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In prima linea

Impegno e professionalità. Il dispacciamento di Terna parla al femminile

Storie di Terna/ Roberta Franzosi, capo Sala Market Operation del Dispacciamento di Terna.

Nonostante la società e il mondo del lavoro si stiano evolvendo verso una maggiore parità di genere, il quadro che emerge dai dati, nazionali ed europei, conferma la bassa presenza di donne nei ruoli di vertice. Il delicato tema tocca molti ambiti e non risparmia il mondo della scienza, della ricerca e dell'ingegneria dove persiste un gap tra donne e uomini in termini di occupazione, retribuzione e possibilità di carriera. Ne abbiamo parlato con Roberta Franzosi, la prima donna a capo della Sala Market Operation nell'ambito del Dispacciamento di Terna, il gestore della rete di trasmissione elettrica nazionale: un servizio di particolare importanza che, come spiega lei stessa, consiste nel mantenere in costante equilibrio la domanda e l'offerta di elettricità sulla rete di trasmissione nazionale ad alta tensione, evitando così rischi di blackout.

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L'ingegnera Roberta Franzosi al lavoro nella Sala Market Operation del Dispacciamento di Terna (foto Terna)

Franzosi guida un gruppo di tre persone che lavora in alternanza con altre cinque squadre. «Si tratta di un lavoro in turno h24, sette giorni su sette» per «garantire l'adeguatezza del sistema elettrico nazionale nel rispetto di tutti i vincoli di rete che fornisce la Sala Real Time Operation, ossia la sala controllo, il centro nevralgico delle attività di dispacciamento dell'energia elettrica». E il fatto che sia stata promossa per la sua competenza e la sua professionalità dimostra che «la preparazione e la tenacia premiano sempre». Ma chi è Roberta Franzosi, prima donna a ricoprire questo incarico a Terna, e qual è stato il suo percorso professionale fino a raggiungere la nuova posizione di alto profilo?

Ingegnere Franzosi, lei è a Capo della Sala Market Operation del Dispacciamento di Terna, cuore tecnologico del sistema elettrico italiano. Può spiegarci cosa si intende per dispacciamento dell’energia elettrica? E cosa significa per lei ricoprire questo ruolo?

«Il dispacciamento è l'attività di gestione e di bilanciamento dei flussi elettrici attraverso la rete di trasmissione e serve a garantire - istante per istante - l'equilibrio tra domanda e offerta di energia. Questa attività richiede un monitoraggio continuo e l'applicazione di tutte le disposizioni che sono necessarie per l'esercizio coordinato degli elementi che compongono il sistema elettrico, dagli impianti di produzione alla rete di trasmissione elettrica fino ai servizi ausiliari. La Sala Market Operation verifica la disponibilità e si occupa di approvvigionare le risorse per i servizi di dispacciamento. Sono risorse temporali che vanno dal medio periodo (36/48 ore prima) fino a un'ora prima del reale utilizzo di queste risorse. L'attività che svolgiamo si concretizza nell’ambito dei mercati dell’energia, delle piattaforme di mercato europee e nelle varie sessioni dei mercati dei servizi di dispacciamento. Accanto a questo c’è tutta la fase relativa alla previsione del fabbisogno di energia delle fonti rinnovabili. Dal punto di vista personale è sicuramente una bella soddisfazione essere a capo di questa sala. Sono arrivata da poco a ricoprire questa posizione. È importante perché si tratta di un ruolo di coordinamento ma anche operativo che fornisce uno sguardo privilegiato su tutti i processi strategici di acquisto delle risorse, nei vari processi di mercato e un’analisi sull'approvvigionamento delle risorse sulla base anche delle conoscenze di rete che ho sviluppato in questi anni».

La questione è diventata ancora più complessa da quando le produzioni da fonti rinnovabili sono aumentate sul suolo nazionale. Perché?

«Le fonti rinnovabili hanno cambiato profondamento il sistema elettrico italiano, sia nella sua fase di programmazione sia nella sua gestione in tempo reale. Sicuramente la dislocazione di queste risorse sul territorio ha mutato completamente gli scenari di rete e dei flussi di potenza portando a gestire situazioni molto diverse rispetto una decina di anni fa. La complessità è legata a una maggiore incertezza di questo tipo di impianti che producono energia in maniera non programmabile. Ad esempio l’eolico e il fotovoltaico sono molto variabili nel corso della giornata anche in base alle condizioni meteorologiche, quindi, c’è una maggiore difficoltà di previsione che richiede strumenti sempre più avanzati e precisi».

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La produzione di energia elettrica da eolico e fotovoltaico è molto variabile e non programmabile nel corso della giornata (foto Terna)

Cosa succede in caso di disservizio? A livelli di tempistiche ci sono procedure stringenti da seguire?

«La Sala Market Operation è chiamata a gestire diverse problematiche che possono impattare sul mercato elettrico e sulle sue fasi principali. Gli operatori di sala sono chiamati a gestire in trasparenza e in tracciabilità le azioni intraprese sia a livello aziendale sia verso gli altri soggetti del mercato. Le criticità possono essere di varia natura: relativamente alle problematiche del mercato elettrico e di scambio di risorse di dispacciamento in ambito internazionale ci sono procedure che vengono attivate in tempi molto brevi che coinvolgono le diverse piattaforme internazionali. Le tempistiche di intervento sono sempre molto rapide perché le varie fasi di mercato sono molto ravvicinate, si intersecano oppure si susseguono in cascata. Quindi è necessario capire se è possibile ripristinare il normale funzionamento e in quali tempi oppure se è necessario applicare delle procedure di backup. Queste tempistiche molto stringenti sono anche dovute al fatto che tutti i mercati elettrici europei stanno evolvendo verso una maggiore flessibilità e dinamicità e, soprattutto, verso una maggiore integrazione a livello europeo. Si tende ad andare verso un concetto di trading continuo anche per favorire la gestione e l’evoluzione delle fonti rinnovabili. Tutti i processi propedeutici del mercato stanno evolvendo verso tempistiche più stringenti. Accanto a questo tipo di problematiche ci sono altre criticità più tecniche legate ad algoritmi di mercato e flusso dei dati e altre ancora legate alla gestione del sistema elettrico vero e proprio, sia in condizioni normali sia nel caso di attivazione di procedure di emergenza. Quindi ovviamente anche le azioni effettuate dalla nostra sala cambiano in funzione della natura del problema corso sulla rete di trasmissione nazionale oppure in caso di previsioni di azioni di emergenza da intraprendere anche da parte della Sala Real Time Operation. Ad esempio: avarie di gruppi, stato di emergenza nazionale con un approvvigionamento di risorse al di fuori dei meccanismi di mercato».

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Particolare della Service Control Room (foto Terna)

Come è nata questa sua passione professionale? È contenta dei risultati raggiunti?

«Dopo un breve periodo di lavoro all'università di Pavia, dove mi sono laureata in ingegneria elettrica, ho iniziato subito a lavorare per Terna. Per diversi anni come assistente in turno – sono stata la prima donna a riscoprire questo ruolo - nella Sala del Centro Nazionale di Controllo, il cuore del sistema elettrico italiano dove mi sono occupata della gestione e della sicurezza del sistema elettrico in tempo reale. Un'esperienza molto formativa».

Da quante persone è composto il suo team? E quante di queste sono donne?

«Il gruppo che coordino è composto da quattro persone, tre assistenti e un capo sala. Si tratta di un lavoro in turno h24, sette giorni su sette, e accanto alla mia squadra ci sono altre cinque squadre con cui ci alterniamo. In totale siamo 24 persone, insieme a me ci sono altre due donne che ricoprono il ruolo di assistente».

Nella sua esperienza lavorativa quali sono stati, se ce ne sono stati, gli ostacoli che lei ha dovuto affrontare in quanto donna?

«Sono stata la prima donna in turno a entrare nella sala del Centro Nazionale di Controllo. Prima di me questo ambito della sala era prettamente maschile. A parte la diffidenza iniziale, come è normale che sia per qualsiasi inizio, soprattutto in un contesto fino a quel momento caratterizzato solo da colleghi uomini, non ho mai incontrato ostacoli per il fatto di essere donna. Anzi, i miei colleghi e responsabili sono stati molto importanti in questo percorso. Penso che la chiave vincente sia stato affrontare con professionalità, determinazione e tenacia il ruolo che avevo. Questo ha aiutato tanto a favorire un rapporto di collaborazione sereno e di squadra».

In cosa un’azienda come Terna facilita e promuove il lavoro femminile e l'uguaglianza di genere alla luce della sua personale esperienza?

«Lavorare a Terna è un privilegio. Mai avuto la percezione che ci fosse un trattamento lavorativo diverso oppure opportunità di crescita professionali diverse rispetto ai colleghi uomini. Credo che Terna abbia sempre dato e continui dare spazio alla professionalità ma soprattutto all’esperienza, senza alcun tipo di disparità. Inoltre consente alle donne non solo di proseguire con la propria carriera lavorativa ma anche di portare avanti la propria vita privata con una certa tranquillità».

«Le donne devono sempre valorizzare le proprie capacità, inclinazioni e il proprio talento. Sicuramente la preparazione e la tenacia premiano sempre e non bisogna mai lasciarsi abbattere dalle difficoltà che esistono in ogni percorso. Le donne sono forti, hanno una grande forza e credo che questa forza sia anche il pilastro della nostra società. Un consiglio? Puntare sulla preparazione e non perdere mai di vista i propri obiettivi».

L'11 febbraio è stata la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza. Secondo i dati dell'ISTAT le laureate nelle discipline STEM sono circa la metà rispetto alla quota dei colleghi uomini. Secondo lei quali sono i motivi di questo divario?

«Innanzitutto dovremmo considerare con quali risultati le donne si laureano nelle discipline STEM. Perché se in percentuale siamo meno rispetto agli uomini è anche vero che le donne che intraprendono questo percorso di studi lo fanno sempre, non solo completandolo, ma anche con risultati eccellenti. E questo è un aspetto da considerare. In ogni caso le origini di questo divario possono essere molteplici: chi si avvicina a queste discipline è motivato da interesse, da passione e da una certa attitudine. Si tratta di un percorso impegnativo, quindi di solito la scelta è particolarmente convinta. Inoltre non credo che ci siano più molti stereotipi che legano queste discipline alla quota maschile perché anche nell’ambito universitario lo scenario è molto cambiato. Al di là delle scelte professionali di ciascuna donna credo che bisognerebbe partire dall'ambito scolastico per consentire alle donne di avvicinarsi al mondo scientifico portando a loro conoscenza l’esperienza di altre donne, fornire esempi positivi per dare loro una prospettiva del loro eventuale futuro così da portarle a effettuare scelte più consapevoli».

La centralità delle questioni relative al superamento della disparità di genere viene ribadita anche nel PNRR. Pensa che i fondi europei possano imprimere un vero cambio di rotta per colmare questo divario?

«Finché avremo bisogno di parlare di veri cambi di rotta purtroppo non potremmo ancora parlare di una vera e completa parità di genere nel mondo del lavoro. Questo rispecchia il fatto che in molte realtà lavorative, nonostante tutto, non c’è stato ancora un cambio di mentalità per eliminare concretamente ogni disparità. Detto questo ovviamente tutte le iniziative e le risorse dedicate a finanziare misure per colmare questo divario - che possono andare dalla retribuzione salariale alla possibilità di crescita aziendale, dalla tutela della maternità al sostegno dell’imprenditoria femminile - sono tutte risorse preziose per fare ulteriori passi avanti verso una piena inclusione e parità di genere».

Per concludere: quale consiglio o messaggio si sente di trasmettere alle donne che oggi stanno ancora lottando, e a quelle di domani?

«Le donne devono sempre valorizzare le proprie capacità, inclinazioni e il proprio talento. Sicuramente la preparazione e la tenacia premiano sempre e non bisogna mai lasciarsi abbattere dalle difficoltà che esistono in ogni percorso. Le donne sono forti, hanno una grande forza e credo che questa forza sia anche il pilastro della nostra società. Il mio consiglio è di puntare sulla preparazione e non perdere mai di vista i propri obiettivi».