Prima o poi doveva succedere ed è accaduto nel primo semestre del 2024: tra gennaio e giugno la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ha superato quella delle fonti fossili. Non era mai avvenuto nel nostro Paese. L'agognato sorpasso delle fonti green su quelle tradizionali, più inquinanti, è una buona notizia per tutti, non solo per il sistema elettrico: nella maratona globale della transizione energetica l'Italia tiene il passo del gruppo di testa dei più virtuosi. Un record che ci auspichiamo possa diventare la normalità: secondo i target del Fit for 55, infatti, entro il 2030 dovremo installare a livello nazionale altri impianti eolici e fotovoltaici, raggiungendo una potenza totale di circa 107,4 GW (a fine giugno 2024 eravamo a quota 46,3 GW). Questo consentirà di produrre e quindi consumare energia sempre più pulita. Gli obiettivi sono chiari: le rinnovabili tra qualche anno dovranno coprire almeno il 65% dei consumi finali nel settore elettrico. La strada è tracciata, insomma, e per fortuna non solo in Italia: infatti, ed è una buona notizia anche questa, pure a livello europeo le fossili soccombono. Nel primo semestre dell’anno, eolico e fotovoltaico insieme hanno prodotto più delle fonti fossili: un’altra prima volta. A certificarlo è uno studio di Ember: sole e vento hanno raggiunto il 30% del mix elettrico europeo, a fronte del 27% di gas e carbone.
Per la prima volta nella storia le fonti pulite hanno prodotto più elettricità di quelle fossili: è successo da gennaio a giugno di quest’anno, un record destinato a diventare normalità se vogliamo raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione della transizione energetica. In un contesto di grande trasformazione giocano un ruolo fondamentale i sistemi di accumulo: l’Italia è sesta al mondo per attrattività degli investimenti in questo settore in grande sviluppo.
Tutti i numeri del primo semestre 2024. Ma veniamo ai numeri del semestre "storico", raccolti ed elaborati da Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale. Nei mesi da gennaio a giugno del 2024, grazie anche a una performance significativamente positiva dell’idroelettrico, dell’eolico e del fotovoltaico, la produzione complessiva da fonti rinnovabili è aumentata del 27,3% rispetto allo stesso periodo del 2023, mentre quella da fonti tradizionali ha registrato una flessione del 19%, con una ancora più marcata riduzione della quota di produzione a carbone, che ha subito una diminuzione del 77,3%. Questo ha consentito il sorpasso delle rinnovabili sulle fossili che, a livello di semestre, non era mai capitato.
Record nel record quello della produzione idroelettrica. La fonte rinnovabile per eccellenza e la più diffusa storicamente nel nostro Paese, ha infatti raggiunto livelli mai visti prima: 25,92 TWh di produzione semestrale, con un incremento del 64,8% rispetto ai 15,73 TWh del periodo gennaio-giugno 2023. Questo risultato è stato trainato da una maggiore disponibilità di risorse idriche nel Nord Italia, a fronte di una scarsità nel Sud del Paese. Complessivamente le fonti rinnovabili hanno coperto il 43,8% della domanda di energia nei primi sei mesi del 2024, rispetto al 34,9% dello stesso periodo del 2023.
Nel mese di giugno, poi, ancora le fonti green hanno coperto il 52,5% della domanda elettrica, quasi 10 punti percentuali rispetto a un anno fa e, in particolare nella giornata del 22 giugno, tra le 13:00 e le 14:00, si è registrato il massimo storico di produzione oraria da fonti energetiche rinnovabili, pari a 33,2 GW.
La carta d’identità delle rinnovabili. Oltre alla maggior disponibilità di acqua, vento e sole, che hanno contribuito in maniera determinate al risultato storico, parte del merito è anche di natura “strutturale”, ovvero di impianti green installati e diventati operativi. Nei primi sei mesi del 2024 la capacità rinnovabile in esercizio è infatti aumentata di circa 3,7 GW, di cui oltre 3,3 GW di fotovoltaico, segnando un incremento del 41% rispetto all’anno precedente. Numeri importanti e in costante crescita. Considerando tutte le fonti rinnovabili, secondo le rilevazioni Terna già nel 2023 c'erano state nuove attivazioni per circa 5,8 GW, valore superiore di circa 2,7 GW rispetto al 2022. Un dato che evidenzia l’accelerazione nello sviluppo delle rinnovabili: si è, infatti, passati dalle nuove attivazioni pari a 1 GW nel 2021, ai circa 3 GW del 2022. Al 30 giugno 2024, in Italia risultano installati 72,84 GW di energie rinnovabili e oltre 7 GW hanno ottenuto la cosiddetta Soluzione Tecnica Minima di Dettaglio nell’ambito del processo di connessione alla rete elettrica nazionale.
«Per la prima volta nella storia del nostro Paese, nel primo semestre di quest’anno la produzione da fonti rinnovabili ha superato quella da fonti fossili. Questo importante risultato è stato sicuramente trainato dalla forte disponibilità di acqua per la produzione idroelettrica nel Nord, ma anche da una crescita strutturale di altre fonti green come fotovoltaico ed eolico. Le rinnovabili, infatti, continuano a crescere - quasi 4.000 MW di capacità aggiuntiva in un semestre - ed è un’ottima notizia: ora dobbiamo proseguire con lo sviluppo delle reti, per cui Terna ha previsto un investimento di 16,5 miliardi nei prossimi cinque anni, e favorire quello altrettanto necessario degli accumuli», ha commentato Giuseppina Di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna.
«Grazie al nostro lavoro, in stretta collaborazione con l’ARERA e il governo, l’Italia si sta dotando di uno strumento di contrattualizzazione a mercato unico al mondo, che consentirà di rendere finanziabili gli investimenti in nuova capacità di accumuli, indispensabili per garantire l’integrazione delle rinnovabili e la sicurezza e la qualità del servizio».
I sistemi di accumulo. Per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione entro il 2030 e incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili, fondamentali sono i sistemi di accumulo dell’energia elettrica, che rappresentano un fattore chiave nel supportare la transizione energetica. Gli accumuli di energia, infatti, permettono di stoccare l'energia prodotta in eccesso dalle fonti rinnovabili, conservarla per un determinato periodo di tempo per poi utilizzarla nei momenti di maggiore domanda o quando la produzione rinnovabile è bassa, contribuendo a stabilizzare la rete elettrica. Questi sistemi offrono numerosi benefici: come ridurre l’overgeneration (sovrapproduzione, ovvero quando la produzione supera la domanda e, per varie ragioni, non è possibile dirottare l’energia in esubero verso le aree limitrofe) e le congestioni di rete, coprire il fabbisogno elettrico durante le ore di picco o in caso di scarsa produzione rinnovabile, e fornire servizi di rete cruciali per la sicurezza operativa. Ad oggi i sistemi di accumulo più comuni e utilizzati sono i pompaggi idroelettrici, maturi a livello tecnologico e adatti a un utilizzo prolungato grazie alla loro elevata capacità di stoccaggio, e gli accumuli elettrochimici (o batterie), con una notevole rapidità di risposta e sempre più diffusi grazie anche alla diminuzione dei costi e allo sviluppo della mobilità elettrica.
Per favorire lo sviluppo degli accumuli si sta implementando un nuovo meccanismo di approvvigionamento di capacità di stoccaggio elettrico, il MACSE. «Grazie al nostro lavoro, in stretta collaborazione con l’ARERA e il governo, l’Italia si sta dotando di uno strumento di contrattualizzazione a mercato unico al mondo, che consentirà di rendere finanziabili gli investimenti in nuova capacità di accumuli, indispensabili per garantire l’integrazione delle rinnovabili e la sicurezza e la qualità del servizio», ha sottolineato Di Foggia. Il meccanismo è già partito - è stato approvato dalla Commissione Europea a dicembre 2023 - e nei prossimi mesi, verosimilmente nella primavera del 2025, sono previste le prime aste con cui Terna stipulerà contratti a lungo termine con le società del settore per far sì che il sistema elettrico si doti degli impianti di accumulo necessari per i prossimi anni. Al momento le regole del MACSE sono ancora in fase di definizione. Terna ha presentato una proposta che prevede una remunerazione della disponibilità di capacità di riserva per 15 anni per le batterie e 30 anni per i sistemi di pompaggio. La proposta è stata esaminata dagli operatori di mercato e dagli investitori, con le osservazioni valutate dall’ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.
Già oggi quello degli accumuli è un mercato fiorente e in rapida evoluzione, che attrae ingenti investimenti. Secondo il recente rapporto EY Recai 2024, l’Italia è al sesto posto nella classifica globale per attrattività degli investimenti in sistemi di accumulo di energia: dietro a Stati Uniti, Cina, Regno Unito, Australia e Germania, ma davanti a nazioni come Corea del Sud, India, Francia e Giappone. Questo è il risultato di un ecosistema favorevole che include un impegno significativo nella realizzazione di un’infrastruttura di rete robusta, resiliente e sostenibile e l’implementazione di meccanismi di sostegno come il MACSE.
Lo sviluppo coordinato di rinnovabili, reti e accumuli è cruciale per raggiungere gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) e gestire il sistema elettrico in sicurezza ed efficienza. L’Italia ha inviato recentemente la nuova proposta di PNIEC alla Commissione Europea, confermando gli obiettivi iniziali e superando alcuni target comunitari nelle energie rinnovabili. Il documento adotta un approccio realistico e tecnologicamente neutro, puntando su diverse fonti e tecnologie: rinnovabili, biometano, idrogeno, biocarburanti, auto elettriche, riduzione della mobilità privata, cattura e stoccaggio della CO2, ristrutturazioni edilizie ed elettrificazione dei consumi finali.
L’obiettivo principale è raggiungere i 131 GW di energia rinnovabile. La distribuzione delle fonti rinnovabili prevede 79,3 GW dal solare, 28,1 GW dall’eolico, 19,4 GW dall’idrico, 3,2 GW dalle bioenergie e 1 GW dalla geotermia. Con il suo Piano Industriale 2024-2028 Terna prevede investimenti pari complessivamente a 16,5 miliardi di euro nei prossimi cinque anni: l'azienda gioca un ruolo chiave, di abilitatore, in questo contesto, promuovendo lo sviluppo delle reti di trasporto dell'elettricità, delle fonti di energia pulita e degli accumuli.