Riccardo De Zan è «l’uomo delle interconnessioni» di Terna. In pratica si potrebbe dire che è lui (insieme agli altri uomini e donne del gruppo) che tiene accesa l’Italia e, guardando oltre le Alpi o l’Adriatico, parte dell’Europa. Esagerato? Non troppo. In Terna dal 2006, De Zan si è occupato in questi anni di tutti i più importanti progetti di interconnessione elettrica che hanno coinvolto l’Italia e quindi Terna in qualità di gestore della rete. Per citare solo i più rilevanti: la linea Sorgente-Rizziconi tra Calabria e Sicilia operativa dal 2016, il «ponte» elettrico tra Italia e Montenegro inaugurato lo scorso novembre con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed entrato in esercizio a fine anno. E il collegamento ad altissima tensione in corrente continua tra Italia e Francia, un piano considerato strategico per l'intera Europa in corso di realizzazione tra Val d’Aosta e Savoia. Da non dimenticare anche il Sa.Co.I., il collegamento tra Sardegna, Corsica e l’Italia continentale.
Un ingegnere dall’aria simpatica e cordiale che sin dal primo impatto smentisce tutti i cliché di seriosità e rigore che spesso si attribuiscono a chi fa questo mestiere. È anche uno sportivo, appassionato di corsa, nuoto e biciclette. «Vado anche in barca a vela», ci racconta, ma in questo caso più che di passione occorre parlare di dovere coniugale. «Sono costretto da mia moglie», precisa. Gli abbiamo chiesto di spiegarci in cosa consiste il suo lavoro e quali benefici portino alla comunità infrastrutture così complesse ma a cui spesso non si dà la giusta rilevanza semplicemente perché, trattandosi di cavi interrati o sottomarini, non si vedono. È venuta fuori una lunga chiacchierata in cui ci ha raccontato anche del suo recente incontro con il presidente Mattarella e di quella volta in cui, cercando di posare un cavo, si è trovato davanti migliaia di ordigni bellici non mappati.