La primavera non va in quarantena. In tempi di Coronavirus, la natura è in pieno risveglio: le piante crescono, gli alberi si infoltiscono e rischiano di coprire o ingombrare tante cose; tra queste ci sono i tralicci dell’energia elettrica. Quell’elettricità di cui non possiamo fare a meno normalmente, figuriamoci se costretti a casa, magari a lavorare e comunque con tutti i consumi domestici a pieno regime. Diversamente da altri suoi colleghi di Terna che possono lavorare da casa, in smartworking, il lavoro di Mirko Pedezzi, 38enne operaio della Valcamonica, è sul campo. Cioè sul territorio.
È una delle tante persone che in queste settimane sta continuando a svolgere il suo compito, una di quelle attività necessarie che non vengono fermate nemmeno dalle misure più restrittive. In Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, Pedezzi è inserito nell’Unità impianti di Brescia, quella che opera su una rete di circa 2.400 km (copre tutta la provincia e anche quelle di Cremona, Mantova e parte di quella di Bergamo), composta prevalentemente da elettrodotti.