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Insight

Il decreto Bersani: vent’anni dopo

Nel mercato energetico italiano, la liberalizzazione fu una svolta epocale, che determinò vari cambiamenti. Capirli è fondamentale per comprendere la situazione attuale, vent’anni dopo.

Vent'anni. Sono tanti, anche se possono sembrare pochi a seconda della nostra personale percezione del tempo.

Vent'anni rappresentano in ogni caso un lasso di tempo giusto per guardarsi indietro e ragionare, in prospettiva, sulle nostre scelte passate e sulle conseguenze che hanno nel presente.

Per questo, dopo vent'anni dall'entrata in vigore del decreto legislativo del 16 marzo 1999, il n. 79 (chiamato colloquialmente decreto Bersani dal nome dell'allora ministro dell'Industria, Pierluigi Bersani), possiamo prenderci il tempo per riflettere su ciò che è cambiato per il nostro paese.


Il decreto Bersani ha rappresentato una svolta epocale nel mercato energetico italiano: risultato di valutazioni europee favorevoli alle liberalizzazioni, della concorrenza tra operatori dei servizi e dell'apertura al libero mercato, tenendo bene a mente l'obiettivo della soddisfazione dei consumatori, grazie alla diversificazione della scelta e delle migliori condizioni nella fornitura.

Nella storia del nostro paese, la fornitura dell'energia elettrica e tutti i processi derivati come produzione, trasmissione, dispacciamento, distribuzione erano concentrati nelle mani dell'Ente Nazionale per l'Energia Elettrica, o Enel, ente di Stato dal 1962. Non c'era scelta per il consumatore, a parte qualche remota città dove l'energia era fornita dall'azienda elettrica municipale. La tipica situazione di completo monopolio.

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Il decreto ha attuato la separazione della rete di trasmissione nazionale dalla sua gestione (attività di trasmissione e dispacciamento) secondo il modello dell'Independent System Operator (foto Terna)

Il decreto Bersani è andato a scardinare questo monopolio, separando in varie realtà le diverse fasi del ciclo dell'energia. Oggi nella produzione dell'energia si contano oltre 4.500 aziende (esclusi i piccoli produttori autonomi, rappresentati dalle migliaia di pannelli solari installati ovunque sul territorio nazionale), mentre le aziende di vendita sono ben 470. L'Enel è ancora il primo produttore di energia, ma ora detiene il 20,5% della produzione, seguito da player come Eni ed Edison.

Allo stesso tempo, è stato istituito un ente regolatore nazionale, al fine di evitare abusi commerciali o concorrenze sleali degli operatori privati. Il compito di controllo e monitoraggio del mercato elettrico è quindi svolto dall'autorità dell'energia Arera, con il Gestore dei servizi energetici che si occupa invece della loro pianificazione.

Per la gestione del processo il secondo aspetto affrontato è stato il servizio di trasmissione dell'elettricità e del suo dispacciamento. Il decreto ha, infatti, previsto e attuato la separazione della rete di trasmissione nazionale (RTN) dalla sua gestione (attività di trasmissione e dispacciamento) secondo il modello dell'Independent System Operator. Questo ha portato alla costruzione di due società distinte: Terna, proprietaria della rete di trasmissione nazionale, e il GRTN, quale gestore della Rete di trasmissione nazionale.

Vent'anni che hanno cambiato il mondo dell’energia. Grazie al decreto sulla liberalizzazione, gli attori del sistema elettrico italiano si sono moltiplicati. Questi stessi attori oggi si trovano a guidare le scelte attraverso un set di azioni parallele e coordinate da intraprendere per gestire al meglio la delicata e inevitabile transizione energetica a partire dalla decarbonizzazione delle centrali per aumentare l’efficienza energetica nel rispetto dell’ambiente e del pianeta.

Terna, Gestore della rete, ha individuato azioni molto precise, tra cui gli investimenti sulla Rete di Trasmissione Nazionale e sulle interconnessioni con l’estero, mirati a rafforzare la magliatura della rete; lo sviluppo di ulteriore capacità di accumulo dell’energia prodotta; l’integrazione del mercato dei servizi a livello europeo e gli investimenti in digitalizzazione e innovazione

Solo lavorando insieme, a livello nazionale ed europeo, si potrà centrare il prossimo obiettivo: dare al paese una rete ancora più efficiente, sicura, interconnessa con l’Europa e tecnologicamente evoluta per una piena integrazione dell'energia prodotta da fonti rinnovabili.