Insight

L’impatto del Covid-19 sui consumi italiani: i dati per settore

Il 2020 è stato un anno senza precedenti per il sistema dell’energia. Partendo dai dati del sistema elettrico, è possibile ricostruire le conseguenze della pandemia anche sull’economia nazionale.

I dati del sistema elettrico ci restituiscono la storia del paese, che nel 2020 ha avuto al centro la pandemia da Covid-19. Avevamo già avuto modo di scriverne dopo la diffusione di quelli provvisori di esercizio, ma con il consolidamento degli stessi nel recente Annuario statistico 2020 di Terna possiamo verificare e quantificare le conseguenze dell'epidemia sul nostro sistema energetico e, di conseguenza, sull'economia nazionale. Oltre a fotografare la struttura produttiva italiana in un anno particolare come quello della pandemia, caratterizzato da una fase di recessione con pochi precedenti, questi dati statistici sono anche direttamente confrontabili con quelli dei consumi elettrici 2019 classificati secondo i codici Ateco, una combinazione alfanumerica che identifica ogni tipo di attività economica.

A partire dal 2019 Terna ha effettuato per la prima volta la rilevazione dei consumi elettrici secondo la classificazione Ateco 2007, portando un grande vantaggio in termini di confrontabilità dei dati a livello internazionale e di capacità di rappresentare l'evoluzione dell'economia nazionale. In generale le restrizioni necessarie per contenere il diffondersi della pandemia hanno comportato un importante rallentamento dell’economia e una marcata contrazione dei consumi di energia elettrica dell’anno 2020 rispetto al 2019, attestandosi a circa 284 TWh (-6,0% rispetto al 2019), il valore più basso osservato dal 2000.

8169

Un tratto caratterizzante di questa crisi "sanitaria" rispetto alle due crisi economiche precedenti (2009 e 2013) riguarda la composizione dei consumi energetici italiani. La crisi del 2020 ha impattato in modo particolarmente pesante sul settore dei servizi che ha subito una perdita di 15 TWh con un crollo rispetto al 2019 del 15,2%: è la prima crisi che ha visto i consumi dei servizi crollare. L'industria, con una flessione del 2,7% rispetto al 2019 (pari a 125TWh), ha interrotto una crescita iniziata con un debole +0,3% nel 2016 e durata fino all'anno precedente a quello della pandemia (+2% rispetto al 2018).

In controtendenza invece il settore dell’agricoltura (+4,3%, pari a 6,3TWh) e del domestico (+1%, pari a 66,2TWh), quest'ultimo caratterizzato storicamente da un andamento di fondo lievemente crescente ha toccato un massimo nel 2011 (70 TWh). L’andamento dei consumi nel domestico è stato invece per lungo tempo poco sensibile a eventi di natura economica, perché dipendeva piuttosto dall’efficientamento progressivo delle tecnologie - come introduzione dell'illuminazione a LED - e dalla progressiva penetrazione del vettore elettrico. La crescita nel 2020 è stata quindi l'effetto della maggiore presenza tra le mura domestiche a seguito delle misure di quarantena.

8170

Analizzando l'andamento dei consumi delle diverse regioni italiane, Toscana, Lombardia e Basilicata sono le regioni che hanno avuto un maggiore calo dei consumi complessivi rispetto al 2019, con circa un -7%. Analizzando i singoli settori, i servizi hanno subito il maggior calo in Abruzzo e nelle Marche (quasi -21%), mentre l’industria ha raggiunto la massima flessione in Valle d’Aosta. L'agricoltura è l'unico settore risultato in controtendenza nella maggior parte delle regioni: ha raggiunto la sua crescita maggiore in Umbria con oltre il 46% di crescita dei consumi elettrici, mentre la diminuzione maggiore è stata registrata per l’Emilia Romagna (-8%). Anche il settore domestico è risultato altalenante nel territorio nazionale, con punte di aumento del 4,3% in Sicilia e di diminuzione del 2,8% in Valle d’Aosta.

8171

Guardando invece la variazione in termini di GWh, la regione che ha perso maggiormente in consumi elettrici complessivi, risulta la Lombardia (-4.700 GWh), seguita da un gruppo di regioni che hanno subito perdite di oltre 1.500 GWh (Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna).

8173

Se prendiamo in considerazione il 2021 possiamo vedere un decisivo miglioramento del clima economico, attraverso un'analisi dell'indice dei consumi industriali IMCEI, una misurazione costruita sulla base dei prelievi giornalieri delle circa 530 grandi industrie direttamente connesse in alta tensione. Nei primi otto mesi del 2021 (gennaio-agosto), l'indice IMCEI registrato un incremento a doppia cifra pari a +16,4% confermando così una dinamica positiva “di consolidamento” dell’attività dell’industria già iniziata a partire da gennaio. Le classi che concorrono maggiormente a questo risultato sono le siderurgiche e le meccaniche. Nelle prime tre settimane di settembre continua l’avanzamento dell’attività industriale, con l'indice che ha toccato una crescita del 8,5% rispetto all’omologo periodo del 2020.

8172

Analizzando invece il settore dei servizi, sulla base dei dati mensili dei consumi elettrici forniti a Terna da alcuni distributori, possiamo vedere il progressivo recupero del settore. Il periodo gennaio-luglio 2021 è stato in crescita del +3% rispetto al periodo omologo del 2020, con un incremento già iniziato dal mese di maggio. Le classi del settore Servizi che hanno avuto una maggiore crescita tendenziale (luglio 2021 VS luglio 2020) sono state alberghi, ristoranti e bar (+6%) e istruzione (+9%). Nel periodo gennaio-luglio le classi che hanno registrato un maggior incremento rispetto al 2020 sono state invece le attività professionali, scientifiche e tecniche (+12%), istruzione (+12%) e immobiliare (+7%). Le classi del commercio e alberghi, ristoranti e bar, pur avendo una crescita rispettivamente del 2% e del 3%, sono quelli che hanno un peso sul totale dei servizi pari al 26% e al 13%.