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In prima linea

Per innovare servono diversità e contaminazione, ce lo dimostra il sistema elettrico

Storie di Terna. Dario Polinelli, open innovation specialist, racconta di come si fa a mantenere costantemente l’equilibrio tra la domanda e l’offerta di luce per evitare un grande disagio.

«Lo spostamento di un singolo elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un momento dato, potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto diversi, come l'uccisione di un uomo un anno dopo, a causa di una valanga, o la sua salvezza», scriveva Alan Touring nel 1950 in "Macchine calcolatrici e intelligenza", anticipando la celebre teoria dell’effetto farfalla. La metafora è lineare, l’intento è far capire che anche una piccola azione impercettibile, come il battito d’ali di una farfalla, può determinare in modo imprevedibile il futuro.


Se la nostra farfalla diventa un interruttore, il semplice accendere la luce potrebbe generare reazioni a catena nel sistema elettrico fino a scatenare un blackout a migliaia di chilometri di distanza. Per evitarlo ci sono gli operatori di reti di trasmissione (o TSO) in grado di prevedere e bilanciare costantemente la richiesta e la domanda di energia. Avere ben presente queste problematiche dà la misura dell’orgoglio che prova un giovane ingegnere, specializzato in sistemi per l’energia, a entrare in Terna, il gestore della rete di trasmissione elettrica nazionale. Dario Polinelli, oggi open innovation specialist, racconta questa esperienza proprio così: «Non so se hai presente: quando accendi la luce vai a rallentare tutti i generatori connessi alla rete europea, ma c’è qualcuno che fa in modo che l’equilibrio sia sempre costante. Appena laureato ambivo a essere assunto proprio lì».

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Dario Polinelli, open innovation specialist a Terna (foto Terna)

Entrato in azienda sei anni fa, Dario inizialmente si è dedicato ad attività di gestione e manutenzione della rete. «Ancora adesso, quando mi sposto per andare al mare, mi capita di passare davanti a qualche sostegno che ho contribuito a sostituire per rendere più efficiente una porzione di rete o, magari, in risposta a eventi climatici intensi».

Di quei primi anni ci racconta le molteplici opportunità di formazione, attività che hanno nutrito la sua curiosità e arricchito il suo profilo super tecnico, spingendolo sempre più verso l’innovazione. E se nessuno può immaginare il proprio percorso professionale, a Dario è stato chiaro fin dall’inizio che la sua creatività avrebbe trovato terreno fertile nel grande processo di digitalizzazione e innovazione che stava, e sta, affrontando l’azienda.


Un piano di investimenti di 900 milioni di euro in 5 anni, stanziati da Terna per favorire questi due ambiti, nella convinzione che siano fattori abilitanti della transizione energetica. In questo contesto, il team di Open Innovation, in cui da due anni lavora Dario, è impegnato nel fornire a tutte le varie anime dell’azienda un punto di vista nuovo, appunto innovativo. «L’idea che abbiamo è quella di creare valore risolvendo problemi e supportando le business line grazie a nuovi strumenti e soluzioni. Parliamo spesso di "innovation as a service": per noi il successo più grande è trovare una soluzione efficace per i colleghi, una soluzione che provochi l’entusiasmo di volerla sperimentare, e arrivi fino alla fase di prima implementazione».

Ci sono varie strade possibili per elaborare e favorire lo sviluppo di nuove idee. È possibile che la ricerca nasca per fare fronte a una nuova esigenza di un’area del gruppo, o che sia il team stesso a fare una mappa delle soluzioni più interessanti da sperimentare in azienda. Di solito la sfida più grande è far dialogare due realtà così distanti per storia, natura e dimensioni: il mondo corporate e quello delle startup. Ma, come spesso accade, le diversità generano grandi opportunità di miglioramento per tutti gli attori in campo. Così, nel favorire l’incontro, la contaminazione, emergono le potenzialità di ogni ambito e si generano progetti di valore.

Tra i progetti Dario ne ricorda alcuni particolarmente soddisfacenti nei risultati: l’organo di manovra sul palo (OMP), grazie al quale è possibile intervenire su un traliccio senza interrompere la trasmissione di energia o lo scouting internazionale di soluzioni nuove per far fronte alle mutate condizioni lavorative del new normal, favorendo l’ormai celebre “new ways of working”. Non mancano poi tavoli sempre aperti, dedicati alla cyber security, ai big data e gli analytics, argomenti che non possono più essere trascurati in un’azienda che guarda al futuro come Terna.

«La transizione ecologica ci spinge ogni giorno ad affrontare nuove sfide. Si parla di integrazione delle rinnovabili, della necessità di una rete più flessibile. Non è sufficiente aumentare i chilometri di infrastrutture, occorre fare leva sull’innovazione per essere competitivi e arrivare a costruire quel "sistema dei sistemi" che cambierà il volto all’energia europea».

Anche per questo studio e ricerca sono elementi fondamentali. Dall’eccellente programma iniziale di onboarding fino all’apprendimento continuo e ai corsi di soft skill, a Terna non si finisce mai di imparare. Oltre alle competenze c’è poi l’aspetto relazionale: fare rete, apprendere dai colleghi, scambiarsi opinioni ed esperienze serve a trovare i percorsi migliori per il singolo, così come per l’azienda.


Quello che connota e diverte di più del lavorare nel team di innovazione è la grande varietà di tematiche e di interlocutori. Aziende, mondo della ricerca, imprenditori con un’idea innovativa, in due anni Dario non si è mai annoiato, né teme di farlo in futuro: «La transizione ecologica ci spinge ogni giorno ad affrontare nuove sfide. Si parla di integrazione delle rinnovabili, della necessità di una rete più flessibile. Non è sufficiente aumentare i chilometri di infrastrutture, occorre fare leva sull’innovazione per essere competitivi e arrivare a costruire quel "sistema dei sistemi" che cambierà il volto all’energia europea, favorendo l’elettrificazione dei consumi, l’integrazione di tutti i vettori energetici e assicurando flessibilità e sicurezza in modo da annullare l’effetto farfalla sui consumi elettrici».