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Industria italiana e consumi elettrici: dopo il lockdown arriva la ripresa

I dati Terna possono aiutare a capire come la domanda elettrica varia nel corso del tempo. In particolare, grazie a un focus sul 2020, possiamo comprendere meglio la realtà post pandemia.

I consumi elettrici registrati da Terna come cartina tornasole dell’economia italiana post Covid. La pandemia di coronavirus si è abbattuta sull’Italia come uno tsunami, travolgendo ogni cosa. Passata la fase più acuta, quella degli ospedali al collasso e del lockdown, è arrivato il tempo delle analisi, dei numeri che ci facciano comprendere non solo quanto abbiamo perso, ma anche quanto tempo ci vorrà per rialzarci da uno shock economico senza precedenti. Ed è in questo contesto che i consumi elettrici possono aiutarci a capire meglio cosa è accaduto e cosa accadrà. Sia perché, come vedremo, la variazione della domanda elettrica spesso rispecchia quella del PIL, sia perché grazie all’analisi dei consumi elettrici industriali possiamo comprendere meglio le difficoltà vissute dai principali comparti dell’industria italiana.

Utilizzando i dati forniti da Terna sulle variazioni settimanali e mensili della domanda elettrica nel 2020 possiamo dunque contare su un punto d’osservazione privilegiato che ci consente di addentrarci nella realtà che famiglie e imprese vivono ogni giorno, monitorando in maniera diretta i consumi dei clienti connessi alla rete elettrica nazionale.

Nella fase più acuta della crisi la domanda di energia elettrica ha registrato un tracollo mai visto prima. Aprile è stato il mese peggiore, con un ribasso del 17,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. La percentuale è più o meno in linea con quelle registrate in Francia (-18,9% sul 2019) e in Spagna (-16,8%), mentre in Germania il calo è stato pesante ma più contenuto (-10,6%).

Da quel momento in poi ha avuto inizio la lenta risalita, con la domanda di elettricità che in Italia nella prima settimana di settembre ha registrato un ribasso di appena il 2,8% rispetto agli stessi sette giorni del 2019 per poi tornare, sul valore complessivo del mese, a un dato sostanzialmente in linea con quello di settembre del 2019: 26,6 miliardi di kWh.

Questo per quanto riguarda i consumi complessivi del Paese. Uno strumento particolarmente interessante che ci permette di comprendere meglio l’andamento dell’industria è invece l’indice settimanale IMCEI di Terna sui consumi industriali, costruito sulla base dei prelievi giornalieri delle circa 530 grandi industrie direttamente connesse in alta tensione e di cui Terna è responsabile della misurazione. Questo indice prende come base 100 la prima settimana di febbraio e confronta, settimana dopo settimana, l’andamento del settore sia con le settimane precedenti sia con quelle omologhe dell’anno scorso.

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L'andamento dell'indice IMCEI dei consumi industriali: qui il confronto settimane/anno dei consumi elettrici di 530 grandi energivori (dati Terna)

Il grafico mostra chiaramente come all’inizio del lockdown corrisponda una caduta verticale dell’indice (-10% nella seconda settimana di marzo rispetto al -1% della prima). Con la chiusura graduale delle attività produttive, l’indice IMCEI ha continuato a scendere fino a raggiungere il picco minimo tra l’ultima settimana di marzo e la prima di aprile quando, rispetto allo stesso periodo del 2019, ha toccato -59%. In termini di GWh prelevati dalla rete di trasmissione elettrica nazionale, si è passati da 624 GWh nella quarta settimana di marzo 2019 ad appena 253 nella quarta settimana di marzo 2020. Fatta eccezione per agosto, quando i consumi sono tradizionalmente più bassi rispetto agli altri mesi, da maggio in poi la curva è tornata a salire, arrivando a segnare nella seconda settimana di settembre -17 per cento, con un ribasso di 107 GWh rispetto al 2019.

Guardando poi l’andamento dei singoli comparti industriali, un segnale di speranza arriva dall’edilizia, settore quanto mai strategico per l’Italia. Le imprese che producono materiali da costruzione durante il lockdown hanno quasi azzerato i loro consumi elettrici, crollando ad aprile dell’86% a 4,51 GWh. Trascorsi cinque mesi, a settembre le stesse aziende segnano +8% a 28,83 GWh, spinte anche dal Superbonus del 110% varato dal Governo per aiutare il comparto.

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Andamento settimanale dei consumi elettrici industriali per le classi merceologiche Siderurgia, Meccanica, Chimica, Metalli non ferrosi (Terna/Indice IMCE)

In positivo anche ceramica e vetraria (+8% a settembre), mentre particolari difficoltà si registrano nella siderurgia (-82% a 55,05 GWh nell’ultima settimana di marzo, -23% nella seconda di settembre) e nell’industria cartaria che nella settimana 7-13 settembre mostra ancora un ribasso dei consumi elettrici pari a -40%. Variazioni molto più lievi si sono invece registrate nella chimica (-11% ad aprile, -10% a settembre) e nel comparto alimentare (-21% ad aprile, -7% a settembre).

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Andamento settimanale dei consumi elettrici industriali per le classi merceologiche Materiali da costruzione, Mezzi di trasporto, Alimentari, Cartaria (Terna/Indice IMCE)

Cosa accadrà nel prossimo futuro? Per le stime sulla variazione della domanda nel 2020 e nel 2021, Terna ha utilizzato un modello macroeconomico basato sulla relazione tra l’andamento del PIL e quello della domanda elettrica. Osservando i grafici dal 1996 ad oggi si vede immediatamente come, anche nei momenti di shock come quello vissuto durante la crisi economica del 2008, si è sempre verificata una forte correlazione tra PIL e domanda elettrica.

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La serie storica di variazione del PIL e della domanda elettrica (%), basata sui dati trimestrali 1996-2019 (dati Terna)

Sulla base di queste analogie e delle diverse previsioni degli analisti, si stima che nel 2020 la domanda elettrica si ridurrà di una percentuale compresa tra il 5 e il 7 per cento, per poi recuperare gran parte di questo gap nel corso del 2021.