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Insight

Perché la corsa delle rinnovabili non si deve fermare

Secondo l’ultimo rapporto IRENA un’accelerazione degli investimenti nel settore green può stimolare la ripresa e il PIL globale: una risposta alla crisi sanitaria e all’emergenza clim

La pandemia degli ultimi mesi ha messo a dura prova il sistema economico mondiale, scatenando una crisi che secondo gli esperti potrebbe rivelarsi peggiore di quella del 2008. L'emergenza sanitaria in atto ha avuto impatti anche sul settore dell’energia: nella maggior parte delle economie che hanno adottato forti misure di confinamento in risposta al coronavirus la domanda di energia elettrica è diminuita di diversi punti percentuali, in gran parte a causa della chiusura delle fabbriche e delle imprese. Allo stesso tempo, i mercati globali del petrolio e del gas si trovano ad affrontare una situazione senza precedenti: la domanda è crollata a causa dell'impatto del Covid a fronte di un'offerta che è rimasta quasi stabile, causando prezzi minimi storici. In questo scenario emerge, ancora una volta, l’importanza delle energie rinnovabili, che secondo l'Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA) saranno un punto di partenza e un aiuto fondamentale per superare la prossima crisi economica.

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Pannelli fotovoltaici (Unsplash.com/Andreas Gücklhorn)

La previsione del Global Renewables Outlook 2020 è chiara: per alimentare la ripresa economica e stimolare il PIL mondiale la soluzione è da ricercare negli investimenti nel settore green, in grado di generare enormi benefici economici e contribuire positivamente all’emergenza climatica globale. Investire in modo massiccio nelle energie rinnovabili potrà determinare, infatti, entro il 2050 il taglio di almeno il 70% di anidride carbonica a livello globale (sino ad arrivare a emissioni zero) oltre all’incremento del 2,4% del PIL globale e alla creazione di 42 milioni di posti di lavoro.

Stando ai dati del rapporto IRENA, ogni dollaro speso nella transizione energetica ha un ritorno tra i tre e gli otto dollari; puntare sull'energia rinnovabile rappresenta quindi un'opportunità non solo per abbandonare il carbone e cercare di mettere a segno gli obiettivi climatici indicati dall'accordo internazionale di Parigi del 2015, ma anche per sostenere il rilancio sempre più urgente dell’economia.

"I governi stanno affrontando una prova difficile per portare sotto controllo l'emergenza sanitaria e per applicare misure di stimolo alla ripresa economica", ha osservato Francesco La Camera, direttore generale di IRENA. "Accelerando con le energie rinnovabili e rendendo la transizione energetica parte integrante del più ampio piano di ripresa, i governi possono raggiungere molteplici obiettivi economici e sociali nel perseguimento di un futuro resiliente che non lascia nessuno indietro".

L'analisi parla di uno scenario di trasformazione energetica che si può rafforzare con una prospettiva di profonda decarbonizzazione e spiega che importanti investimenti (circa 110 miliardi) produrrebbero un risparmio di otto volte superiore ai costi, tenendo conto dell'impatto negativo dei combustibili fossili sulla salute e sull'ambiente. Nonostante il momento critico è, quindi, fondamentale non perdere di vista la grande sfida della transizione energetica: un Green New Deal planetario potrebbe trovare proprio adesso quell’accelerazione necessaria che finora ha stentato a manifestarsi. Secondo Fatih Birol, capo dell'Agenzia Internazionale per l'Energia (IEA), "non dobbiamo permettere che la crisi di oggi comprometta la transizione verso l'energia pulita. Abbiamo un'importante finestra di opportunità".

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La crisi attuale potrebbe rappresentare il momento giusto per spingere l'acceleratore sul Green New Deal (Pexels.com/Pixabay)

Di recente 31 associazioni europee che rappresentano le catene del valore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica hanno insistito sull’importanza del tema, inviando una lettera ai leader politici d’Europa per chiedere che il Green New Deal sia posto al centro dei piani europei e nazionali per la ripartenza economica al termine dell’emergenza sanitaria.

Fabio Genoese, responsabile Strategy di Terna, il gestore della rete di trasmissione elettrica nazionale, è dello stesso parere: “Per ripartire, gli investimenti nel campo delle energie green saranno fondamentali, senza dimenticare anche il settore dei trasporti e dell’edilizia, dove si può fare molto per la transizione energetica attraverso l'elettrificazione dei consumi: con ogni veicolo elettrico e ogni pompa di calore elettrica riduciamo i consumi energetici grazie all'efficienza superiore del vettore elettrico. Insieme agli investimenti nelle infrastrutture di rete possono essere un sostegno importante in questo momento di crisi internazionale. La ripresa del PIL sicuramente sarà stimolata da investimenti per la transizione energetica, e intanto si riuscirà anche a dare anche una mano all’ambiente. Per raggiungere gli obiettivi di Parigi è necessario agire ora, puntando su tecnologie green già in questa fase di ripresa".

Terna comunque è pronta, sia per la gestione della fase 2 che per il futuro, e raggiunge nuovi record per quanto riguarda le quote FER, che nel mese di aprile hanno coperto il 47% della domanda elettrica mensile. “Si è trattato di un flash-forward al 2030, dove queste situazioni non saranno più inquadrate come eccezioni” spiega Genoese, “è il segnale giusto che può aiutarci a capire come comportarci quando periodi del genere costituiranno la normalità. È stata una vera e propria prova per il futuro? Sì, ma per arrivare al 2030 in sicurezza saranno necessarie ulteriori misure, tra cui lo sviluppo rete, gli accumuli, la capacità di generazione flessibile e infine la piena partecipazione di tutte le risorse al mercato dei servizi".