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In prima linea

Fare rete non è soltanto una questione di elettricità

L’energia delle persone Terna ai tempi del Covid-19. L’esperienza del lavoro agile dell’ingegnere elettrico Giovanni Celotto, 35 anni, che si occupa di “Gestione e Progetti” per la rete di trasmissione nazionale.

“Ma è ancora domenica?”. Questa è una delle domande a cui Giovanni Celotto, ingegnere elettrico e controller nel team di Gestione e Progetti RTN - ossia la Rete elettrica di Trasmissione Nazionale gestita da Terna - si è trovato a rispondere più spesso nel primo periodo di smartworking dovuto al Covid-19. A fargliela non erano ovviamente i colleghi, ma le sue due bambine di 6 e 4 anni: “Le mie figlie, vedendomi a casa, credevano fosse sempre weekend. Nel tempo si sono abituate, ma all’inizio ho dovuto far capire loro che, anche se papà si trova nella stanza accanto, sta lavorando lo stesso”. Per Celotto e il suo team il telelavoro è stato qualcosa di totalmente nuovo, sperimentato per la prima volta durante l'emergenza sanitaria.

“Io e i miei colleghi supportiamo tutta la parte gestionale ed economica della struttura di rete di trasmissione nazionale. Formiamo anche lo staff diretto dell’amministratore delegato di Terna Rete Italia, la società del gruppo che si occupa dell’esercizio, della manutenzione e delle attività più operative della rete di trasmissione nazionale”, spiega. “Ognuno di noi ha una specializzazione diversa, tecnica o gestionale: ci sono più anime e più ruoli. Di conseguenza, condividiamo sempre il lavoro e abbiamo molti scambi, viste le diverse esperienze; è questo il motivo per cui non avevamo mai utilizzato prima lo strumento del lavoro agile. Abbiamo bisogno di contatti frequenti, e con gli esterni e a distanza, il rischio era che diventasse... tutto più complicato”.

Adattarsi ai nuovi processi e ai nuovi strumenti di lavoro, soprattutto i primi tempi, ha quindi richiesto qualche sforzo in più: “Utilizzavamo già alcuni strumenti di teamwork a distanza, per le riunioni con i dipartimenti fuori Roma, ma passare in pochi giorni da un utilizzo sporadico, del 20%, a uno quotidiano del 100% non è stato semplicissimo. Per fortuna abbiamo avuto il supporto dell'azienda che ci ha garantito tutti gli strumenti necessari”, racconta. E tutti si sono presto abituati a ricreare il clima dell’ufficio, anche tra le mura domestiche.

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L'ingegnere Giovanni Celotto alla sua postazione di smartworking (foto Terna)

Complici le numerose riunioni necessarie ogni giorno per proseguire con i diversi progetti, Celotto e i suoi colleghi si sono ritrovati sempre connessi, anche solo per scambiarsi qualche feedback sulla nuova quotidianità. “Nel nostro lavoro ognuno porta il suo contributo. Lavoriamo anche singolarmente su alcuni progetti, dove ognuno fa la sua parte, ma siamo sempre coordinati. Ora, al posto delle riunioni fisiche con il nostro responsabile e tra di noi, facciamo meeting quotidiani tutti insieme per decidere il da farsi e aggiornarci a vicenda sui diversi avanzamenti”, dice l’ingegnere. “In generale comunque continuiamo a lavorare come una squadra, e questo ci ha fatto percepire molto meno l’isolamento a cui potrebbe portare il lavoro da remoto".

“Continuiamo a lavorare come una squadra, e questo ci ha fatto percepire molto meno l’isolamento a cui potrebbe portare il lavoro da remoto".

L’opinione su questa evoluzione è, insomma, positiva: “Nessuno di noi era davvero preparato, ma abbiamo imparato in fretta. Io, per fortuna, sono addirittura riuscito a ricreare una piccola postazione fissa in una stanza dedicata della casa, lontano dalle distrazioni. Personalmente credo che lo smartworking sia una freccia in più al nostro arco, per quanto riguarda la gestione del lavoro. Può aiutare in molte situazioni, ma trovo preferibile un regime misto, graduale, come già sta avvenendo nella nostra azienda, perché l’atmosfera dell’ufficio mi piace e dopo un po’ manca".

Celotto non sembra particolarmente preoccupato rispetto all’applicazione delle misure di sicurezza, necessarie ormai in tutti gli uffici e garantite da Terna fin dalle primissime fasi dell'emergenza sanitaria. “L’azienda ci istruisce ogni giorno con tutti i nuovi protocolli”, spiega l’ingegnere. “Siamo molto informati da questo punto di vista. Per la nostra struttura, al momento, è prevista una formula di rientro graduale: quando andiamo fisicamente in ufficio dobbiamo stare un po’ più lontani tra noi, proteggerci con le mascherine e osservare diverse precauzioni, ma le regole sono chiare e bisogna rispettarle”.