Gli esperti del nostro futuro energetico tracciano un obiettivo ambizioso e affascinante: dal mare, o meglio dalle sue onde e maree, potrebbe venire già entro il 2050 almeno il 10% dell'elettricità che serve all'Europa. E in giro per il mondo potrebbe andare anche meglio, se consideriamo le potenzialità teoriche. Un contributo decisivo alla sfida della transizione energetica, al riscatto del nostro futuro da un destino altrimenti segnato dall'effetto clima. È un settore innovativo che attira gli investimenti dei grandi gruppi a livello internazionale. In Europa, il Regno Unito sembrava voler fare da capofila. Sul suo cammino, però, l’Uk ha trovato gli italiani che stanno recuperando terreno e promettono di farlo velocemente. È questo il senso dell’accordo 100% Made in Italy celebrato il 28 ottobre a Ravenna, in presenza del premier Giuseppe Conte. Protagonisti i vertici di Cassa Depositi e Prestiti, Eni, Fincantieri e Terna. I quattro gruppi danno così seguito alla prima intesa di massima firmata il 19 aprile scorso ponendo le premesse per la creazione di una joint venture che potrebbe allargarsi anche ad altri settori di intervento.
Energia dal mare: il progetto pilota. L'Iswec (che sta per Inertial Sea Wave Energy Converter) è nato circa tre anni fa da una collaborazione tra Eni e Politecnico di Torino, tramite il suo spin off Wave For Energy (W4E), supportata anche da Enea e Cnr. Si è trattato del primo impianto sperimentale al mondo di generazione elettrica integrata da moto ondoso e fotovoltaico, già in funzione da marzo 2019 nell’offshore di Ravenna. Il risultato è, oggi, il prototipo arrivato alla fase di maturazione industriale con il quale si conta di produrre energia dal moto ondoso, una delle tecnologie disponibili per produrre energia pulita e rinnovabile, integrandola con le reti intelligenti per il governo dell'energia del nostro futuro.