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In prima linea

Tecnologia, competenza e collaborazione: come nasce una stazione di conversione

Storie di Terna/ Francesca Pede, head of Converter System Design.

Terna, in qualità di TSO, gestisce la rete di trasmissione dell’energia elettrica: quasi 75mila chilometri di linee in alta tensione e centinaia di stazioni elettriche. Esistono stazioni di smistamento, di conversione e di trasformazione: è qui che convergono le linee che trasportano l’energia affinché sia distribuita e, quando necessario, trasformata. Infatti, non tutta l’energia è uguale, quella che circola nella rete di trasmissione nazionale, in alta e media tensione, è diversa da quella in media e bassa tensione che arriva nelle nostre abitazioni, scuole, negozi, industrie, sia per motivi di sicurezza sia di adeguamento ai dispositivi e alle apparecchiature da alimentare.

Francesca Pede, ingegnere elettrico dell'area "Engineering and Construction", si occupa proprio di questo. Entrata a Terna dieci anni fa, fin dall’inizio si è impegnata nella realizzazione di impianti a corrente continua. Oggi, in particolare, si dedica alla progettazione delle stazioni di conversione HVDC (High Voltage Direct Current), dotate di caratteristiche veramente uniche ed eccezionali.

Questi nodi della rete sono fondamentali per la trasmissione di energia elettrica perché convertono la corrente continua ad alta tensione (High Voltage Direct Current) in corrente alternata o viceversa. Per le sue peculiarità la corrente continua HVDC è particolarmente adatta per affrontare grandi distanze con una dispersione davvero minima. Qualità di cui Terna, come Transmission e System Operator, ha bisogno per garantire il dispacciamento. Grazie quindi alla tecnologia HVDC, l’energia percorre linee aeree e cavi sottomarini e arriva alle stazioni di conversione dedicate in modo super efficiente.

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La stazione di conversione di Cepagatti (PE), esempio di eccellenza tecnologica da cui si snoda l'interconnessione HVDC Italia-Montenegro (fonte Terna)

Nell'area Converter System Design, di cui Francesca è responsabile, si progettano queste infrastrutture. «Tra gli ultimi impianti a cui ho lavorato c’è l’Italia–Montenegro; il collegamento tra Italia e Francia; il rinnovo del collegamento Suvereto-Lucciana-Codrongianos, tra Sardegna, Corsica e Toscana (SACOI 3); e l’attualissimo Tyrrhenian Link. Le stazioni HVDC sono infatti utilizzate spesso proprio per le connessioni marine e comunque sono presenti, proprio per la tecnologia così avanzata, in gran parte delle opere realizzate, o in corso di realizzazione, da Terna». Prima ancora che si firmi un contratto di assegnazione di un appalto per la realizzazione di una stazione di conversione, Francesca e i colleghi vengono chiamati a definire gli standard tecnici di realizzazione, per concentrarsi, in seguito, sul supporto all’appaltatore, e sulla sorveglianza della progettazione esecutiva.


«Appena nasce un progetto HVDC e si decide una localizzazione per la stazione di conversione, i colleghi di Terna inviano alla nostra unità la richiesta di studiarne la fattibilità, aiutare a definire l’area di realizzazione, predisporre la documentazione… così inizia il nostro lavoro che finirà solo con la messa in esercizio della stazione».

La sfida più grande? «Garantire la qualità in tempi sempre più ridotti. Le caratteristiche specifiche di ogni singolo componente servono infatti a garanzia della riuscita, del funzionamento e della futura manutenzione dell’intera opera. A Terna abbiamo specifiche tecniche di dettaglio per ogni parte di impianto, studiate tenendo presente la normativa di riferimento ma anche facendo tesoro della nostra esperienza».

«Il nostro obiettivo? Miglioramenti continui al sistema, che possano poi essere recepiti addirittura dalle normative stesse, nella speranza di tutelare sempre più l’efficienza e la qualità degli impianti e delle realizzazioni. Quello che conta di più nella scelta degli impianti è la transizione energetica».

L’iter per definire tutti questi aspetti è scrupoloso. «Si fanno mesi di approfondimenti tecnici e tecnologici, studi di dettaglio e fattibilità, soprattutto si raccolgono, consultando le persone del Dispacciamento, le esigenze e le problematiche a cui il nuovo collegamento dovrà rispondere. Non subito, quindi, progetti esecutivi ma una verifica accurata che quello che abbiamo in testa sia fattibile».

In questo senso c’è un forte lavoro di squadra. Si creano dei gruppi di lavoro con competenze e professionalità trasversali a tutta l’azienda. «Noi, insieme, formiamo un gruppo ampio che sviscera il progetto da vari punti di vista. Solo dopo che abbiamo chiare le prestazioni attese passiamo al cuore della realizzazione». La necessità di trovare soluzioni tecnologiche sempre più avanzate per fare fronte ogni volta a nuovi scenari, che dipendono dal tempo e dal contesto di riferimento, permette al team di essere sempre attento alle ultime innovazioni affrontando ogni opera come se fosse la prima.

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La specialista di Terna Francesca Pede insieme al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel corso dell'inaugurazione dell’interconnessione Italia-Montenegro (foto Terna)

«La specificità dei nostri progetti spiega anche perché dopo tanto tempo io abbia ancora tanto entusiasmo e passione per il mio lavoro. Oggi, dopo dieci anni di Terna, mi ritrovo a imparare tantissime cose. Così tengo alta l’attenzione e l’interesse per le attività che svolgo».

Francesca definisce il gruppo di lavoro affiatato e molto giovane. L’obiettivo di tutti i giorni è «apportare miglioramenti continui al sistema, che possano poi essere recepiti addirittura dalle normative stesse, nella speranza di tutelare sempre più l’efficienza e la qualità degli impianti e delle realizzazioni. Ciò che però incide di più nella scelta degli impianti è la transizione energetica. Il macro-obiettivo, quindi, è favorire la decarbonizzazione, attraverso la realizzazione di grandi reti infrastrutturali in una logica che integra sviluppo e sostenibilità».

La sostenibilità è un tema che Francesca ha a cuore dai tempi dell’università: «Mi sono laureata nel 2008, il momento del boom delle rinnovabili, e ho fatto esperienza nel campo del fotovoltaico, prima di arrivare a Terna nel 2011. Per un ingegnere elettrico, Terna è una delle massime ambizioni. Ce la misi tutta per entrare! È stata una fortuna che mi abbiano selezionato quell’anno; fortuna doppia perché è un'azienda solida e affidabile, che è diventata sempre più consapevole nel tempo del suo ruolo di regista della transizione energetica».