L’energia elettrica è un bene primario, soprattutto in tempi di quarantena. Ora che milioni di italiani sono costretti a rimanere in casa per combattere il coronavirus, i consumi domestici salgono. Calano quelli industriali. Cambiano le ore di picco. E chi trasporta l’energia deve adattarsi ai cambiamenti e assicurare che tutto funzioni. Per questo Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, si è organizzata in modo da garantire che i flussi di energia siano sempre continui. Ogni giorno, per 24 ore. In sicurezza. Un modello che è stata il primo TSO (transmission system operator) in Europa ad adottare e che ora sta condividendo con gli altri gestori europei delle reti di trasporto dell’elettricità. Pronti a ripartire e sostenere la ripresa quando l’emergenza sarà finita.
Dal lavoro agile ai comitati operativi, fino alle assicurazioni pensate ad hoc. Gli obiettivi principali: tutelare i dipendenti e continuare a garantire la sicurezza del servizio elettrico.
Ecco allora le principali misure - un ampio ventaglio - che Terna ha adottato, a cominiciare da quelle igienico-sanitarie per tenere al sicuro i propri dipendenti, abbattendo il rischio contagio. In particolare, già dal 23 febbraio negli uffici del Nord Italia è stato applicato lo smart working al 100% del personale impiegatizio, poi esteso gradualmente fino a coprire, da venerdì 13 marzo, il 100% della popolazione aziendale non direttamente operativa. Il resto del personale – quello che opera direttamente negli impianti, circa il 30% del totale – segue un sistema a rotazione settimanale e viene distribuito su più sedi, così da garantire la distanza di sicurezza di almeno un metro fra le persone.
Non solo: gli eventi aziendali e i corsi di formazione sono sospesi (ad eccezione, ovviamente, di quelli online), mentre le riunioni si tengono solo in videoconferenza e le trasferte, in Italia e all’estero, sono ridotte al minimo indispensabile. Come ulteriore misura di tutela, Terna ha stipulato in favore di tutti i dipendenti una polizza assicurativa COVID-19, che si attiva in caso di ricovero in ospedale. Ma la prevenzione rimane la strada maestra da seguire, perciò a chi accede ai centri di controllo e dispacciamento viene rilevata la temperatura corporea attraverso un sistema di termoscanner.
L'azienda si è poi procurata fin da subito tutti gli strumenti di protezione (mascherine FFP3 o FFP2, guanti in lattice monouso, tute protettive) necessari a garantire, in caso di peggioramento dello scenario attuale, la continuità delle sale operative, assicurando la presenza del personale in condizioni di sicurezza per almeno 10 giorni, compatibilmente con le necessità delle strutture sanitarie.
Intanto, la situazione all’interno del Paese cambia di giorno in giorno e bisogna tenerla sotto controllo. È proprio di questo che si occupa il Comitato di crisi COVID-19 che l’azienda ha costituito al proprio interno. Il nuovo organismo monitora i cambiamenti delle condizioni a livello nazionale e locale, seguendo gli aggiornamenti delle regole stabilite da Governo e Regioni. Poi c’è un altro Comitato, di cui fanno parte anche i rappresentanti dei sindacati, che verifica l’applicazione delle norme contenute nel Protocollo Governo-Parti Sociali del 14 marzo.
Per quanto riguarda l’impatto economico dell’emergenza coronavirus, tenuto conto del profilo fortemente regolato dei ricavi del gruppo, Terna non si aspetta grosse conseguenze sul fatturato dell’esercizio, né tantomeno sugli obiettivi del Piano Strategico 2020-2024, presentato a inizio marzo. Al contrario, Terna è convinta di poter dare un contributo importante alla ripresa dell’economia italiana, accelerando il recupero una volta superata questa fase di crisi.