Negli ultimi decenni, secondo i ricercatori, molte specie di uccelli, pesci, mammiferi, anfibi e piante si sono rimpicciolite a causa dell’aumento delle temperature provocato dalle attività umane, mettendo a rischio la loro sopravvivenza.
Uno studio condotto su oltre 70mila esemplari di uccelli migratori, che tra il 1978 e il 2016 si erano scontrati nei grattacieli di Chicago, dopo averli recuperati e conservati ha concluso che almeno 50 specie di volatili comuni in Nord America si sono rimpicciolite in media di 2,6 punti percentuali, e che anche la loro struttura ossea si è ridotta: «una reazione generale ai cambiamenti climatici», sancisce lo studio.
E ancora: secondo una ricerca del 2017, negli ultimi sei decenni il pesce cosiddetto “menhaden”, che vive prevalentemente nel Golfo del Messico e nella costa atlantica di Stati Uniti e Canada, si è rimpicciolito in media del 15 percento. Lo stesso è accaduto a una specie di salmone che nuota nel fiume Tenojoki, nel nord della Finlandia: in 40 anni i maschi hanno perso circa la metà della loro massa corporea, mentre le femmine sono diminuite del 10 percento.