tuttavia, offre delle vie d’uscita: «Se invece di produrre il 35% di energia rinnovabile, oggi se ne producesse il 65%, che è l’obiettivo europeo entro 10 anni sul quale stiamo lavorando, l’impatto sulla bolletta sarebbe stato pari a meno della metà. Sono convinto che fra 15-20 anni il costo dell’energia per gli italiani sarà equivalente a pagare la tassa dei rifiuti, ovvero non spenderemo più soldi per la materia prima, ma solo per la struttura di gestione e di trasporto dell’energia attraverso le reti e in questo è fondamentale il ruolo di Terna come grande gestore della rete di trasmissione italiana», ha spiegato Stefano Donnarumma. Si pagheranno dunque prevalentemente i costi di gestione dell'infrastruttura mentre il costo dell’energia autoprodotta sarà vicino allo zero.

Il Governo, ha poi proseguito il CEO di Terna, ha fatto l'unica cosa possibile per gestire l'emergenza-prezzi e cioè coprire gli oneri di sistema con fondi pubblici: «La soluzione vera però è quella di produrre energia sempre più autonomamente: l’unico modo per farlo nel breve e medio periodo, cioè nei prossimi 5-7 anni, è di installare molta energia rinnovabile: fotovoltaico ed eolico. E per quanto riguarda Terna, si tratta di abilitare continuamente la rete. Il nostro piano di sviluppo decennale prevede investimenti per oltre 18 miliardi di euro per irrobustire il trasporto dell’energia green dal Sud del Paese, dove viene prodotta principalmente, al Nord dove l’energia viene maggiormente consumata».

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L'intervento dell'AD di Terna Stefano Donnarumma al webinar "#Italia2030. La Rivoluzione Obbligata" (foto Terna)

Della necessità di aumentare la produzione verde nazionale è pienamente consapevole lo stesso governo, al punto che il Pnrr prevede importanti investimenti nelle fonti rinnovabili, anche semplificando le procedure di autorizzazione nel settore. Secondo le stime più recenti rese note dal ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, per raggiungere gli obiettivi europei e nazionali l’Italia deve realizzare da 7 a 8 GigaWatt di capacità aggiuntiva all’anno per i prossimi dieci anni.

Tra l'altro proprio la pandemia è stata involontariamente, ma efficacemente, un importante laboratorio per il settore energetico: «Ci ha fatto capire che il tema centrale è aumentare gli investimenti sulla rete per utilizzare tutta l'energia green prodotta. Ogni euro investito nell'energia genera 3 euro di ricaduta positiva sul Pil nazionale». Il quale, ha osservato Stefano Donnarumma, «oscilla in base al consumo di energia, che quest'anno sta risalendo del 6-7% proprio come il prodotto interno lordo».

Il manager ha poi chiuso il suo intervento rispondendo a una specifica domanda sul nucleare, di cui si sta parlando molto in queste settimane. Il suo è un approccio cauto ma senza pregiudizi: «Il dibattito è giusto che ci sia, ma il punto è che per la transizione energetica serve energia pulita a breve-medio termine, intendo nel raggio di 5-6 anni, e dubito che ci siano i tempi per discutere e per progettare un nucleare di nuova generazione in questo arco di tempo, anche perché la tecnologia necessaria non è ancora del tutto acquisita».